vini siciliani La denominazione «strada dei vini» è stata creata nel 1999 per valorizzare un ricco patrimonio enologico. Si distingue per la diversità dei suoi vitigni antichi e autoctoni, mescolati ad introduzioni internazionali. I territori interessati sono stati dotati di percorsi segnalati da cartelli dedicati, in uno sforzo per associare i valori naturali e culturali, con i vigneti e le cantine delle aziende aperte al pubblico. Le 13 strade dei vini siciliani, costituite in associazioni, si ripartiscono in modo eterogeneo sul territorio dell’isola. Tre strade possono essere considerate le più interessanti per quanto riguarda la qualità viticola riscontrata: quella di Marsala, quella dell’Etna e quella di Alcamo.

La Strada del vino Alcamo DOC attraversa il territorio che domina il Golfo di Castellammare nei pressi dell’antica Segesta con vigneti nei comuni di Calatafimi, Alcamo e Camporeale, dove sono coltivati vitigni autoctoni e internazionali tra cui il Catarratto, l’Ansonica, l’Inzolia, lo Chardonnay, il Müller Thurgau o il Sauvignon.

paolo basso Questa produzione è antica, risalente almeno al XVI secolo, con 19 vini diversi, bianchi, rosati e spumanti, il più prestigioso è l’Alcamo Bianco DOC (vino bianco) e i rosati (tra cui il rosato spumante). Vini, verrebbe da dire, da spiaggia sia per la sua gradazione non eccessiva che per la facilità con cui si lascia degustare soprattutto nelle zone di Erice, San Vito lo Capo e Segesta.

Dopo una breve presentazione da parte di una delegazione di rappresentanti dei vari consorzi che hanno sottolineato l’importanza che rivestono questi vini in Italia e all’estero, la MasterClass prevedeva la degustazione di 11 vini (3 bianchi, 8 rossi) di diverse tipologie di vitigni, con il commento degustativo di Paolo Basso. Una metà dei vini rossi erano prodotti da vitigno Nero D’Avola a proposito del quale l’Assovini Sicilia ha annunciato un progetto per affrontare rilevanti tematiche relative alla diversificazione della produzione e alla diversità del vitigno Nero d’Avola e alla riduzione dell’alcol nel vino.

Il progetto InnoNDA, di cui è capofila Assovini Sicilia, è finalizzato all’indagine delle tecniche agronomiche ed enologiche che permettono di ottenere vini con una gradazione alcolica più bassa, mantenendo al contempo l’intensità aromatica e il gusto distintivo che caratterizza la varietà Nero d’Avola, il più celebre tra i vitigni autoctoni siciliani a bacca rossa.

 vini siciliani

Il progetto InnoNDA include anche attività volte alla diversificazione della produzione mediante l’impiego di anfore di terracotta e alla valutazione delle diversità del vitigno Nero d’Avola nel territorio siciliano. La ricerca, avviata nell’aprile 2024, è basata su un approccio scientifico che prevede l’utilizzo di tecnologie e strategie fermentative non applicate in precedenza per la vinificazione dell’uva Nero d’Avola.

La Oil route Sicily consiste in un entusiasmante viaggio-studio lungo tutto il territorio olivicolo di Sicilia per scoprire le incomparabili bellezze dei suoi oliveti secolari, visitare appassionate e prestigiose aziende oleo-olivicole localizzate in territori da sempre vocati per la produzione di Olio EVO di pregiatissima e certificata qualità. Il progetto di una Strada dell’olio in Sicilia mira a incentivare produttori agricoli e non a diversificare la propria attività principale affiancando a questa l’accoglienza turistica nelle proprie aziende col preciso obiettivo di ottenere un reddito da aggiungere a quello derivante dall’attività primaria di produzione. Si propone comunque come sua prima priorità, di colmare la gravissima lacuna tuttora esistente soprattutto nel comparto turistico/oleo-olivicolo siciliano, cioè la totale mancanza di Strade dell’Olio, ponendosi quindi l’obiettivo di crearne finalmente una, ossia un proficuo itinerario turistico ed elaio-enogastronomico in Sicilia.

vini sicilianiLe cultivar o varietà d’olivo della Sicilia descritte con certezza sono venticinque. Si stima però che molte delle risorse genetiche non siano state ancora del tutto studiate. Infatti, si stanno ancora osservando altri trenta genotipi che potranno costituire in parte il futuro dell’olivicoltura siciliana per la ricchezza dei caratteri sensoriale e per le proprietà nutrizionali e nutraceutiche dei loro oli. La produzione olearia siciliana è ottenuta soprattutto da otto cultivar principali che nella maggior parte degli oliveti sono consociate con altre cultivar definite minori e, più di rado, da piante classificate come neglette (trascurate), in altre parole, genotipi di alto valore botanico che contribuiscono a dare peculiarità sensoriali agli oli siciliani.

Le prime otto cultivar: Biancolilla; Cerasuola; Moresca; Nocellara del Belìce; Nocellara etnea; Ogliarola messinese; Santagatese e Tonda iblea. Alcune olive hanno nomi che si perdono nella notte dei tempi: Giarraffa; Aitana; Erbano; Lumiaru; Nasitan; Bottone di gallo; Castriciana rapparina; Citrale; Murtiddara; Piricuddara e Pizzutella. Una idea di degustazione sta in queste sensazioni: fruttato di oliva di media intensità, se nuovo di elevata intensità. Netta è la sensazione olfattiva e retro-olfattiva di pomodoro, normalmente presente, che può essere verde o leggermente maturo. Può dare inoltre sensazioni di mandorla e, nei primi stadi di maturazione, sensazioni di foglia di pomodoro. Sporadicamente si possono percepire l’odore di carciofo o di erba. Amaro e piccante di solito sono di medio-alta intensità.

vini siciliani