Alla luce del vostro studio, che cosa si deve intendere per competitività cantonale e quali Cantoni risultano essere, a lungo termine, più competitivi?

«L’indicatore di competitività cantonale fornisce informazioni sulle prospettive di crescita a lungo termine dei singoli Cantoni, mettendoli a confronto. Secondo il nostro studio, un Cantone con un valore elevato dovrebbe presentare, a lungo termine, una crescita superiore alla media. Al contrario, da un Cantone con un valore piuttosto basso ci si attende una crescita al di sotto della media. Tale indicatore incorona Zugo quale Cantone maggiormente competitivo, seguito al secondo e al terzo posto da Basilea città e Zurigo».

Che posto occupa in questa particolare classifica il Ticino e quali sono i suoi specifici punti di forza?

«Il Canton Ticino si posiziona nuovamente al 21esimo posto, posizione che nel lungo periodo lascia quindi prevedere una crescita moderata rispetto agli altri Cantoni. I principali punti di forza del Ticino sono il buon posizionamento dei suoi settori e un’economia diversificata. A favore del Cantone, gioca anche un punteggio superiore alla media in fatto di accessibilità ad importanti infrastrutture nonché le dimensioni del suo bacino di utenza».

Che ruolo ha il centro regionale, in questo caso Lugano, nel potenziale di crescita del Ticino?

«Lugano è il motore trainante del Cantone. La principale città del Cantone offre un accesso veloce ad importanti infrastrutture urbane, tra cui l’aeroporto e l’università. Ciò attira aziende dinamiche che impiegano personale con un elevato grado di istruzione. Tuttavia, più ci si allontana da Lugano, più la sua attrattività diminuisce».

Per quali ragioni gli effetti della pandemia sono stati più pesanti in Ticino rispetto ad altri Cantoni?

«Già agli inizi della crisi da Coronavirus, in Ticino sono state adottate misure politiche particolarmente impattanti, questo a causa della sua particolare situazione quale Cantone di confine. Allo stesso tempo altri settori importanti per l’economia cantonale, ad esempio il turismo, sono stati colpiti piuttosto duramente, con conseguenze quali un sensibile calo della creazione di nuove aziende e un aumento del tasso di disoccupazione. Nel frattempo, però, la ripresa economica è iniziata».

Dal vostro osservatorio privilegiato come valutate il potenziale futuro di crescita di competitività del Ticino e quali interventi andrebbero promossi per favorirne lo sviluppo?

«In alcuni comparti, che possono però essere influenzati dalla politica, il Ticino si colloca al di sotto della media rispetto ad altri Cantoni. Ne sono un esempio le finanze pubbliche, che presentano un livello di indebitamento relativamente alto. Per quanto concerne le spese, che dipendono tra l’altro anche dalla tassazione delle imprese, il Cantone si colloca a metà classifica. Qui la politica ha a disposizione una leva per recuperare terreno rispetto agli altri Cantoni».

UBS