Ho di fronte a me un’amica, Anna Valli, che conosco da molto tempo ma della quale non so molto di più. La conosco per la sua simpatia, la sua schiettezza, la sua competenza nel raccontare un vino. In questo momento ricopre il ruolo di Presidente dell’ASSP (Association Suisse des Sommeliers Professionnels) del Canton Ticino. Il sommelier è identificato come una figura professionale della più alta cultura del vino. Un professionista in costante aggiornamento che giudica un vino al fine di individuarne le caratteristiche organolettiche e sensoriali.

Come sei arrivata ad essere a capo di una Associazione che nata nel 1980, oggi vanta 440 soci e che ha sempre avuto come presidente un sommelier maschio?».

«La sommellerie, l’arte praticata dal sommelier, è più di una professione, è l’anello di congiunzione tra chi produce il vino e chi lo beve. Da quando il vino si è evoluto questa figura professionale è divenuta sempre più richiesta, divenendo fondamentale per qualsiasi rivenditore di vino o ristoratore che voglia mettere a disposizione del cliente una selezione di vini. In Svizzera il percorso per accedere alla professione di sommelier è altamente qualificato e fornisce competenze teoriche e tecniche per la degustazione. Un sommelier deve seguire un percorso strutturato su 3 moduli di durata di circa 2 anni. Dopo aver ricevuto il diploma di sommelier sono importanti la curiosità e l’intelligenza della singola persona per approfondire i diversi aspetti che sono alla base del suo studio: serietà, capacità e umiltà per progredire in questa formazione che è una continua ricerca. Il sommelier è pertanto un professionista che deve essere particolarmente acuto nell’intuire i desideri del suo interlocutore ed essere quindi in grado di suggerire abbinamenti che sappiano esaltare le componenti di un vino».

Il vostro impegno professionale vi porta a diffondere la cultura del vino in un modo elegante e distinto già dal vostro modo di proporvi. Come si possono conciliare tutte queste funzioni in una persona che deve anche sapere molte lingue per dialogare ed avere molte competenze teoriche e tecniche per poter presentare un vino in grado di stuzzicare la fantasia della persona che si ha di fronte, che solitamente non è sola, ma è circondata da altre di cui non si sa quale ruolo ricoprano nella vita?

«Nell’ambito associativo, il sommelier è la figura specifica che dovrebbe saper consigliare il vino, è un appassionato che mette a disposizione le sue competenze che sono altamente qualificate e che spaziano in diversi campi, dalle conoscenze sul vino ai prodotti gastronomici, rilevandone le sfumature per raccontarne la storia al cliente. È importante l’atteggiamento, essere aperti, avere la capacità di ascolto, una personale psicologia per approcciarsi all’ospite, capire quanto è disposto il cliente ad ascoltare: tutto rientra nelle competenze e nella discrezione del servizio. Fondamentale è l’ottimo rapporto con lo chef di cucina per sapere come quel piatto viene preparato nei singoli dettagli e quali sono gli ingredienti che andranno ad abbinarsi al vino ideale. L’approccio e la confidenza certamente aiutano ma sono i buoni modi a fare la differenza».

Anna, tu sei una donna che nel Ticino ha trovato molte compagne di viaggio già nel gruppo Donne&Vino. Quando nasce questa sezione e quali i vostri compiti nell’ambito della ASSP nazionale? E quali sono i rapporti con le donne produttrici di vino che in Ticino ora sono in numero davvero considerevole?

