Recentemente, mi è capitato di rileggere questo bellissimo testo di Pier Mario Vello, che fa parte di un più ampio discorso che tenne a Lugano. Mi pare che ora più mai questo contributo possa essere utile e d’incoraggiamento per tanti.
“Negli ultimi vent’anni la società civile ed il mondo finanziario ed economico hanno attraversato grandi cambiamenti: crisi valoriali e sociali, crisi finanziarie, aumento dei disagi, incremento dei flussi migratori tra diverse parti del mondo, crisi del sistema di welfare pubblico, affermazione delle reti di comunicazione, integrazione giovanile europea, ecc.
Molti cambiamenti costituiscono una sfida, moltissimi sono delle vere e proprie opportunità. La cultura rappresenta il filo conduttore per comprendere questi cambiamenti, la ragione essenziale per cui vale la pena sopportare fatiche e sacrifici, considerando che tutto può essere sacrificato e a tutto si può rinunciare fuorché alla cultura. Si tratta, però, di una cultura che non sia né il discorso autoreferenziale e asfittico di salotti esclusivi o di cerchie di esperti, né quello che per aprirsi al vasto pubblico si trasforma in una cultura dell’applauso. Parliamo piuttosto di una concezione di cultura che sia leva del cambiamento sociale e dell’innovazione creativa con cui costruire mondi nuovi.
Le fondazioni hanno un grande ruolo nel produrre e promuovere cultura. Interroghiamoci su cosa fanno e come lo fanno, dato che fare il bene non è più sufficiente. Bisogna anche farlo bene. Esse si trovano in un momento privilegiato: la loro evoluzione le può portare ad essere agenti di cambiamento culturale, con impatti trasversali sull’intera Società e sulle sue potenzialità imprenditoriali”.
Pier Mario Vello