Da Baratella Giardini hanno una consapevolezza: i cambiamenti climatici repentini e anomali sono diventati sempre più difficili da gestire e affrontare: cicloni, alluvioni che colpiscono in periodi dell’anno atipici, ma soprattutto caldo e lunghi periodi di siccità come sta caratterizzando il 2022, sono il segnale di una vera e propria crisi climatica globale. Se si pensa che un giardino di media grandezza coltivato a tappeto verde di 500 mq, durante le giornate estive, può consumare fino a 30’000 litri di acqua a settimana, l’equivalente della quantità di acqua di una piccola piscina, si fa presto a capire che un tale consumo di questo prezioso bene, non può più essere ragionevolmente sostenibile
Come si può affrontare il problema di una scarsità d’acqua che si registra soprattutto in corrispondenza di settimane di clima caldo e afoso?
«Lo si può affrontare soprattutto in fase di progettazione e, nello specifico, durante la scelta delle piante da inserire. La soluzione di un impianto di irrigazione va pensato in modo diverso da come lo si pensava fino ad ora, ovvero come dispensore illimitato di acqua per qual si voglia coltura, piuttosto, va progettato per sopperire a momenti di emergenza come una nuova piantagione o lunghi periodi di caldo o di vento. Alle nostre latitudini, possiamo dire di aver fatto una buona scelta di piante, se ad eccezione dei periodi descritti precedentemente, possiamo mantenere il nostro impianto spento. Evidentemente questo non può essere il caso delle piante coltivate in vaso, le quali soffrono maggiormente periodi di caldo e vento e non possono fare affidamento negli strati di suolo più profondi che in natura trasmettono umidità al suolo nelle ore notturne».
Quali soluzioni concrete è dunque possibile iniziare ad adottare?
«Naturalmente il primo consiglio riguarda la scelta di piante a bassa richiesta idrica. Vale per balconi, terrazzi e giardini: esistono specie molto assetate (soprattutto in vaso) e altre che chiedono poca acqua.
Per riconoscere le specie eliofile che sono spesso anche a bassa esigenza idrica, basta osservare alcune particolarità senza essere dei grandi conoscitori, elenchiamo le caratteristiche più comuni: colore delle foglie chiare, foglie ricoperte da peluria spesso fitta, pezzatura delle foglie ridotta e foglie carnose.
In secondo luogo va considerato che dopo la piantagione, la loro esigenza rimane alta fino a quando l’apparato radicale non si sviluppa in profondità, e per far si che questo accada, il suolo deve avere la giusta consistenza ovvero quella del loro luogo di origine, spesso povero e sabbioso per i primi 20 cm di profondità ma anche drenante nelle parti più profonde.
Il classico tappeto verde inglese rimane uno dei maggiori consumatori di acqua, infatti nel suo luogo di origine, l’acqua non è un bene raro.
Nonostante le abitudini di vedere grandi estensioni di tappeto verde perfetto non saranno facili da estirpare, prima o poi, però, saranno scelte obbligate dal costo dell’acqua, dal suo possibile razionamento o più semplicemente dalla nostra coscienza.
Questo non significa però che se ne debba rinunciare in modo completo. Tra le graminacee esistono delle specie molto resistenti al secco e al caldo: Stipa, Festuca, Calamagrostis, Pennisetum, ecc. per menzionarne solo alcune. Ricordiamo però che non hanno la facoltà di rigenerarsi rapidamente come della Poa di cui sono costituiti i nostri tappeti verdi. Questo significa che dovranno venir lasciate alte, ma che potranno anche esprimersi con delle magnifiche fioriture estive.
Una possibilità ragionevole potrebbe essere quella di alternare piccoli spazi con erba irrigata a grandi estensioni di graminacee da secco. Questo concetto di prato regalerà molte sorprese ed effetti colorati naturali, nonché una maggiore vita di insetti come Lucciole, Farfalle, ecc. e mammiferi utili alla biodiversità come il Riccio, il Tasso, ed altri».
