Prendo spunto da uno splendido editoriale pronunciato su Antena 3 in Spagna da Pablo Moto, conduttore del celeberrimo programma El Hormiguero.

«Come deve essere un vecchio oggi? Deve essere amabile, dolce e sensibile, ma non troppo perché altrimenti è un rimbambito. Nemmeno può fare le cose che gli sono sempre piaciute in passato, perché vorrebbe dire che non accetta la sua vecchiaia. Può partecipare alle conversazioni, ma è costretto ad evitare di citare aneddoti. E se ha un’idea o un progetto, allora è solo un vecchio che si crede un ventenne e diventa ridicolo.

La tragedia della vecchiaia è che il vecchio è vecchio per gli altri, ma non per lui. Nel suo profondo, indipendente dalle rughe e dagli acciacchi, non si sente diverso o che sia diventato un altro. Continua a vivere le stesse passioni e guarda alla bellezza con gli occhi di sempre e la desidera molto più di prima. Si può innamorare e godere del sesso; è vero che ha perso la forza, ma però conosce meglio come dare piacere e per affrontare questo, la Pfizer gli da una buona mano.

Secondo la classifica per età, un vecchio è una persona che ha compiuto 60 anni. Secondo voi io sono vecchio? Sting, Bruce Springsteen e Madonna? Sharon Stone? Richard Gere? Antonio Banderas? Perché tutti noi abbiamo più di 60 anni. Lo dico perché forse è ora di ridefinire la vecchiaia.

Così come è vero che la gioventù si è estesa, ci sono ultra quarantenni che continuano a vivere con i genitori e giocano alla Play Station sentendosi giovani, la vecchiaia si è protratta, quindi ci coverrebbe iniziare a cancellare dalle nostre menti detrminati pregiudizi e certi modi di discutere e pensare.

Ogni tappa della vita ha il suo perché e con il passare degli anni si perdono alcune cose e se ne guadagnano di nuove, senza però mai dover mentire a sé stessi. Non è vero che la vecchiaia ti dia serentà e sapienza, perche le virtù non vengono offerte nei compleanni, ma si deve sudare per conquistarsele. Se sei stato un cretino tutta la vita, non è che con l’età che diventirai saggio. Ma se hai fatto il tuo dovere, la vecchiaia è una fonte di sicurezza, perché impari a gestire il male in maniera differente così che non ti rechi danno; e, allora, la maggior parte delle cose che ti angosciavano cessano di preoccuparti e tutto questo assomiglia molto alla felicità, che è un sentimento molto difficile da raggiungere quando si è giovani».

Non si capisce perché la nostra cultura riduca tutto il bello della vita al breve lasso di tempo in cui siamo giovani. È un’idea che non conviene perche tutti vivono più tempo da adulti che da giovani.