Che grande emozione vedere partire di nuovo dalla Florida quei magnifici razzi che trasportano i sogni di tutta l’umanità verso la luna, esibendo una forza e una potenza mai viste prima.
Per chi ha già potuto vivere in passato le indimenticabili telecronache dei viaggi sulla luna delle missioni Apollo e Saturno, la memoria restituisce le gesta di quegli eroi che vissero certamente delle esperienze uniche, ma che corsero dei rischi assurdi per concludere quelle rocambolesche avventure.
Oggi la missione Artemis I parte su un mezzo di lancio molto simile ai suoi antenati, ma con tanta potenza in più sia nella spinta che nei suoi contenuti tecnologici.
E allora via, più in alto e ancor più su, l’uomo va alla conquista di nuovi satelliti e pianeti, portando con sé la sua conoscenza e la sua sapienza, che sembrano scemare sempre più quanto più piccola si fa la dimensione della terra vista da lassù. Il nostro pianeta visto dallo spazio diventa infatti una piccola sfera blu, perfettamente identica a quella fotografata molti anni orsono, come se nel frattempo nulla fosse cambiato. Non parrebbe nemmeno abitata, figuriamoci sospettare che su quella pallina ci possano essere problemi di guerre, confronti di religioni o poteri politici che controllano sempre più le nostre vite.
Da lassù tutto sembra incredibilmente bello, colorato e pacifico. E allora chissà che nella mente degli uomini non nasca il sospetto che alla fine l’umanità non è poi questa gran cosa rispetto all’immensità del nostro universo infinito. Chissà se non ci renderemo conto che le forze dello spazio e della natura saranno sempre più forti di noi e che l’uomo è soltanto una briciola, un granello di sabbia in un deserto sconfinato. Magari, con questa missione impareremo ad aggiungere la coscienza, senza la quale sia la conoscenza, sia la sapienza sono strumenti pericolosi e incontrollabili.
Chissà che non si torni tutti un po’ più umili e con i piedi ben piantati per terra.