Quali sono le principali conseguenze che la crisi finanziaria internazionale degli scorsi anni ha determinato sull’attività di Private Banking in Svizzera e in Ticino?

«Innanzitutto la crisi finanziaria ha portato a una forte contrazione dei margini. In particolare hanno inciso la forza del franco svizzero e i tassi negativi come conseguenza diretta della crisi. Spesso si dimentica che le banche svizzere sono tanto quanto alcune realtà industriali fortemente influenzate dal fattore cambio, in quanto esportano servizi e dunque incassano commissioni per la maggior parte in divisa estera a fronte di costi in franchi svizzeri. In politica si è parlato molto (e forse troppo) del problema legato al settore industriale dimenticando talvolta che il problema toccava anche il settore bancario. I tassi negativi comportano non solo pressioni sul margine d’interesse delle banche ma rende molto difficile la gestione patrimoniale obbligando banche e investitori ad assumersi maggiori rischi per remunerare i portafogli. Un altro aspetto della crisi internazionale è stato quello dell’esplosione del debiti pubblici che hanno indotto i vari paesi ad accelerare quel processo di lotta all’evasione fiscale che ha portato come prima conseguenza ai vari programmi di regolarizzazione e alla sostanziale fine del segreto bancario. Quest’ultimo aspetto è sicuramente stato un cambiamento epocale per il mondo del private banking svizzero, che però, come dimostrano i dati, le banche sono state brave a gestire, grazie alla stabilità del nostro paese ma anche e soprattutto grazie al nostro know-how in tema di finanza e gestioni».


Da tempo si parla della necessità di un cambiamento strutturale della piazza finanziaria ticinese. Quali sono a suo giudizio i principali elementi di cui tener conto e che andrebbero rapidamente modificati?

«Le banche in Ticino per anni si sono concentrate quasi esclusivamente sulla gestione patrimoniale. Questo oggi non è più sufficiente. Il cliente sempre più richiede servizi globali. Noi per esempio manteniamo il focus sulla gestione patrimoniale ma offriamo ai nostri clienti tutti i servizi tipici di banca universale ed abbiamo di recente aggiunto competenze professionali a supporto degli imprenditori. Oggi, nel mondo trasparente, il cliente è libero di muoversi e dunque la concorrenza aumenta. Per riuscire in questo nuovo contesto il cliente oggi va seguito in tutta una serie di situazioni che vanno dalle problematiche famigliari a quelle aziendali. Tornando invece alla gestione patrimoniale oggi più di prima conteranno i risultati e dunque le performance».


Come si sono andate trasformando le esigenze e le richieste della clientela Private Banking?

«Il cliente private spesso non è più giovanissimo e dunque oggi è confrontato con problemi legati al passaggio generazionale che toccano più aspetti della sua vita privata e aziendale. Per la banca è dunque importante saper accompagnare il cliente in questo delicato momento e deve saper rapportarsi con una nuova generazione spesso più formata in ambito finanziario e con esigenze e abitudini diverse. Oggi per esempio bisogna anche poter offrire servizi online e prodotti innovativi fintech senza però trascurare il contatto personale che a nostro modo di vedere avrà sempre una grande importanza. Un altro aspetto rilevante nel nuovo modo di fare banca è la necessità di offrire ai propri clienti la documentazione necessaria per far fronte ai propri obblighi fiscali. Su questo aspetto la nostra banca ha investito in risorse e tecnologia per poter offrire a tutta la nostra clientela le necessarie certificazioni fiscali».


Uno dei problemi più importanti riguarda la formazione del personale e l’acquisizione di nuove specifiche competenze. In questa prospettiva, quali sono i principali interventi che avete promosso?

«Oggi il mondo bancario richiede competenze e un grado di formazione nettamente superiore al recente passato. Questo cambiamento aveva toccato da tempo il mondo industriale ed oggi lo stesso vale per il settore bancario. Oltre alla necessità di soddisfare le sempre più complesse esigenze della clientela, è la continua evoluzione normativa che obbliga banche e collaboratori ad essere costantemente aggiornati. Per poter essere all’avanguardia la nostra banca investe costantemente nell’aggiornamento e nel reclutamento di personale di qualità in grado di generare valore aggiunto nei diversi settori di attività e li sostiene attivamente nella loro volontà di migliorarsi. Sui temi tradizionali ovviamente ci avvaliamo di professionisti e in Ticino della struttura del Centro di Studi Bancari che sta affinando ulteriormente le proprie capacità d’intervento in ambito formativo».