L’azienda Chiodoni 1957 è attiva da oltre 60 anni nel settore dell’arredo e della tecnologia per gli uffici. Quali sono state le più importanti tappe che hanno scandito la storia di questa impresa familiare?

«L’azienda è stata fondata nel 1957 come ditta individuale. Mio papà Luigi dopo aver fatto l’apprendistato come meccanico di macchine per scrivere, decise di mettersi in proprio e cominciò a percorrere il Ticino seguendo le richieste del mercato e l’evoluzione della tecnologia e proponendo dapprima macchine per scrivere, affiancate poi subito dalle fotocopiatrici e dall’arredo per gli uffici. Per 7/8 anni ha lavorato da solo, poi man mano che l’attività cresceva ha cominciato ad attorniarsi di collaboratori.
Tappe importanti: 1984 trasferimento degli uffici, officina e showroom nello stabile di proprietà in Via Moncucco 1 a Besso, sede attuale dell’azienda.
Anni ’80: l’azienda amplia la sua offerta con l’offerta di software e hardware informatici proponendo, con un grande riscontro da parte del mercato ticinese, i primi PC.
Dopo aver conseguito una laurea in economia a Losanna e aver lavorato alcuni anni nel settore bancario, nel 1999 entra in azienda mio marito Paolo Bentoglio e la ditta individuale viene trasformata in SA. Paolo affianca in un primo momento mio papà e poi nel 2007, assume la direzione dell’azienda.
Tenendo fede allo spirito del fondatore che con amore e passione per il proprio lavoro per 50 anni si è messo quotidianamente all’ascolto delle esigenze e dei desideri di molti imprenditori attivi sul nostro territorio per creare ambienti di lavoro efficienti e funzionali, l’azienda negli ultimi 20 anni propone una consulenza nell’ambito della digitalizzazione dei documenti e dei processi aziendali per accompagnare con competenza gli imprenditori ticinesi verso il futuro digitale».

Quali sono state nel tempo le principali tendenze che hanno contraddistinto l’evoluzione dell’arredamento per l’ufficio?

«Ufficio tradizionale con postazioni fisse per ogni collaboratore e stanze separate: scrivanie ad angolo per poter ospitare i monitor profondi; open space con postazioni ancora tradizionali ma più lineari e recentemente, soprattutto dopo la pandemia, spazi ibridi e più flessibili con ambienti privati per videoconferenze e call e spazi più ampi per incontri di gruppo. Arredi flessibili con postazioni di lavoro non assegnate. Scrivanie elevabili elettricamente per poter alternare il lavoro in piedi e da seduti. L’attenzione all’ergonomia e alla vivibilità del posto di lavoro si è sempre più affermata. La differenziazione fra arredo per la casa e arredo per gli spazi lavorativi tende a smussarsi: elementi del design residenziale vengono inseriti negli uffici come zone relax, lounge, ecc
Colori: dagli uffici monocromatici con prevalenza per colori neutri come grigio, bianco e nero si è passati ad una gamma di colori molto più ampia (rosso, blu, giallo, verde, etc). Spesso inserendo solo alcuni tocchi di colore che esprimono la personalità dell’imprenditore e l’attenzione per gli effetti fisiologici e sulla sensibilità di chi lavora delle scelte cromatiche. Materiali: metallo e legno sono sempre presenti accostati al vetro o ad inserti in cuoio, marmo, o altri materiali pregiati per gli arredi direzionali.
Una tendenza attuale è anche la scelta di arredi modulari, estremamente personalizzabili che sono adattabili alle varie esigenze e a tutti i cambiamenti e all’evolversi dei bisogni. Attenzione anche alla sostenibilità degli arredi nel momento della produzione e alla loro durata di vita».

Che impatto ha avuto e quali conseguenze ha determinato l’avvento in ufficio delle tecnologie informatiche?

