Con quale bilancio si chiude il Salone del mobile di Milano 2025?

«Direi che fra i tanti dati positivi emerge la percentuale di operatori esteri, pari al 68% delle presenze, la più alta di sempre, a conferma del ruolo chiave della manifestazione che ha offerto nuove opportunità di business verso 151 Paesi del mondo. L’indice di soddisfazione dei visitatori si attesta all’88%, mentre quello dell’intenzione di ritorno degli espositori è pari al 94%. La classifica per Paesi di provenienza conferma la Cina prima in classifica, tuttavia in flessione rispetto alle presenze del 2024, segnale di un’economia che sta affrontando sfide strutturali interne ed esterne. Il dato è bilanciato dalla tenuta complessiva delle presenze di operatori europei, in linea con il valore dell’export del macrosistema arredo italiano verso il primo mercato unico mondiale (circa 10 miliardi di euro nel 2024, 51% del totale). Dopo la Germania al secondo posto, sono in forte crescita le presenze da due tra i mercati più performanti nel 2024 per l’export del macrosistema arredo: Spagna e Polonia. Seguono in classifica Brasile, Russia, Francia, Stati Uniti, India e Svizzera».

Si può già parlare di mutamenti nella geografia del business, all’indomani dall’annuncio dei dazi americani e della crescita di tensioni internazionali sui mercati?

«Erano presenti in fiera 350 tra grandi investitori, buyer, retailer, contractor e media da 50 Paesi con 27 delegazioni provenienti da Asia e Paesi del Golfo. Tra i mercati chiave nel riorientamento dell’offerta spiccano gli Emirati Arabi Uniti. Salgono poi dal 20esimo al 13esimo posto le presenze dal Giappone e, sempre nell’area centro-asiatica, emerge il ruolo della Corea del Sud. A questi numeri si sommano le 39mila presenze del SaloneSatellite, che si conferma dizionario internazionale della creatività contemporanea, un punto di riferimento per le aziende alla ricerca di nuovi talenti. Il settore dell’arredo ha dimostrato, ancora una volta, quanto qualità e innovazione di processo e prodotto siano ingredienti chiave di una competizione internazionale sempre più sfidante».

Grande successo anche per quanto riguarda il Salone Euroloce…

«In linea con le aspettative, Euroluce ha ridefinito il futuro dell’illuminotecnica, creando una spinta nella competitività tra aziende italiane all’avanguardia – con oltre l’80% del fatturato complessivo generato dall’estero – e un 45% di aziende estere, leader del settore».

La città di Milano ha risposto con grande partecipazione alle iniziative proposte dal Programma Culturale…

«Grande successo di numeri per il Programma Culturale del Salone 2025 che, quest’anno, dalla fiera ha abbracciato la città con due grandi progetti, realizzati in collaborazione con due tra le più prestigiose istituzioni milanesi. Abbiamo cercato di costruire nuovi percorsi di pensiero, insieme ad alcuni tra i più visionari protagonisti del contemporaneo. Sono state 95.300 le persone che hanno visitato The Library of Light, l’installazione a firma di Es Devlin che, nell’anno di Euroluce, ha illuminato il Cortile d’Onore della Pinacoteca di Brera con un omaggio al valore della conoscenza. Mentre Robert Wilson. Mother, al Museo della Pietà Rondanini – Castello Sforzesco, ha registrato, in poche ore, il tutto esaurito per l’intera Settimana del Salone del Mobile. Nel perimetro di Fiera Milano, Rho, tutto esaurito anche per La dolce attesa del regista Premio Oscar Paolo Sorrentino, un invito a una riflessione sul valore del tempo e l’incertezza. Sempre in fiera, Villa Héritage, il progetto di interni affidato all’architetto francese Pierre-Yves Rochon, ha generato nuova “meraviglia”, grazie a una rilettura, eseguita con grande sensibilità, dell’alta manifattura di ieri e di oggi e il contributo di oltre 40 brand Made in Italy».

Guardando all’edizione 2026, che si terrà dal 21 al 26 aprile, quali previsioni si possono fare riguardo all’andamento del settore arredo e alle prospettive del Salone?

«Puntiamo al 2026 con determinazione: l’anno prossimo ci attendono nuove, grandi sfide. Il nostro impegno è lavorare a un format ancora più inclusivo, con focus su PMI e mercati emergenti. Lo faremo insieme alla filiera con l’obiettivo di trasformare le difficoltà in opportunità. Insieme alle istituzioni italiane ed europee, da cui aspettiamo risposte concrete a favore di un settore strategico non solo per il Sistema Italia. Insieme a Milano, che deve impegnarsi a individuare e garantire un nuovo punto di equilibrio per accogliere al meglio chi soggiorna in città in vacanza o per business. Il Salone crea valore durevole a vantaggio di una molteplicità di soggetti. Penso sia arrivato il momento che tutti, a livello territoriale e nazionale, mettano in campo le azioni necessarie perché Milano possa continuare ad alimentare il successo di questo evento unico al mondo».