21Shares costituisce una emittente a livello globale che vanta la più ampia gamma di prodotti quotati in varie borse europee. Possiamo riassumere quali sono state le principali tappe di questa espansione sul mercato?

«Tutto è nato dalla volontà dei nostri co-fondatori, Hany Rashwan e Ophelia Snyder, di rendere questa classe di investimenti accessibile a tutti. Il mondo delle crypto e della tecnologia blockchain viene spesso percepito come complesso, incomprensibile e distante. La nostra visione è quella di portare tutte queste nozioni alla popolazione, cercando dunque di rendere più fruibile la comprensione e l’utilizzo, in particolare attraverso la messa a disposizione di prodotti semplici da utilizzare ed innovativi.
21Shares è una società svizzera fondata nel 2018. La sede principale è a Zugo, mentre gli uffici sono collocati a Zurigo e New York. Attualmente, a seguito di una rapida crescita è arrivata a contare 130 dipendenti, di cui una grossa fetta è composta dal nostro dipartimento di ricerca, pilastro fondamentale nella nostra squadra. Formato da membri con alte competenze, il team di ricerca pensa al di fuori degli schemi e analizza i rapidi sviluppi nel mondo crypto e blockchain. Nel 2018 abbiamo sviluppato HODL, il primo prodotto negoziato sulla borsa svizzera. Oggi offriamo 33 prodotti crypto negoziati in borsa disponibili in diverse valute in tutta Europa».

Che cosa rappresentano gli Exchange Traded Products (ETP) nel processo intrapreso per rendere le criptovalute sicure e accessibili per tutti gli investitori?

«Il nostro slogan è “crypto alla portata di tutti”, un approccio in cui crediamo fortemente. Il nostro obiettivo è di consentire a tutti di partecipare in modo equo e paritario al mondo delle criptovalute. Cerchiamo dunque di informare i potenziali investitori e consentire loro un facile accesso a questa forma di investimenti.
Concretamente, cerchiamo di creare opportunità di investimento diversificate, principalmente attraverso l’emissione di prodotti negoziati in borsa, i cosiddetti Exchange Traded Products, ETP. La scelta di un ETP è infatti quella più semplice, soprattutto per i neofiti della criptovaluta. È uno strumento finanziario che può essere negoziato su borse come SIX, allo stesso modo di qualsiasi azione, obbligazione o fondo d’investimento. Gli ETP tracciano l’andamento di una criptovaluta, di un token o di un indice mantenendo i costi bassi poiché presenti solo in forma di costi di transazione e di commissioni di custodia. I nostri prodotti offrono inoltre una forma di sicurezza supplementare, poiché non prevedono di avere un portafoglio crypto contenente codici di accesso o password e riducono così il rischio di hacking».

Perché le criptovalute e la tecnologia blockchain possono giocare un ruolo di grande importanza nella situazione attuale condizionata dallo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina?

«Una caratteristica distintiva delle criptovalute è che generalmente non sono emesse da un’autorità centrale, il che le rende teoricamente immuni da interferenze o manipolazioni governative. I vantaggi delle criptovalute includono anche trasferimenti di denaro più economici e veloci e sistemi decentralizzati che non falliscono in caso di guasto.
La guerra in Ucraina dimostra i vantaggi delle criptovalute, soprattutto in una situazione estrema. Il governo ucraino ha raccolto decine di milioni di dollari in donazioni in criptovalute, che possono essere fatte su un conto aperto dalla Banca Nazionale Ucraina. Inoltre, in tale periodo storico critico le persone in fuga in possesso di risparmi possono trarre beneficio dalle criptovalute, anche perché la moneta legale tende a svalutarsi a causa della guerra.
Le blockchain sono fondate su un principio di tracciabilità delle informazioni, uno strumento prezioso quando si tratta, ad esempio, di reperire la veridicità di certe notizie, come ad esempio delle immagini pubblicate in relazione al conflitto».

Quali sono le principali caratteristiche e i vantaggi offerti dai vostri prodotti nella gestione di un mondo virtuale decentralizzato?

