Dal 16 ottobre 2025 al 25 gennaio 2026, il MUSEC – Museo delle Culture di Lugano apre le porte a una delle artiste più intense e rappresentative della scena cinese contemporanea: Chen Xi, protagonista della mostra A Rabbit’s Tale. È la sua prima grande personale in Europa, un’occasione per conoscere da vicino una voce che ha saputo raccontare con lucidità, sensibilità e simbolismo le trasformazioni della Cina degli ultimi trent’anni.
Prodotta da Skira e MUSEC, la mostra porta negli spazi di Villa Malpensata oltre sessanta opere tra dipinti, sculture e installazioni, provenienti da collezioni pubbliche e private internazionali. Il percorso espositivo, curato da Lü Peng, Manuela Schiavano e Massimiliano Vitali, si sviluppa in sette sezioni tematiche, ciascuna legata a una fase diversa della ricerca dell’artista e ai cambiamenti storici e sociali che hanno attraversato la Cina dagli anni ’90 a oggi.
L’arte come specchio del cambiamento
Nata nel 1968 nello Xinjiang, Chen Xi si è formata alla Central Academy of Fine Arts di Pechino, dove oggi insegna arti visive. Fin dai suoi esordi ha usato l’arte come strumento di introspezione e critica sociale, alternando espressionismo e realismo fotografico, pittura e installazione.
Nei suoi primi lavori, realizzati nel decennio delle riforme economiche, l’artista racconta la quotidianità urbana, le tensioni e le speranze di una società in piena trasformazione. Con il nuovo millennio, il suo sguardo si sposta sul corpo femminile, sui temi dell’identità e della vulnerabilità, mentre il linguaggio pittorico si fa più rigoroso e realistico.
Il coniglio come alter ego
Tra le figure più riconoscibili della sua poetica c’è il coniglio, protagonista della serie Rabbit on the Run e filo conduttore della mostra luganese.
L’animale, simbolo di fragilità ma anche di resistenza, diventa alter ego dell’artista e metafora della condizione umana. Nelle tele e nelle sculture, il coniglio attraversa guerre, pandemie, sogni e paure: è un essere in fuga che cerca un senso, un punto fermo in un mondo in continua metamorfosi.
Dal quotidiano al simbolico
In altre sezioni, come Object Language e The Lace Paintings, Chen Xi costruisce un dialogo silenzioso tra oggetti, ricordi e materiali. Il pizzo, elemento decorativo per eccellenza, si trasforma in veicolo di riflessione sull’intimità e sulla memoria. Ogni dettaglio visivo si carica di significato, come se l’artista cercasse di catturare l’essenza del tempo che passa.
L’installazione finale, No Island Ever Stands Alone, affronta con toni poetici ma inquieti il destino dell’umanità in un mondo globalizzato e tecnologico. Le sue forme fluide e amorfe evocano la precarietà dell’esistenza contemporanea, la sensazione che nessuno, oggi, possa davvero dirsi un’isola.
Un catalogo per esplorare la visione dell’artista
In parallelo all’esposizione, Skira pubblica il volume Chen Xi – A Rabbit’s Tale, curato da Lü Peng e arricchito da contributi di Francesco Paolo Campione, Jia Fangzhou, Jeff Kelley e altri studiosi. Il catalogo, in lingua inglese, è parte della collana Global Aesthetics del MUSEC, dedicata alla creatività internazionale contemporanea.
Un dialogo tra Lugano e il mondo
Negli ultimi anni il MUSEC ha ospitato artisti provenienti da contesti culturali diversi – da Hu Junjun a Simone Pellegrini, da Filipe Branquinho a Mr. Savethewall – costruendo un dialogo aperto tra culture, linguaggi e sensibilità. Con Chen Xi. A Rabbit’s Tale, il museo conferma la sua vocazione internazionale, offrendo al pubblico svizzero un’immersione profonda nel panorama artistico cinese.
Chi visiterà la mostra troverà in ogni sala un invito a rallentare lo sguardo, a leggere tra le linee, a lasciarsi interrogare. Perché, come sembra suggerire la stessa artista, capire il presente richiede la pazienza di un coniglio che osserva il mondo senza smettere di sognare.
📍 Chen Xi. A Rabbit’s Tale
MUSEC – Museo delle Culture di Lugano, Villa Malpensata
16 ottobre 2025 – 25 gennaio 2026
Info e orari su musec.ch