Che cosa significa essere una “Banca per gli imprenditori”?

«Nel 1856 Alfred Escher fondò Credit Suisse con l’obiettivo di sostenere il più grande progetto ferroviario del tempo: la linea del San Gottardo che finalmente unì Nord e Sud delle Alpi. Da allora, l’imprenditoria è parte del DNA di Credit Suisse. Essere “Banca per gli imprenditori” oggi significa ancora molto di più: il titolare della ditta è sempre anche una persona fisica. Con la nostra strategia seguiamo gli imprenditori e le imprenditrici adottando un approccio globale. Ciò significa che accompagniamo le aziende in tutte le fasi della vita: dalla fondazione alla fase di espansione, fino alla successione. Al tempo stesso aiutiamo gli imprenditori a costruire e a conservare il loro patrimonio privato, perfettamente in linea con i piani aziendali e privati. Con la nostra consulenza, siamo in grado di soddisfare le complesse esigenze del cliente, proponendoci come interlocutore unico, perché al nostro interno abbiamo tutti gli specialisti in grado di risolvere tutte le questioni aziendali e private. Vogliamo capire a fondo l’imprenditore e le sue sfide. Solo in questo modo possiamo offrire in ogni situazione la soluzione giusta, sia per l’impresa, sia per il patrimonio privato».

Il suo team si occupa di imprenditori e dirigenti. Come hanno reagito questi ultimi all’evolversi della situazione e come li sostenete in questo contesto?

«Il nostro team Entrepreneurs and Executives sa bene che per molti il cuore del patrimonio privato è costituito dalla propria attività aziendale. L’anno scorso, nel pieno della pandemia, ci siamo subito attivati per affiancare gli imprenditori insieme ai consulenti della clientela aziendale per facilitare, dove necessario, il loro accesso ai crediti ponte garantiti dalla Confederazione. Il processo era talmente facile e rapido al punto che la maggior parte delle aziende ha ricevuto i fondi necessari entro poche ore con un record di 18 minuti dal momento della richiesta. Le aziende hanno reagito alla situazione con grande flessibilità, alcune hanno approfittato per rivedere la loro strategia o per affrontare temi che da tempo rimandavano, come per esempio la successione aziendale. Noi ci teniamo particolarmente a offrire ai clienti un servizio di eccellenza, che è parte della nostra cultura aziendale, anche e soprattutto in un momento difficile come quello attuale».

Può farci un esempio concreto di consulenza finanziaria globale?

«Un ottimo esempio può essere la regolamentazione della successione: supponiamo che il titolare di una società decida di passare il timone a sua figlia. Prima, però, desidera svincolare per sé stesso una parte del patrimonio aziendale. La figlia, quindi, come nuova azionista di maggioranza, necessita di un finanziamento per l’acquisto delle azioni, di cui si occupa il nostro settore per gli affari con la clientela commerciale. Il padre ottiene la liquidazione di un determinato importo e aiuta la figlia a finanziare l’acquisto delle azioni mediante l’importo immobilizzato. Siamo quindi già tornati automaticamente nella sfera privata. Una volta ricevuto il denaro, di che alternative dispone il padre? Come affronta la questione della previdenza per la vecchiaia? In che modo può ottimizzare gli investimenti suoi e dell’azienda? Con i nostri consulenti e gli specialisti di volta in volta più adatti troviamo le soluzioni più appropriate».

In quale fase della vita di un’azienda dovrebbe iniziare idealmente l’assistenza globale da parte della banca?

«Ciò può avvenire già al momento della costituzione o in un secondo tempo. Dipende dalle dimensioni e dalla crescita dell’impresa. A questo proposito occorre sapere che la maggior parte dei titolari non dispone di molta liquidità, poiché gli utili spesso vengono subito reinvestiti. Vediamo spesso amministratori così assorbiti dalla gestione ordinaria della loro azienda da non avere tempo di pensare ad altro. Tuttavia è importante ragionare sulla propria strategia patrimoniale e sottoporla alla verifica di esperti, al fine di rilevare per tempo i rischi per l’impresa e per la famiglia, ma anche di identificare opportunità per il futuro».

Riguardo al rischio e alle opportunità di cui sopra, quali sono gli aspetti principali da considerare?

«Per i rischi, oltre a una regolamentazione della successione ben pianificata, troviamo soprattutto la previdenza per la vecchiaia. Gli imprenditori preferiscono tenere i loro fondi previdenziali in azienda, una scelta comprensibile, ma indubbiamente rischiosa. Tutte le imprese implicano rischi, che non sempre sono prevedibili. L’imprenditore deve esserne consapevole e valutare se esistono anche altre soluzioni previdenziali non soggette agli stessi cicli di rischio della sua ditta. Per quanto concerne le opportunità ci sono per esempio i piani di previdenza 1e tramite i quali le aziende possono offrire ai dipendenti maggiore libertà nella gestione previdenziale e al tempo stesso usufruire di interessanti vantaggi, ad esempio alleggerire il bilancio aziendale. Inoltre, offriamo anche una gestione professionale della partecipazione azionaria che può aprire la strada a un ulteriore sviluppo dell’attività imprenditoriale».

Che cosa intende per gestione della partecipazione azionaria?

«La nostra consulenza qualificata nel campo del Corporate Housekeeping è pensata per rispondere a domande del tipo: “Come si può custodire in modo sicuro e trasferire in modo efficiente la propria partecipazione azionaria?”. Grazie al sostegno dei nostri consulenti alla clientela e con l’ausilio dei nostri esperti si avvia un processo di consulenza sistematico per trovare la chiave per rispondere a queste domande. Per esempio, valutiamo una soluzione di digitalizzazione dei certificati azionari o la costituzione di azioni digitali. Il Corporate Housekeeping crea così le condizioni per opzioni strategiche: la professionalizzazione delle strutture correlate alle partecipazioni azionarie costituisce un’ideale base di partenza per i trasferimenti di proprietà: dall’accettazione di nuovi investitori, alla quotazione in borsa o a operazioni di fusione e acquisizione, sistemi di partecipazione dei collaboratori, fino a soluzioni di successione o eredità».

Tra le altre sfide che vive un imprenditore oggi per la sua azienda ci sono anche i tassi negativi.

«Si, in questo ambito affrontiamo il tema partendo da un punto di vista più ampio, rivedendo la modalità di utilizzo e la gestione della liquidità in eccesso non necessaria per l’esercizio all’interno delle PMI. Nell’attuale contesto economico le strategie d’investimento a basso rischio non consentono di conseguire rendimenti interessanti. Inoltre, è difficile riuscire a conservare il valore dei portafogli obbligazionari. Per questo motivo offriamo la nostra consulenza in materia di investimento della liquidità non necessaria per permettere da un lato di evitare i tassi negativi, ma anche di ottenere un rendimento e contenere le oscillazioni di valore a fine anno. Se la liquidità viene investita direttamente dalla società è possibile approfittare dei vantaggi fiscali offerti dal principio del valore contabile: è vero che gli utili di capitale sono fiscalmente imponibili, ma in contropartita le perdite di capitale possono essere compensate con gli utili».