In questi primi mesi del suo mandato, lei ha compiuto un’attenta ricognizione intorno allo stato del turismo ticinese, attingendo a varie fonti statistiche e istituti di ricerca. Qual è il quadro che ne è emerso?

«Un primo elemento riguarda il tentativo di disporre di una fotografia il più possibile precisa di chi è il visitatore tipo del Ticino, anzi, per meglio dire, quali sono le diverse tipologie di utenti e quali sono le loro aspettative. Tra gli obiettivi anche quello di diversificare la provenienza dei visitatori e “ringiovanire” i target di riferimento. Si avverte una certa carenza di dati quantitativi che al di là dei pernottamenti, importantissimi ma parziali, ci dicano qualcosa in più circa ingressi, spostamenti, flussi turistici ecc. Queste analisi sono indispensabili per definire poi i pilastri attorno ai quali ruoteranno le varie attività marketing: ambiente, tecnologia, mobilità e cultura».

Lei parla  di ambiente e non più soltanto di natura, che è cosa ben diversa, cosa significa?

«Tra le idee sul tavolo, c’è quella di profilare sempre più il Ticino come destinazione “green”, promuovendo progetti turistici a basso impatto. Si punterà, in particolare, sulla promozione dell’offerta legata all’escursionismo (il primo motivo per cui i turisti scelgono il Ticino secondo l’indagine “Monitor del Turismo svizzero”) e alla bicicletta, ma anche sugli itinerari lacustri e su campagne “tattiche” per destagionalizzare i flussi turistici».

E per quanto riguarda mobilità e cultura?

«Tema centrale per il prossimo biennio, anche in vista dell’apertura della galleria del Ceneri, sarà la mobilità in tutte le sue sfaccettature: mobilità lenta, trasporto pubblico (secondo il concetto di “Città Ticino”), navigazione sui laghi e il Ticino Ticket “2.0” (si prevede un ampliamento dell’offerta culturale e la trasformazione digitale del prodotto). La strategia in ambito culturale punterà invece a un migliore coordinamento delle varie iniziative sul territorio, con una messa in rilievo del nostro patrimonio artistico e storico (stiamo pensando a dei tour cantonali guidati e a una serie di iniziative che daranno maggiore visibilità ai nostri centri culturali). L’auspicio è anche una più efficace cooperazione con il settore gastronomico. L’obiettivo è una valorizzazione dei prodotti locali, delle nostre specificità, così come degli eventi e delle escursioni che ruotano attorno a questo tema». 

Tecnologia e digitalizzazione: quali le linee guida lungo le quali intendete muovervi?

«Il prossimo anno sarà caratterizzato dal continuo sviluppo del progetto Interreg DESy, una piattaforma digitale per la raccolta e l’analisi delle informazioni sui turisti che permetterà, in futuro, di svolgere un marketing più mirato (interazione in tempo reale con l’ospite). Questo progetto conta fra i suoi partner l’Istituto Dalle Molle di studi sull’intelligenza artificiale della SUPSI e intende tracciare le interazioni del turista con l’obiettivo di capire meglio le sue abitudini e preferenze. Si tratta insomma di uno strumento d’analisi utile per mostrare poi ad ogni visitatore un aspetto del Ticino studiato apposta per lui, secondo le sue esigenze e necessità. Si punterà anche su una maggiore quantificazione degli obiettivi raggiunti con le attività marketing e le varie campagne basandosi sull’indice ROI (ritorno sugli investimenti). L’auspicio è anche, come ho detto, di un miglioramento nell’attuale sistema di statistiche affinché il settore possa basarsi su indagini regolari che non contemplino unicamente i pernottamenti alberghieri».

Le vostre strategie saranno sempre più orientate al mondo digitale?

«Non è possibile prescindere dai media tradizionali perché vi sono esigenze territoriali e di prossimità, ma senza dubbio a livello di investimenti la parte digitale diventerà sempre più importante. Questo vuol dire un sito internet all’avanguardia e ben tracciabile dai motori di ricerca, profili Facebook e Instagram arricchiti da contributi ‘ad hoc’, coinvolgimento di ‘influencer’ capaci di far viaggiare le immagini del Ticino fra milioni di ‘followers’. I turisti che decidono di venire in Ticino per le loro vacanze consultano molte fonti e quindi l’attribuzione del merito non è scontata. In ogni caso, il nostro marketing dovrebbe esser il più inclusivo possibile. Ed è indubbio che il numero di turisti che utilizzano i social network è in aumento: lo constatiamo dai contenuti generati dagli utenti».

Altro elemento di rilievo la collaborazione con Svizzera Turismo…

«Il prossimo biennio, in collaborazione con Svizzera Turismo, verrà lanciata una campagna prevalentemente digitale focalizzata sui mercati europei. Per quanto riguarda la Svizzera, una delle sfide più importanti nel medio termine è rappresentata dalla volontà di attirare un maggior numero di flussi turistici dalla Romandia, così come dalla necessità di affinare i dati sulla provenienza dei visitatori».

Altre idee in corso di elaborazione?

«Stiamo studiando l’elaborazione di pacchetti di offerta trasversali (hotel, trasporti, attrattori) e un’attenzione accentuata verso il management quantitativo e il marketing digitale. Il segmento congressuale, che oggi garantisce quasi il 20% dei pernottamenti, andrà potenziato e strutturato maggiormente. Infine, si sta pensando anche al lancio di un progetto volto a migliorare la cultura turistica e l’accoglienza degli operatori ma anche della popolazione tutta».

Lei, nato e cresciuto a Locarno, laureato in economia all’Università di San Gallo è attivo da oltre 25 anni nel marketing di beni di lusso (Gucci), largo consumo e servizi finanziari, a livello nazionale e internazionale. Con quali spirito affronta questa nuova sfida legata al suo rientro in Ticino?

«Con molto entusiasmo e con la consapevolezza di essere chiamato a gestire importanti dossier, tra cui appunto la digitalizzazione e lo sviluppo dei prodotti turistici, in un ambito che nei prossimi anni diventerà sempre più importante per l’intera economia del Ticino. Sono molto contento di poter mettere a disposizione del nostro Cantone le conoscenze che ho acquisito all’estero. E lo faccio con il piacere di tornare a casa dopo molti anni, in una regione che reputo tra le più belle al mondo dove poter vivere e lavorare. Abbiamo tutto il potenziale per guardare al futuro con fiducia. In questo momento è necessario essere uniti, orientati al futuro e con un’idea chiara di ciò che ci differenzia dalla concorrenza».