Si dice sempre: “La città è tutta un cantiere!”. Fin qui tutto bene, vuol dire che la regione evolve e che c’è lavoro.
Gli “umarell” dovrebbero essere felici osservatori di tutto ciò, ma invece la maggior parte dei cantieri da noi si presenta davvero malissimo.
Quelli stradali durano anni, sono addirittura degni del Terzo Mondo. Il record di bruttezza spetta di diritto a quello all’incrocio di Massagno che è davvero una orrenda montagna russa a cielo aperto, seguito a ruota da via Mazzini a Lugano, anche se non è che gli altri stiano molto meglio.
Oltre a quelli stradali ci sono poi quelli eterni autostradali, che mostrano il peggio in un territorio che registra uno dei maggiori volumi di transito d’Europa.
Infine quelli edilizi, dove troppo pochi sono i cantieri che si danno la pena di rendere più accettabili le proprie “cesate” intorno alle costruzioni.
Fra i Dipartimenti più o meno utili che esistono in questo minuscolo Cantone, non potrebbe essercene uno che si preoccupi della regolazione, dell’estetica e della funzionalità dei cantieri che, per loro natura, si impongono a lungo ai nostri occhi e restano impressi nel tempo nelle fotografie, come nel caso del semaforo penzolante fra il Municipio di Lugano e il lago.
Dai, facciamo felici gli “umarell” e diamoci una mossa. Un cantiere dovrebbe presagire un miglioramento, creare un’attesa di qualcosa di nuovo, esprimere progresso e non regresso.