Da una parte ci sono i dati nazionali, che – se pur confortanti – sono ancora lontani dai numeri pre covid. Dall’altra c’è la particolare e rosea situazione del Canton Ticino. L’aumento dei pernottamenti su base annua è infatti il più florido fra le 10 regioni che mostrano una crescita (le altre 3 hanno numeri stabili). Ma il dato forse più rincuorante, è il rapporto con il primo semestre del 2019, cioè in epoca pre pandemia. In questo senso, il Ticino è l’unica zona che registra una crescita, mentre nel resto della Svizzera i numeri sono ancora molto lontani dal periodo prima del covid.

Secondo i dati diffusi oggi – mercoledì 4 agosto – dall’Ufficio federale di statistica (UST), tra gennaio e giugno 2021, in Svizzera sono stati registrati 11,4 milioni di pernottamenti in strutture ricettive certificate, con quindi un aumento del 14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma ancora lontano dai 18,8 milioni del primo semestre 2019. La flessione si assenta quindi al 39%. Piuttosto ampia…

I turisti in Ticino

In Ticino, causa soprattutto la pandemia, cambia anche la composizione percentuale dei turisti, intesi per nazionalità.
Quest’anno i primi in classifica sono gli ospiti che arrivano dal turismo interno: gli svizzeri che hanno pernottato in Ticino sono infatti 9,2 milioni, il 55% in più. Al contrario, è crollata la domanda estera (-45% a 2,2 milioni). In particolare, per ovvie ragioni, è diminuito l’afflusso di cinesi (-92%), inglesi (-84%), americani (-78%), cittadini dei paesi del Golfo (-75%), italiani (-21%) e tedeschi (-20%). In contro tendenza invece, i francesi – con il 3% in più -, ma soprattutto una serie di cittadini del vecchio continente, che rappresentano oggi un turismo tutto nuovo per il Ticino, da intercettare e motivare: in testa polacchi (+137%), slovacchi (+29%), rumeni (+24%) e bulgari (+12%).