E per quanto riguarda le piante in vaso?
«In questo caso bisogna ricordare che le irrigazioni non potranno mai venire sospese, ma vasi profondi almeno 60 cm potranno aiutare le piante a sviluppare apparati radicali lunghi e resistenti a maggiori periodi di siccità.
Ogni pianta dovrà essere accudita nelle prime fasi di sviluppo di almeno un anno.
Le riserve idriche non sempre sono delle buone soluzioni, i loro limiti sono il rischio di non saperle gestire in modo ottimale e la loro breve durata ed effetto. Senza contare il rischio che diventino dei veri e propri ricettacoli di fastidiosi insetti come la famigerata Zanzara tigre che ama i piccoli depositi di acqua non esposti al sole.
Impianti di subirrigazione possono far risparmiare ingenti quantità di acqua ma attenzione alle perdite dei tubi non visibili, che nascondono anche grandi fuoriuscite di acqua difficilmente trovabili, il che si tramuta in costi elevati.
Ricordiamo una cosa importante, pianta resistente al secco non significa pianta non bella, piuttosto è vero il contrario».
Quali sono le piante più idonee ad affrontare elevate temperature e scarsità d’acqua?
«Il primo consiglio è quello di tornare a guardare con attenzione la nostra storia vegetale, restituendo un ruolo preminente al verde mediterraneo: arbusti come Oleandro, Pittosforo, Ibisco, Corbezzolo, Santolina, Lavanda; fioriture resistenti al caldo quali Gazania, Mandevilla, Plumbago, Petunie ricadenti, Bidens, Lantane, Sanvitalia e altre. Per inverdire le pareti anche dove il clima è bollente vengono in aiuto falso Gelsomino, Passiflora, e Solanum nelle versioni a fiori blu oppure bianchi, che sbocciano fino all’autunno inoltrato. E poi naturalmente piante succulente che resistono alla siccità come Delosperma, Mesembriantemo, Sedum e l’inarrestabile Portulaca. Da non trascurare anche le aromatiche mediterranee (Salvia, Rosmarino, Timo, Origano, Maggiorana, Finocchietto e tante altre) che alla bellezza, profumo, fioriture e sapore uniscono anche l’attitudine a tenere lontano i parassiti delle piante».
Perché anche a proposito del risparmio idrico è consigliabile rivolgersi ad esperti giardinieri al fine di individuare le soluzioni più efficaci?
«Installare un giardino o realizzare un terrazzo verde rappresenta in ogni caso un’operazione delicata il cui buon esito è spesso il risultato del raggiungimento di un equilibrio tra diversi fattori. Punto fondamentale per partire con il piede giusto riguarda la conoscenza dettagliata della situazione preesistente. Oltre a permettere una verifica delle dimensioni rappresentate su carta, il sopralluogo consente al progettista di apprezzare i valori del luogo: le viste migliori dall’interno e verso l’esterno della proprietà, l’esposizione, il rapporto con la casa e lo spazio abitato a cui si deve relazionare; ma anche le criticità su cui si andrà a lavorare nel progetto. In questo contesto, l’irrigazione riveste un altro aspetto di estrema importanza, visto che il giardino nel complesso, che sia un prato, orto, piante, alberi, ecc. andrà rifornito di acqua in situazioni di emergenza e per una piccola percentuale in modo regolare per mantenerlo in salute e per far svolgere le normali funzioni biologiche essenziali. A tal fine, il professionista sarà in grado di analizzare e consigliare le varie tecniche di irrigazione, quanta acqua utilizzare e quando conviene maggiormente effettuare tale operazione nel corso della giornata. Esistono infatti tantissime strategie differenti di irrigazione del proprio giardino, tutte molto efficaci e con le proprie caratteristiche e tempistiche. Conoscerle e applicarle correttamente è indispensabile per evitare la spesa di impianti inefficaci o insufficienti, inutile dispersione e spreco d’acqua».
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