Possono gli animali, in particolare i cani, essere oggetto di interesse e amore da parte di una persona, nello specifico un artista, al punto di diventare il soggetto principale da immortalare attraverso il proprio lavoro? La risposta, sorprendente e affascinante, ce la dà William Wegman, eclettico maestro dell’arte contemporanea americana, capace di destreggiarsi abilmente tra pittura, disegno, fotografia, film, video, libri e performances. Wegman è divenuto celebre nel panorama artistico mondiale soprattutto per le serie di immagini con protagonisti i suoi cani. Man Ray, Fay Ray, Penny, Bobbin, Chip, Chundo, Crooky e diverse generazioni dei loro cuccioli sono gli assoluti protagonisti di Polaroid di grande formato: istantanee in un unico esemplare, non ritoccate, che esaltano tanto la spontaneità dei soggetti, quanto l’abilità del fotografo e permettono di apprezzare l’eccezionale sintonia fra l’artista e i suoi cani.
A partire dall’incontro con il suo primo Weimaraner – chiamato appunto Man Ray –, il fotografo ha fatto degli esemplari di questa razza il soggetto principale dei suoi scatti, rappresentando personaggi, tendenze di moda e movimenti della storia dell’arte con acume e ironia. Ogni scatto si può considerare il risultato di una collaborazione, prima ancora che la creazione di un unico artefice.
Il curatore dell’esposizione, William A. Ewing, suggerisce un’interpretazione molto particolare di questo lavoro. Gli autentici soggetti non sono i cani ma noi umani: la casalinga, l’astronauta, l’avvocato, il prete, il contadino, persino un…dog-sitter!
Il percorso espositivo si compone di novanta Polaroid e una decina di stampe ai pigmenti e si suddivide in capitoli, ognuno dei quali raccoglie opere di soggetti affini o collegate da allusioni visive analoghe. La sezione People like us presenta ritratti di tipologie umane interpretate da cani quali il dandy, il prete, l’astronauta, la signora con la permanente. Le personalità sono così ben individuate che ci sembra di poter immaginare il passato e la psicologia di ognuno dei soggetti. Tales (letteralmente ‘racconti’ ma, per omofonia, anche ‘code’) raggruppa sia ritratti storici, calati in scenografie elaborate su fondali dipinti, sia ritratti contemporanei che spaziano dai rimandi letterari a quelli cinematografici. Dalla metamorfosi del cane in uomo, si arriva ai travestimenti paradossali e grotteschi di Zoo e Masquerades, dove i Weimaraner, attraverso una maschera o un costume scenico, si adattano alle sembianze di altri animali. La sezione Nudes raccoglie le fotografie in cui il corpo atletico e agile del cane diventa struttura materica per composizioni astratte, mentre in Hallucinations si passa alla dissolvenza completa del corpo e della sua forma: i soggetti vengono trasfigurati in presenze fantasmatiche. Le foto della serie Vogue ripercorrono decenni di storia della moda – dal casual alla haute couture – interpretandoli con eleganza e aplomb canine. Si arriva al citazionismo artistico con la sezione intitolata Cubists dove i Weimaramer sono immortalati in equilibrio su cubi e parallelepipedi. In una delle opere della serie si vede uno di questi poggiare le zampe anteriori su un grande cubo nero, tenuto in equilibrio sullo spigolo da un cubo bianco più piccolo: un Malevic con l’intruso. In Color fields le intrusioni a quattro zampe hanno la funzione di turbare l’ordine cromatico e, al contempo, di separare le differenti campiture di colori. Infine, il gioco di equilibri e geometrismi viene ripreso nell’ultima sezione Sit/Stay, in cui si vedono cani, sdraiati o in piedi, tenere in equilibrio gli oggetti più disparati: la tensione fra l’immobilità del soggetto e le elaborate composizioni, poggiate sul muso o sul dorso del modello, rimandano alle regole di proporzione tanto amate nella storia dell’arte. Completa il percorso espositivo una selezione di film girati da Wegman a partire dagli anni Settanta. Anch’essi interpretati da Weimaraner, sfruttano l’involontario talento comico dei cani per mimare ironicamente le performance filmate degli artisti concettuali o mettere in scena i luoghi comuni sull’arte e gli artisti. L’esposizione Being Human è un progetto della Foundation for the Exhibition of Photography, Minneapolis/New York/Paris/Lausanne in collaborazione con il Museo d’arte della Svizzera italiana.
William Wegman
Being Human
LAC Lugano Arte e Cultura
Piazza Bernardino Luini 6 CH – 6901 Lugano
Orari: martedì – domenica: 10:00 – 18:00; giovedì aperto fino alle 20:00; lunedì chiuso
Una riapertura tanto attesa
Dopo oltre tre anni di chiusura per lavori di ristrutturazione, in autunno riapre al pubblico la sede storica di Palazzo Reali, in precedenza Museo Cantonale d’Arte. Per l’occasione è allestita una mostra dedicata alle Collezioni gestite dal MASI. Il piano terra ospita una presentazione della storia delle due Istituzioni che hanno portato alla nascita del MASI nel 2015, il Museo Cantonale d’arte e il Museo d’Arte della Città di Lugano. Le otto sale e i due corridoi dei piani superiori accolgono invece altrettanti nuclei tematici, legati a particolari periodi storici, correnti artistiche e artisti. Il ritratto, il Simbolismo, il ritorno all’ordine, la fotografia, l’espressionismo, sono solo alcuni degli approfondimenti che sala dopo sala scandiscono il percorso espositivo