Giorgio Armani, cinquant’anni di stile in dialogo con l’arte di Brera
Giorgio Armani (Photo by �� Vittoriano Rastelli/CORBIS/Corbis via Getty Images)

A partire da oggi – 24 settembre 2025 – e fino all’11 gennaio 2026, la Pinacoteca di Brera – a Milano – ospita per la prima volta un’esposizione interamente dedicata al lavoro di Giorgio Armani, figura centrale della moda internazionale e simbolo di un’estetica che ha unito rigore ed essenzialità. Il titolo scelto, Giorgio Armani: Milano, per amore, richiama il legame profondo tra lo stilista e il quartiere di Brera, dove aveva scelto di vivere e lavorare.

La mostra segna una tappa significativa: cinquant’anni di creatività raccontati attraverso oltre centoventi abiti provenienti da Armani/Archivio, presentati nelle stesse sale che custodiscono capolavori dell’arte italiana dal Medioevo all’Ottocento. Un accostamento inedito, pensato per generare un dialogo tra linguaggi diversi ma accomunati da una ricerca costante sulla forma, la materia e la bellezza.

Un percorso tra moda e pittura

La Pinacoteca, istituita nel 1809 con finalità didattiche per l’Accademia di Belle Arti, amplia così la propria missione: accogliere la moda come parte integrante della storia culturale. L’inserimento delle creazioni di Giorgio Armani in un contesto museale tradizionalmente riservato alle arti figurative rappresenta un momento di svolta, che sottolinea come la moda sia ormai riconosciuta come chiave di lettura delle società contemporanee.

Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca, ha sottolineato come Armani incarni “un rigore che da estetico si è fatto etico”, riconoscendo nello stilista la più alta espressione di quella Milano operosa e sobria che trova in Brera il proprio cuore pulsante. Per Chiara Rostagno, vicedirettrice del museo, si tratta di un “unicum” che restituisce al pubblico un dialogo nuovo: moda come arte decorativa accolta in un percorso museale secolare.

Photo credit @agnese_bedini, @melaniadallegrave, @dsl__studio

L’universo Armani

Gli abiti selezionati mettono in luce i tratti distintivi di Giorgio Armani: la reinterpretazione della sartorialità classica, la sobrietà cromatica resa vibrante da sfumature e contrasti inattesi, l’uso della decorazione come segno misurato e mai ostentato. I manichini scelti per l’allestimento sono volutamente invisibili, per lasciare che siano le linee e i tessuti a evocare la presenza del corpo.

Il progetto non è un’antologia statica: la selezione include abiti già esposti all’Armani/Silos e in altre prestigiose istituzioni internazionali, ma anche creazioni mai presentate al pubblico, custodite negli archivi della Maison. Una scelta che arricchisce il racconto e consente di cogliere l’evoluzione di un’estetica coerente e inconfondibile.

Tra memoria e futuro

La riflessione proposta dalla mostra non riguarda soltanto la celebrazione di un percorso creativo, ma anche il valore formativo che Giorgio Armani stesso attribuisce al suo lavoro. Come ricordava nel libro autobiografico Per amore, “una mostra può essere vista in due modi: come soddisfazione dell’ego o come testimonianza utile per le nuove generazioni. Io sono interessato al secondo aspetto”.

Con questa esposizione la Pinacoteca di Brera conferma la propria vocazione educativa e si apre a un linguaggio contemporaneo che dialoga con la pittura storica, offrendo al visitatore un’occasione unica per osservare come moda e arte, insieme, contribuiscano a plasmare l’immaginario culturale di un’epoca.