Il marchio Vemar, nato negli anni 70 grazie all’intuizione di Riccardo Simoni, torna a rivivere grazie ad IHC (International Helmet Company) e al suo CEO Meluccio Piricone, che ha rilevato il marchio, per rilanciarlo con l’obiettivo di tornare leader di mercato.
Ci racconta brevemente la storia di Vemar?
«Dopo 7 anni di silenzio, nel 2016 abbiamo rilevato Vemar rilanciandola sul mercato. Oggi produciamo 77mila caschi e fatturiamo 4 milioni. Ma il nostro target è arrivare n arrivare ad un fatturato di 10 milioni nel giro di due anni e aumentare i Paesi in cui siamo distribuiti, che adesso sono 36. Vogliamo far crescere e sviluppare l’azienda coinvolgendo nel progetto giovani studenti, a tal fine stiamo sviluppando delle collaborazioni con importanti istituti universitari quali Politecnico di Milano e l’Università di Zurigo».
Ci parla dei vostri progetti che riguardano anche l’immagine coordinata?
«La nuova immagine coordinata nasce dall’esigenza di dare al marchio una connotazione e dimensione più marcatamente internazionale. A tal fine dopo due anni in cui abbiamo investito sul prodotto per creare una gamma di caschi che potesse soddisfare la più ampia platea di potenziali utenti, abbiamo deciso di focalizzare parte dei nostri investimenti in un piano coordinato di comunicazione i cui principali contenuti sono stati svelati lo scorso mese di luglio in occasione dell’International Meeting. Le grafiche dei nostri prodotti sviluppate in sinergia tra il nostro team interno e consulenti esterni, sono concepite per anticipare le tendenze di mercato e per rispondere agli input che riceviamo dai mercati nei quali siamo distribuiti. Per lo sviluppo del prodotto stiamo invece pensando e valutando nuovi materiali che, sempre nel rispetto della sicurezza, possono rendere il casco più leggero e confortevole per chi lo indossa.
Inoltre c’è tutto un mondo legato alla sicurezza da ricostruire…
«Quando acquistiamo una moto o uno scooter impieghiamo tempo, ricerche, attenzione. Anche quando scegliamo un casco, il dispositivo di sicurezza per eccellenza, dovremmo dedicarci la stessa attenzione. Noi vogliamo riportare il casco al centro, perché non sia solo un elemento decorativo o un semplice accessorio. Partiremo con un progetto in collaborazione con le scuole per sensibilizzare i ragazzi delle medie sull’importanza dell’educazione stradale e sulla funzione fondamentale del casco. Dietro la grafica o l’aspetto esteriore, insomma, ci deve essere la sostanza».
La versione completa di questo articolo la potrete trovare all’interno dell’edizione cartacea di Ticino Welcome oppure su Issu a pagina 204
Ticino Welcome 60 – Issu