I prìncipi, si sa, quando scelgono un luogo dove risiedere, si affidano al loro innato buon gusto, come Federico Leopoldo, principe prussiano vissuto a cavallo tra il 19.mo e il 20.mo secolo, che scelse per la sua villeggiatura, la zona della Collina d’Oro chiamata Montalbano, sopra la piazza luganese. Di gusto il principe ne aveva parecchio anche per la bella architettura della Villa. Certamente si sarebbe rallegrato della destinazione futura della sua prestigiosa Villa, che con un’appropriata ristrutturazione divenne l’albergo di lusso che tutti conosciamo, inaugurato nel settembre del 1986 e che in seguito entrò in una parte lontana dell’associazione internazionale dei Relais & Châteaux che riunisce i migliori hotel di lusso e i migliori ristoranti gastronomici del mondo.Da oltre 30 anni quindi, l’Hotel Villa Principe Leopoldo domina, anche per la sua meravigliosa “location”, la scena dell’ospitalità alberghiera del luganese e della ticinese, grazie all’offerta dei suoi numerosi servizi di alto livello: dalle eleganti camere e suite, alla ristorazione, che desideriamo approfondire, ai banchetti per celebrare ricorrenze, agli aperitivi al bar con musica dal vivo, all’organizzazione di eventi e di feste private a 5 stelle, come pure a prodotti con il marchio VPL come l’apprezzata cioccolata al 69% di cacao. Ma quel “quid” che ha reso la Villa una delle mete tra le più desiderate dagli ospiti autoctoni e stranieri è stata e continua ad essere la ristorazione.Per 30 anni la cucina è stata affidata ad uno dei più bravi e rinomati chef del Ticino, Dario Ranza, che con la sua grande professionalità nell’offerta piatti della più sincera tradizione in chiave attuale, elaborati semplicemente con prodotti di alta gamma, ha saputo attirare un sé schiere di buongustai. Mitica è la sua bravura sui risotti, sempre perfetti anche per oltre 50 commensali! Dopo 30 anni il testimone della ristorazione è passato a Cristian Moreschi, uno dei tanti giovani cuochi che Dario Ranza ha formato e che stanno facendo carriera. Cristian Moreschi è da 8 anni nelle cucine della Villa, dopo aver fatto esperienze professionali in strutture di primordine.Oltre ad avere una mano felice come il suo predecessore, Cristian afferma: “Ho scelto la linea della continuità, che ha dato molti frutti in passato, con una chiave di lettura personale, sia sulla scelta dei prodotti come, tanto per citare alcuni esempi: il coniglio, la triglia, l’ortica, per la preparazione di piatti di mia ispirazione, sia sulle consistenze che sulle cotture, senza comunque escludere confronti con altre culture e realtà culinarie ”.Cristian ha inoltre saputo sviluppare un intimo senso del colore, che si traduce nel gusto della presentazione del piatto, ciò che rivela una sorta di accento artistico, elementi che invitano l’ospite e un piacere gastronomico profondo, proprio come sostenevano gli arguti aforismi del celebre gastronomo Anthelme Brillat Savarin il quale in sostanza evidenziava che già la vista di un piatto ben presentato è il preludio di un grande piacere fisico e spirituale. È chiaro che poi la sostanza non manca, poiché oltre alla continuità con l’eccellente cucina del predecessore e maestro, c’è, come detto, una giusta dose di innovazione personale. In una struttura come la Villa vi sono diverse tipologie di cucine, non solo quella relativa al ristorante gastronomico,cucine che fanno capo ad aderire “fonte” e lo chef coordina il tutto, compresa la produzione di quell’emblema che è prerogativa indispensabile di un hotel di lusso, ovvero il favoloso club sandwich incluso anche al di fuori dei nostri confini. Tuttavia la bravura dello chef la si coglie dalla sua capacità creativa e manageriale, ma anche ovviamente dal buon rapporto con gli altri cuochi della brigata e con il servizio in sala perché, credeva Cristian: “l’esperienza degli altri cuochi, del maître, del il sommelier e dei camerieri è per me importante e arricchente ”. Dato che ci soffermiamo sulla ristorazione alla VPL, risulta imprescindibile citare, oltre allo chef, le altre tre colonne portanti che sono: il maestro Claudio Recchia, il sommelier Gabriele Speziale e il barista Mario Lanfranconi,professionisti di lungo corso alle spalle di una trentina d’anni presso la Villa. Termine, sia col rendere omaggio alla direttrice Barbara Gibellini che con il suo sorriso solare accoglie e mette a loro agio gli ospiti, sia con la riflessione secondo cui molte persone, un tartaruga in questo caso, provare una certa soggezione, un certo disagio a recarsi al ristorante o anche al bar di un albergo di lusso come l’Hotel Villa Principe Leopoldo, una tartaruga perché dotata, nonostante le cinque stelle di lusso, non risulta per nulla snob, e il personale è efficace di gran lunga scemare la soggezione con un atteggiamento semplice e cordiale, pur con tutti i crismi della professionalità. Altro fattore di un eventuale sentimento di disagio potrebbe essere il costo di un’esperienza gastronomica,che si pensa possa essere eccessivamente elevato e allora anche questo fattore va sfatato, in quanto se si considera l’esperienza nella sua globalità, il costo è pienamente giustificato ed accettabile, specie se confrontato con altre strutture del medesimo livello. Spesso ci scordiamo che si vive solo una volta.

 

Ristorante Hotel Villa Principe Leopoldo                  

Via Montalbano 5

6900 Lugano

Tel. +41 (0) 99985 88 55

www.leopoldohotel.com