«Il processo di digitalizzazione, che si è accelerato con la pandemia e il conseguente lockdown, sarà inevitabile nei prossimi anni per tutte quelle aziende che vogliono rimanere competitive. La tecnologia informatica e soprattutto la digitalizzazione hanno sicuramente un impatto positivo nel mondo dell’ufficio. Sostenuta da una consulenza adeguata e personalizzata essa permette di passare da una gestione analogica dei documenti e dei processi di lavoro ad una gestione digitale più efficiente e efficace, riducendo i costi di gestione e liberando risorse di tempo che può essere impiegato in attività più creative. Il giusto livello di digitalizzazione massimizza la produttività e deve perciò essere affrontato come un investimento in efficienza e competitività e non come un costo per l’azienda.
Si tratta quindi di un’opportunità sia per le aziende sia per i collaboratori, che non vanno travolti dal processo ma coinvolti nel cambiamento. Siamo convinti che la tecnologia digitale possa sostenere ed aiutare, ma mai rimpiazzare l’intelligenza e le capacità umane. Purtroppo in questo momento molte PMI in Ticino fanno ancora fatica a vedere i benefici e l’utilità di una tale trasformazione che, d’altra parte, fa paura ed è un fattore di stress per molti collaboratori.
È chiaro che le aziende vanno accompagnate in questo processo di cambiamento. Chiodoni Luigi SA propone perciò il concetto di connessione tra gli spazi reali e quelli virtuali dell’azienda. Si tratta di riprodurre nello spazio virtuale tramite software ad hoc l’organizzazione analogica e “cartacea” di tutti i processi lavorativi. In questa maniera, i collaboratori non devono affrontare un salto nel buio ma, grazie al supporto del nostro team, possono continuare a lavorare seguendo le stesse procedure a cui sono abituati. È indispensabile che si crei un rapporto di fiducia fra il nostro team che si occupa dell’implementazione e della formazione e il cliente».

Parità di genere. Qual è ruolo della donna all’interno della vostra azienda e quali le posizioni di responsabilità da loro assunte?

«All’interno di un team di 12 persone, siamo in tre donne. Oltre a me, che con mio marito mi occupo delle scelte strategiche dell’azienda e della comunicazione aziendale, c’è Irma, che da oltre 20 è responsabile di tutta l’amministrazione e supporto insostituibile al team di vendita, oltre che “memoria storica” dell’azienda. Cristina è entrata invece nel nostro team all’inizio dell’anno. Si tratta di una signora che, dopo la maternità e gli anni dedicati alla famiglia e ai figli, ha intrapreso una seconda formazione alla Scuola Specializzata Superiore di Economia di Bellinzona conseguendo un diploma di Informatica di gestione. È stata assunta come programmatrice per seguire lo sviluppo di alcuni software che è nostra intenzione inserire nel nostro portfolio di prodotti e come supporto al nostro team, finora solo maschile, dell’area informatica. Fra l’altro attualmente segue due ragazzi che stanno finendo il loro stage con lavoro finale per l’ottenimento dello stesso diploma».

Di recente avete acquisito il brand Bosse. Quali soluzioni propone per l’ufficio e quali sono i suoi punti di forza che hanno determinato la sua affermazione sul mercato?

«Il marchio Bosse fa parte del gruppo Dauphin assieme a Züco, con cui ugualmente da quest’anno collaboriamo ampliando la nostra offerta di sedute di qualità.
In Svizzera, Bosse è conosciuto soprattutto in ambito germanofo.  Da oltre 50 anni propone soluzioni di arredo ispirate al principio “il meno è più”: quindi arredi molto lineari, dalle linee pulite per un design elegante e senza tempo, adatti sia per l’ufficio che per la casa. Caratteristica principale è la flessibilità e la modularità: un sistema che permette infinite possibilità di configurazione e di personalizzazione per dei mobili che si adattano a tutti i cambiamenti e all’evolversi delle esigenze del cliente nel segno della sostenibilità e della longevità. Sono universali e perciò adeguati ad ogni tipo di ufficio, ma anche fortemente personalizzabili.
Si tratta di un sistema di tubolari, giunti e pannelli di alta qualità che formano la base per infinite possibilità di arredo. Abbiamo scelto di puntare su Bosse perché, contrariamente ad altri sistemi di arredo analoghi e più conosciuti sul nostro territorio, questo marchio permette anche la scelta fra un’ampia gamma di materiali: dal melaminico con finiture legno, al colore laccato o opaco ad una vasta gamma di legni pregiati, agli inserti in vetro.
Mobili dunque che, pur conservando il concetto del design essenziale di stampo tedesco, hanno un’anima più calda rispetto al più ricorrente metallo e perciò perfetti per il mercato ticinese.
Bosse propone in più una ricca selezione di colori, fra cui, per i fans del Maestro, 12 tonalità originali del sistema cromatico Architectural Polycromie di Le Corbusier e, novità rispetto ad altri brand, i tubolari sono fornibili anche in nero oltre che in cromato lucido, per delle soluzioni Total Black, molto eleganti. Il marchio ha referenze importanti in tutto il mondo, fra cui la Cassa di risparmio di Berlino, le industrie Implenia a Wallisellen e il municipio di Friedrichshafen (De)».