«Questa domanda me l’aspettavo. Donne&Vino si è costituita ben 17 anni fa, donne che si sono unite per condividerne i ruoli che non sono pochi. Al nostro interno organizziamo degustazioni, serate didattiche di sole donne e sulle capacità e competenze delle colleghe non si discute, hanno diversi interessi e volontà di fare. Pur non volendo fare nomi trovo che ci siano “donne storiche” in Ticino, sono anche associate ASSP da molto tempo, lavorano a tempo pieno nelle loro aziende di produzione vini, enologhe, viticoltrici, quali ad esempio Fabiana Matasci e la  cugina Paola Matasci, Nicoletta Cattaneo, Lisetta Lucchini, Silvia Valsangiacomo, Bruna Cavalli, Gaby Gianini, Grazia Cavallini, Fabienne Klausener, Elena D’Amato-Marcionetti, Anna Barbara von der Crone, Miriam Hermann Gaudio, Maria Rubio di Domingo, Rea di Tenuta Rudolph. E poi le nuove leve. Figlie d’arte come Myra Zundel, Sabrina Monti, Raffaella Gialdi, Valentina Tamborini e, pur non proprietaria, l’infaticabile Cristina Monico, e chiedo scusa già sin d’ora a chi ho dimenticata. Queste donne, si dedicano alla cantina e/o ai vigneti, all’amministrazione, tenendo conto anche della gestione della famiglia. Questi produttori sono sostenuti nel loro lavoro grazie alla forza femminile in famiglia. E quindi è giocoforza ricordare che …dietro un uomo di successo c’è sempre una grande donna».

Ancora una domanda sul ruolo femminile: ci sarà la possibilità di una tua rielezione o della nomina di un’altra donna alla presidenza? 

«Io vorrò senz’altro ricandidarmi, sento che questa carica mi appartiene, sono legata all’ASSP dal 2005 e il ruolo di Presidente della sezione della Svizzera italiana, lo svolgo con vigore e passione. Sicuramente c’è qualche donna che può rivestire questa carica, ma al momento sento che ho ancora molto da dare».

A tal proposito qual è il rapporto di dialogo e di convivenza interno all’associazione, essendo il tuo incarico di presidenza per la prima volta occupata da una donna?

«Non è un incarico pesante ma è un incarico prestigioso, gravoso se vogliamo, poiché impegna in una associazione esclusiva formata da persone che partiva nel 1985 con 60 soci e oggi sono più di 440, per la maggior parte uomini con una forte preparazione, e che ci ha portato ad avere nel 2013 Paolo Basso ad essere campione del Mondo dei Sommelier e moltissimi sono quelli insigniti quali migliori sommelier della Svizzera. C’è molto da investire personalmente nella comunicazione e nel temp; per ricandidarmi spetterà poi ad altre persone supportarmi. Sento che dopo diciotto anni all’interno della associazione di poterla ancora ben rappresentare e credo di poter andare avanti ancora per un pò o almeno lo spero. Il gruppo Donne&Vino nasce nel lontano 2006 ed è quindi ben consolidato ed è grandioso il lavoro che fanno sia a livello regionale che a livello nazionale: questa è una certezza per una ulteriore garanzia di successo per altre colleghe molte brave e competenti. Molti sono gli obiettivi che ci impegnano nella continuità mantenendo accesa la fiamma della serietà che in questo campo è indispensabile. C’è bisogno di studio e di modelli di lavoro a cui ispirarsi senza mai fermarsi».

Una domanda ancora sulle Donne Sommeliere: a Milano si è svolta una manifestazione dove il fondatore Enzo Carbone ha dichiarato: «Sono molto contento ed orgoglioso di aver coinvolto come relatrici delle masterclass solo sommeliere donne, serie e competenti a testimonianza del fatto che sempre più crescente è la competenza rosa dei taste-vin». Qual è la tua idea a questo proposito?

«Non sapevo di questa iniziativa ma conoscendo le donne nei loro diversi comparti e il ruolo che hanno e come lo svolgono dico che è una grande prova di maturità di questi colleghi e non aggiungo altro se non quello di fare loro i miei complimenti e di certo anche noi ne terremo conto».

In chiusura, ti ringrazio per la tua disponibilità e cosa vorresti dire ai lettori di Ticino Welcome su questa nuova enologia al femminile?

«Vorrei dire che posso sostenere la mia attuale posizione ancora per un bel pò di tempo; le donne hanno diverse abilità e piace sentirsi occupate per le cause a cui si fidelizzano; l’indipendenza mi offre l’opportunità di dedicarmi con molta veemenza alla carica che rivesto senza rinunciare al mio tempo libero che dedico alle amiche e amici per brindare con bollicine numerose fini e persistenti».