Vorrei partire da una panoramica generale riguardo alle opportunità che Lugano è in grado di offrire a chi vuole praticare un’attività sportiva…
Roberto Badaracco: «Bisogna fare una necessaria premessa riguardo al fatto che la città di Lugano conta circa 140 associazioni che a vario titolo e con modalità diverse si occupano di sport a livello agonistico, dilettantistico o amatoriale e che gli iscritti praticanti sono quasi il 10% della popolazione complessiva, una percentuale molto alta se poi si aggiungono tutti coloro che più saltuariamente si dedicano a un’attività all’aria aperta o usufruendo delle apposite strutture. Di queste associazioni circa un’ottantina dispongono di apposite sezioni che si occupano dello sviluppo dei settori giovanili. Questi dati sono indicatori importanti del benessere e della qualità della vita che il Ticino è riuscito a raggiungere nel corso degli ultimi decenni. Al tempo stesso, rappresentano una valida motivazione e uno stimolo per dare alla città, dopo anni di relativo immobilismo, una strategia globale di intervento nel campo delle strutture necessarie alla pratica di tutte le discipline sportive».
Quali sono i punti cardine di questo programma d’intervento?
Roberto Badaracco: «Il cantiere per la realizzazione del nuovo stadio è entrato nella sua fase operativa. Contiamo di inaugurare la struttura entro la prima metà del 2026. Poco più tardi toccherà al palazzetto dello sport. Ci siamo impegnati a fondo su questo dossier e ora, con gli investitori privati, lo stiamo portando a termine nei tempi previsti».
Massimo Pedrazzini: «Non posso tuttavia fare a meno di notare che nel progetto del nuovo polo sportivo non sono state in alcun modo prese in considerazione le esigenze dell’hockey. E questo mi pare ancor più sorprendente se si considera la diffusione di questo sport a livello di pratica agonistica, partecipazione popolare, movimento giovanile, cultura cittadina».
In che modo è possibile ora rimediare a questa grave carenza?
Roberto Badaracco: «È stato indubbiamente un errore compiuto fin dall’epoca dell’elaborazione del progetto originario a cui non è stato possibile rimediare in corso d’opera. Tuttavia, la consapevolezza da parte del Municipio di Lugano della necessità di dare un’adeguata risposta alle richieste dei tanti ticinesi appassionati di questo sport, e soprattutto la volontà di sostenere in modo concreto la crescita del movimento giovanile, ci ha indotto a prendere una definitiva decisione in merito ad una soluzione alternativa».
Di che cosa si tratta, possiamo vedere in concreto in che modo intendete procedere?
Roberto Badaracco: «La Città di Lugano tramite una convenzione di durata pluriennale finanzierà in parte la gestione della struttura in corso di realizzazione a Sigirino. In cambio di questo contributo avrà a disposizione un monte ore di circa 2000 ore all’anno di utilizzo delle piste di ghiaccio che si intendono edificare nel nuovo centro, a favore principalmente delle giovanili dell’Hockey Club Lugano. Si tratta di uno stanziamento importante di circa 600.000 franchi all’anno per i dieci anni di durata dell’accordo e i nuovi impianti dovrebbero essere a disposizione dei ragazzi già a partire dai primi mesi del 2026».
Si può dunque parlare di una positiva collaborazione tra pubblico e privato…
Massimo Pedrazzini: «Prima della chiusura di questo accordo ero molto perplesso riguardo alle scelte compiute dalla Citta a sostegno della Sezione Giovanile dell’Hockey Club Lugano. Ora la soluzione individuata mi sembra che faccia intravedere prospettive molto positive, anche se dovremo affrontare alcuni problemi di logistica e trasporti riguardo alla ripartizione dei ragazzi tra le strutture della Cornèr Arena e quelle di Sigirino. Il Comune di Lugano ha fatto uno sforzo davvero importante di cui sono molto riconoscente; ora sarebbe auspicabile coinvolgere anche altri Comuni della cintura luganese in un sostegno ad attività sportive che vedono la partecipazione, come nel caso della Sezione Giovanile dell’Hockey Club Lugano, di centinaia di ragazzi provenienti da tutta la regione».
Roberto Badaracco: «Vorrei avanzare ancora due considerazioni. La prima riguarda il fatto che gli sforzi compiuti confermano la strategia da sempre adottata dalla Città di Lugano di dare alle associazioni sportive in concessione gratuita l’utilizzo delle strutture disponibili, a conferma di una volontà di favorire in modo concreto la diffusione di ogni pratica sportiva tra la popolazione. La seconda guarda invece il domani, tenendo conto che la realizzazione di nuovi impianti sportivi richiede all’incirca una decina d’anni. Ebbene, credo che già oggi il Comune di Lugano debba iniziare ad impegnarsi per dotare la città di una terza pista di ghiaccio, al fine di assicurare una duratura prospettiva futura ai ragazzi, ai giovani, e a tutti gli appassionati dello sport dell’hockey».