Nel corso degli anni, il Consorzio Garda DOC, ha svolto molteplici azioni di promozione in Svizzera e questo appuntamento autunnale rientra all’interno di una strategia di promozione ben delineata. La Svizzera, infatti, riveste un ruolo strategico per il Consorzio Garda DOC: oltre a essere uno dei mercati che hanno maggiormente premiato il lago di Garda come meta turistica estiva, il Paese, secondo soltanto al mercato tedesco, è anche uno dei luoghi target per quanto riguarda l’export dei vini della Denominazione.

«La nostra associazione – ha precisato Anna Valli, presidente ASSP – promuove e sostiene l’evento dedicato all’approfondimento del terroir e del panorama vitivinicolo del Garda DOC. Un’occasione per aggiornarsi e avvicinarsi alle eccellenze vinicole di quest’area, dove i vini Garda DOC, già ben valutati e apprezzati sul mercato svizzero, sono protagonisti in questa masterclass per meglio conoscere le caratteristiche uniche del territorio e le prospettive future. Un appuntamento reso possibile grazie al Consorzio Garda DOC, volto a consolidare il legame tra il mercato svizzero e la qualità».

La relazione di Carlo Alberto Panont, direttore del Consorzio Garda Doc, ha illustrato – anche con un video particolarmente curato – la tipologia dei territori della DOC e la loro genesi. «Indicativamente, il sistema Garda è rappresentato da circa 300 milioni di bottiglie. Oggi il nome Garda suscita una propria casa, in cui ci sono le province e le città di Verona, di Mantova e di Brescia».

Perfetta corrispondenza tra la narrazione del territorio e la qualità dei vini in degustazione nella masterclass. I dieci vini erano dei produttori Riondo Collis, La Perla del Garda, Pratello, Cadis/Terre al Lago, Piona, Vitevis, Zenato, Ricchi, Gozzi e Cantina di Verona, anche loro presenti a fare da partner ai sommeliers degustatori.

Chi scrive, anche coordinatore dell’evento, ha ribadito la rilevanza dell’approfondimento della Garda DOC: «L’enologia, elemento trainante dell’economia e del turismo locale, non poteva esimersi da questo ruolo e si è assunta nel tempo la responsabilità nel mondo di essere uno dei migliori biglietti da visita per la sua area di produzione. Questa sensibilità si è accompagnata alla capacità dei produttori di intrepretare le esigenze del consumatore moderno, sposando le sue filosofie di consumo, tra cui l’attenzione alle bollicine da gustare a tutto pasto o come aperitivo.

Questo nuovo orizzonte, maturato in un contesto di attenzione all’ambiente e valorizzazione del patrimonio paesaggistico locale, è una delle sfide più importanti del Consorzio di tutela che ha portato a termine la modifica del disciplinare di produzione con inserimento della tipologia spumante bianco che, per decreto, deve riportare in etichetta il solo nome della denominazione Garda».

Da parte di Anna Valli, presidente dell’ASSP, il grazie all’Associazione dei sommeliers svizzeri e al Consorzio Garda DOC: «Bisogna ricordare che il Garda ha molte similitudini con Lugano, col lago che favorisce la coltivazione delle vigne ed è meta ambita di vacanze. Oggi abbiamo avuto modo di assaggiare eccellenti vini: il tema risulta molto interessante, va a ricercare e valorizzare le uve che vengono coltivate. Si parla di suoli, terroir, esposizione e, non dimentichiamocelo, la mano dell’uomo».

Hanno chiuso la parte di relazioni, la dott.ssa Giovanna Prandini, produttrice dell’azienda La Perla del Garda di Lonato, anche presidente dell’Ascovilo e Silvano Ceolin, presidente del neonato Comitato Italiano per la tutela delle viti a Piede Franco che ha ben illustrato l’azione del sodalizio.