LWP Ledermann Wieting & PartnerLWP Ledermann Wieting & Partner festeggia i suoi primi 30 di attività. Possiamo ripercorrere la sua storia, dalla fondazione ad oggi?

«Urs Ledermann, che già dal 1974 operava con diverse sedi in Svizzera, trent’anni fa decise di fondare la Ledermann in Ticino con il dott. Giorgio Wieting. Nel 2005 la società è stata rilevata da me e dai miei due colleghi, Alberto Largader e Franco Pizzi.

Da allora, non abbiamo costruito solo un’impresa, ma una comunità, una vera e propria famiglia di professionisti uniti da valori, etica, passione e un impegno costante verso l’eccellenza. Oggi, LWP è un’azienda riconosciuta, con partner e referenze di assoluto prestigio, sempre al passo con le esigenze delle organizzazioni nell’ambito delle risorse umane.

Nel 2008, le nostre ambizioni ci hanno portato a costituire Protempore, oggi e-work, operante principalmente nel settore interinale. Abbiamo avuto il coraggio di intraprendere questa strada in un periodo difficile, segnato dalla crisi finanziaria mondiale, e siamo riusciti a farci un nome anche in questo ambito, tanto che di recente abbiamo aperto una nuova succursale a Stabio, con un nuovo concept, ispirati dal Gruppo e-work, di cui oggi facciamo parte».

Dal 2023 LWP Ledermann Wieting & Partner fa parte del gruppo internazionale e-work. Quali vantaggi sono derivati da questo accorpamento?

«Guardare indietro al nostro percorso di crescita è confortante, ma ciò di cui siamo più entusiasti è poter affermare che “il meglio deve ancora venire”. Infatti, entrare a far parte di un grande gruppo che conta oltre 200 persone e con diverse sedi in Italia ed in Europa, ricco di competenze ci permette di migliorare la nostra offerta di servizi. Questa è per noi una spinta a crescere ulteriormente, sia a livello nazionale sia internazionale, nuovi ed entusiasmatici progetti su cui stiamo lavorando». 

LWP Ledermann Wieting & PartnerIn che modo è cambiato nel corso del tempo il concetto di risorse umane?

«Molto è cambiato. Siamo passati da un’epoca verticistica e gerarchia, ad una più orizzontale e inclusiva. Almeno nelle intenzioni.

Insieme a performance, competenze, obiettivi, risultati, si parla sempre di più di “diversità ed inclusione”, proponendo un lavoro più agile e flessibile, benessere in azienda, parificazione salariale, supporto alla formazione continua e altro ancora. Sembrano concetti nuovi, ma pionieri come Olivetti e Duttweiler avevano già preconizzato e implentato negli anni ’50. In fondo, l’alienazione del lavoro di fabbrica non si distanzia tanto dall’alienazione data dalla frenesia moderna, che ci fa sentire liberi e padroni del nostro destino, ma che ci vuole prigionieri ed efficienti h24, altrettanto stancante e pericoloso per l’azienda e per la società.

Per questo, nel mondo del lavoro si prova a trovare soluzioni per cercare di aumentare la soddisfazione e la retention del personale, dando anche un senso di equilibrio tra vita professionale e personale.

Questa evoluzione riflette non solo cambiamenti culturali e sociali, ma anche l’adattamento alle sfide di un mondo del lavoro in continua trasformazione. Lo stesso ruolo del responsabile delle risorse umane è visto ora come un driver strategico per l’innovazione e il successo aziendale».

Come è andata evolvendo l’attività di ricerca e identificazione dei talenti più adatti da proporre alle aziende?

«Con l’avvento della digitalizzazione e la globalizzazione, negli ultimi anni, si sono moltiplicate piattaforme e l’uso dell’AI nel mondo HR. Sempre di più si fa uso di software e tecnologie per la gestione delle performance, reclutamento e formazione, in funzione dell’aumento l’efficienza. E’ sicuramente un grande aiuto. Ma la tecnologia non possiede quell’intelligenza emotiva e pensiero laterale che ti permettono di vedere le “zone grige”, gli aspetti “chimici” e le potenzialità per fare il giusto “matching” tra di un candidato e l’azienda. Sono cose che la “macchina” non fa, almeno per il momento. Per noi, l’aspetto umano conta moltissimo e lo ribadiamo nel nostro claim “Human Intelligence Only”: quindi, persone e non solo un algoritmi!».

LWP Ledermann Wieting & Partner

La vostra consulenza specializzata alle aziende quali altri ambiti e servizi comprende?

«Noi siamo una HR company. Nel corso del tempo, alle attività di Head Hunting e recruiting, abbiamo aggiunto e ampliato la nostra offerta, proponendo soluzioni personalizzate di audit, assessment, formazione e coaching, fino alle attività di outplacement, un servizio che in questo periodo purtroppo viene sempre più richiesto».

Si fa un gran parlare di competenze. Quali skill sono oggi ritenuti indispensabili in un’epoca dominata dalla digitalizzazione e dall’intelligenza artificiale?

«In un’epoca di trasformazione digitale di portata epocale, dove saper destreggiarsi con le tecnologie è importante, sono e rimangono sempre più essenziali le qualità umane: saper comunicare, essere flessibili e adattabili ai cambiamenti, comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui, assumersi le proprie responsabilità con atteggiamento proattivo ed essere sempre aggiornati e disposti alla formazione continua. Tutte qualità che non sono da super uomo, ma dovrebbero derivare da una buona educazione di base, meglio ancora se umanistica ancora prima che tecnica/tecnologica. Ne sono davvero convinta e ai giovani dovrebbe essere insegnato questo».