Con il Coronavirus, volenti o nolenti, si dovrà convivere e ad esso andranno adattati i comportamenti e i modi di vivere: l’economia si dovrà adattare. Un lungo lockdown ha colpito le attività commerciali ticinesi e svizzere in generale. Il risultato lo sintetizza ottimamente, da noi interpellato, Silvio Tarchini, Direttore del FoxTown: «Tranne per alcune eccezioni quali gli alimentari, la chiusura dei commerci imposta dall’Ordinanza 2 sta mettendo in grave difficoltà i negozi presenti sul territorio che hanno visto azzerarsi i loro fatturati, ma permangono i costi di gestione delle strutture».
Inoltre, il Ticino ha conosciuto una crisi sanitaria più grave rispetto al resto del Paese, facendo sì che il Consiglio di Stato potesse attivare una finestra di crisi per misure più rigide, creando un’incertezza ancora maggiore. «I negozi in Ticino saranno sicuramente i più toccati da questa situazione», non ha dubbi Tarchini.
Il suo FoxTown certamente ha iniziato a pagare dazio già allo scoppio della pandemia, perché il 70% della clientela è straniera e per circa un terzo asiatica e le chiusure attuate in Cina e successivamente da moltissimi paesi hanno creato importanti problemi. Come agire, per l’imprenditore? «In una prima fase sarà necessario riorganizzare tutta una seria di processi lavorativi e di distanziamento sociale, modificando l’approccio tra clientela e addetti alla vendita, e per tornare alla normalità ci vorranno parecchi mesi se non stagioni. Mancheranno gli stranieri: mediante importanti campagne di comunicazione ci rivolgeremo principalmente ad una clientela locale e Lombarda e per il periodo estivo punteremo molto ad una clientela proveniente da oltre Gottardo. Con l’autunno e l’attenuazione delle limitazioni confidiamo di poter contare su una clientela straniera più ampia, e quindi tornare a pieno regime nel 2021 in occasione del prossimo capodanno cinese (anno del Bue)».
Serve dunque un deciso, anche se temporaneo, cambio di direzione. Puntare sul made in Ticino e sulla clientela autoctona sarà il modus operandi cui dovranno adeguarsi buona parte dei settori, turismo in primis. Ma per Silvio Tarchini non è detto che il mondo, e in particolar modo il FoxTown, non potranno adattarsi ai nuovi scenari futuri: «Una crisi, come quella che stiamo oggi vivendo lascerà sicuramente dei segni, ma siamo pronti a reagire e a ripartire più forti di prima certi che l’esperienza acquisita ci permetterà di essere sempre pronti ad attivare nuove modalità per avvicinare la clientela. Basta pensare a prima dell’11 settembre (attacco alle Torri Gemelle) eravamo abituati a volare in determinati modi e mai avremmo pensato di riuscire ad abituarci a nuove regole imposte, ciò insegna che quanto oggi può sembrare assurdo e irreale, un domani potrebbe diventare la normalità. L’importante è essere come un camaleonte, adattarsi ed essere pronti alle nuove sfide che verranno, rimanendo al passo con le regole anche tecnologiche che la società ci impone».
Da par suo, applaude il Governo federale per come ha reagito per quanto concerne gli aiuti decisi per dare «all’economia svizzera una boccata d’ossigeno in una situazione mondiale così difficile, precaria e drammatica», mentre contesta la sentenza del Tribunale Federale sulla tassa di collegamento arrivata proprio in piena crisi. «Ritengo sia arrivata quanto meno in un momento poco opportuno e complicato per aziende e industrie che in questo momento si trovano già ad affrontare le problematiche legate alla Pandemia. Poi l’efficacia di questa tassa è tutta da dimostrare».