Baratella GiardiniNella filosofia di Baratella Giardini, in che modo è necessario intendere il concetto di sostenibilità a proposito di giardini e di verde domestico?

«Il giardino dovrebbe essere un luogo in cui possiamo rilassarci, goderci la bellezza dei fiori, la natura di un prato su cui distenderci e dove poter vedere i nostri figli giocare. Tutto questo è indissolubilmente legato alla vita che ci circonda, al fatto che siamo in salute e che esistono moltissime specie che ci danno felicità quando le vediamo, le tocchiamo e quando ci prendiamo cura di loro.

Anche noi siamo parte dell’ecosistema: viviamo grazie all’acqua pulita che possiamo bere, all’aria che viene purificata dalle foglie degli alberi e dal suolo. Per goderne appieno, abbiamo bisogno della salute fisica. La sostenibilità contribuisce a rendere i nostri spazi puliti, sani e accessibili anche ad altre persone, in funzione delle scelte che compiamo, anche in ambito paesaggistico».

Baratella Giardini

A quali criteri occorre ispirarsi nella progettazione e gestione di un giardino al fine di minimizzare l’impatto ambientale e promuovere la biodiversità?

«Anche nella progettazione degli spazi verdi, noi professionisti del settore siamo influenzati da mode, desideri, capricci e dalla nostra visione del paesaggio. Con il tempo ci siamo accorti che alcune scelte non sono state sostenibili, anche se rispondevano alle mode del momento: ulivi secolari, tappeti erbosi all’inglese, specie esotiche, concimi minerali, prodotti chimici.

I criteri dovrebbero invece ispirarsi alla capacità di apprezzare ciò che ci circonda. Per esempio: cosa ha di più bello un ulivo rispetto a una quercia? Cosa ha di più bello un tappeto inglese rispetto a un prato fiorito? Forse è la ricerca di ciò che non abbiamo? L’erba del vicino deve per forza essere sempre più verde? Dove risiede la bellezza: nel nuovo o nel garantire la sopravvivenza del vecchio? Quando ci troviamo in un ambiente naturale, perché ci sentiamo pervasi da sentimenti di pace e siamo estasiati da ciò che ci circonda? Le risposte a queste domande possono aiutare ciascuno di noi a trovare i criteri della sostenibilità, della biodiversità e dell’ecologia in senso ampio, senza cadere in concetti banali».

Baratella GiardiniUn tema importante riguarda l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici. Come possono essere ridotti o addirittura sostituiti da altri prodotti o processi naturali?

«Questo è un tema centrale, con cui ci confrontiamo da almeno vent’anni. Se un tempo la scelta biologica non disponeva di molti strumenti per affrontare problemi come la concimazione o la cura delle piante, oggi – e dobbiamo riconoscerlo – grazie alla politica agricola, le aziende produttrici sono state costrette a fare ricerca nel campo biologico.
Finalmente, le alternative ecologicamente sostenibili sono oggi più numerose di quelle chimiche, sia per quanto riguarda i concimi, sia per i pesticidi. Senza una chiara presa di posizione da parte degli uffici dell’agricoltura, che attraverso ricerche neutrali hanno evidenziato i danni dei biocidi alla biodiversità e alla salute umana, non saremmo giunti fin qui. Purtroppo, non tutti i Paesi stanno seguendo questo percorso, e possiamo davvero ringraziare chi ha creduto in questo cambiamento, osando opporsi a pensieri molto radicati e a lobby estremamente influenti».

Baratella GiardiniInfine, un giardino costituisce un ecosistema ricco e complesso. Come garantire anche il rispetto e la valorizzazione della vita animale all’interno del proprio giardino?

«Partirei dal concetto che si ha paura di ciò che non si conosce. Osservando il comportamento dei miei figli quando incontrano un insetto, mi rendo conto che senza un’adeguata istruzione non potremo mai garantire la biodiversità.
Nei nuovi piani di studio delle scuole professionali, stiamo dando sempre più spazio all’aspetto ecologico, e questo sta lentamente trasformando anche i nostri giardini.

Rimangono comunque confini difficili da superare, come l’idea che il giardino debba essere dominato da ordine e pulizia, mentre la natura ci regala meravigliose espressioni di un disordine controllato. Oppure, come l’abitudine di recintare i giardini con reti metalliche e siepi invalicabili, che bloccano lo sguardo – e non solo quello – ai confini della nostra proprietà. Anche quando parliamo di proprietà, dovremmo ricordare che siamo noi ad appartenere alla terra, e non viceversa».

BARATELLA GIARDINI SAGL

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