«Un aspetto sicuramente vincente è la loro semplicità e facilità d’uso nell’acquistare e gestire commodities complesse come criptovalute, token, o algoritmi. I nostri prodotti funzionano come fondi di investimento in cui è possibile partecipare allo sviluppo di una commodity. Tutto ciò che serve è dunque un conto in banca, lo stesso strumento che si usa per comprare azioni/obbligazioni o fondi di investimento di vario genere, con la differenza che nei nostri prodotti i sottostanti sono delle criptovalute. Essendo i prodotti sempre liquidi sulle borse dove sono quotati, essi possono poi essere trattati in qualsiasi momento. A dipendenza del prodotto è possibile comprare un tipo unico di valuta, oppure partecipare nella classe di investimento delle criptovalute e diversificare il rischio da 5 a 10 valute in un fondo solo, un aspetto che rappresenta un ulteriore vantaggio. Anche la questione sicurezza non è da sottovalutare, in quanto il rischio di hacking viene minimizzato».

Dal vostro osservatorio privilegiato quali previsioni avanzate circa lo sviluppo futuro del mondo gaming e accesso al Metaverso?

«Il Metaverso permette un insieme di mondi virtuali paralleli al nostro mondo fisico, progettati per promuovere l’interazione sociale, a livello di incontro, gioco, collaborazione o addirittura lavoro. Combina diversi componenti tecnologici, tra cui blockchain, NFT, DeFi, gaming, realtà aumentata e realtà virtuale. Anche se si tratta di un termine già in uso da un certo tempo, il pubblico ha imparato a conoscerlo maggiormente con il rebranding di Facebook a Meta, che intende concentrarsi sulla prossima generazione di social network nella realtà virtuale.
I giochi criptonativi, ossia che si svolgono nel Metaverso, ne sono un’applicazione. Stiamo infatti assistendo alle prime generazioni di giochi blockchain che utilizzano il modello dei giochi a ricompensa. Questi giochi offrono l’opportunità di rendere le applicazioni DeFi, la tecnologia simile a quella delle cripto su cui questi giochi si basano, più divertente, accessibile e comprensibile. Tale utilizzo ha un suo potenziale, soprattutto se un determinato gioco può creare strumenti facili da usare. Il rischio, però, è di indurre una dipendenza simile a quella dei giochi d’azzardo, soprattutto quando gli incentivi non sono tanto incentrati sul gioco quanto sui guadagni».

Nel contesto di Metaverso si parla spesso anche di NFT, la cui caratteristica, a differenza delle critpovalute, è quella di non essere reciprocamente intercambiabili. Che conseguenza potrà avere nella vita delle persone la rapida crescita in atto da parte degli NFT?

«Gli NFT sono in fase di sviluppo e continueranno a rivoluzionare vari settori e modelli d’affari. Ad esempio, anche se l’anno scorso il 90% delle vendite di NFT è stato generato da opere d’arte e collezionismo, riteniamo che i videogiochi aumenteranno significativamente la loro quota di mercato nel 2022. Sul versante normativo, potremmo assistere alla repressione di alcuni progetti NFT e dei loro promotori, in particolare nel caso degli NFT che potrebbero essere classificati come titoli non registrati e vere e proprie truffe, come gli schemi piramidali pubblicizzati su canali di social media come TikTok o Instagram. Tuttavia, l’aspetto positivo è che gli NFT saranno parte integrante dell’infrastruttura del Web 3.0.
Un altro megatrend che prevediamo nel 2022 potrebbe scaturire dai cosiddetti social o fan token e dagli NFT musicali. I creatori di contenuti, gli artisti, i cantanti, gli scrittori e gli influencer dei social media sono le vere star e i veri generatori di reddito per le aziende del settore dei media e le etichette discografiche, ma spesso sono sottopagati. C’è sempre un’entità terza, come Instagram, YouTube o Universal, che media l’interazione tra i creatori e fan, ripartendo il reddito e il controllo estetico. I social token e gli NFT possono insidiare sostanzialmente questo funzionamento instaurato già da tempo, pagando direttamente i creatori per il loro lavoro. I tifosi di calcio potrebbero, ad esempio, scegliere le maglie per la nuova stagione, oppure i cantanti emergenti potrebbero rendere i fan partecipi del loro successo grazie alle royalty».

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