Libra Association, la società che gestisce la moneta, ha scelto Ginevra come sede. Questa associazione, composta da multinazionali e organizzazioni non governative, ha come obiettivo di facilitare l’inclusione finanziaria a livello mondiale e il progetto Libra va proprio in questo senso poiché dovrebbe ridurre i costi nel traffico dei pagamenti e velocizzare le transazioni, permettendo ai 2,6 miliardi di utenti di Facebook di scambiarsi denaro in tutto il mondo.

Prima di soffermarci sui possibili impatti (positivi e negativi) di questa moneta è opportuno fornire qualche informazione in più sul progetto Libra. Per prima cosa va specificato che la moneta è una stable coin, ovvero una moneta concepita in modo tale da contenere la propria volatilità. Per evitare brusche oscillazioni di valore, Libra verrebbe ancorata ad un paniere composto da diverse valute. Un’altra caratteristica del progetto è che Libra è basata sulla tecnologia blockchain, una catena virtuale che permette di gestire e archiviare in modo sicuro, verificabile e permanente transazioni, scambi di informazioni e dati, attraverso un controllo decentralizzato.

Il futuro di Libra però è tutt’altro che definito se non addirittura a rischio: la criptovaluta dovrebbe diventare operativa nel 2020 ma, proprio nelle scorse settimane, partner importanti come Ebay, Paypal, Visa e Mastercard hanno abbandonato l’associazione. Per quanto riguarda la Svizzera, lo sviluppo di Libra potrebbe essere un’occasione per la piazza finanziaria come ha sottolineato anche la Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SIF). Essere stati scelti come sede di un simile progetto confermerebbe l’immagine di una piazza finanziaria recettiva e aperta ai cambiamenti portati dall’innovazione. Per poter operare in Svizzera Libra Association ha chiesto alla FINMA di valutare l’inquadramento dal punto di vista del vigente diritto in materia di vigilanza del progetto. Il progetto – spiega l’autorità di vigilanza – necessiterebbe di un’autorizzazione FINMA quale sistema di pagamento secondo la Legge sull’infrastruttura finanziaria. Libra inoltre, precisa FINMA, dovrebbe sottostare alla normativa elvetica sul riciclaggio di denaro: occorrerebbe garantire il rispetto dei più elevati standard internazionali nell’intero ecosistema del progetto. Proprio il riciclaggio di denaro, insieme al finanziamento del terrorismo, è uno dei principali rischi connessi alle nuove tecnologie: è dunque legittimo che i regulators internazionali e la FINMA siano particolarmente attenti (e coinvolti) per quanto concerne lo sviluppo del progetto.

Per quanto concerne il settore bancario, esso potrebbe e dovrebbe creare sinergie con Libra e non porsi in concorrenza con la moneta virtuale. Adrian Schatzman, Strategic Advisor dell’Associazione svizzera dei banchieri, su questo punto è stato chiaro: Libra ha bisogno delle banche. Per prima cosa perché in Svizzera i salari, gli affitti e le spese giornaliere sono pagati in franchi svizzeri ed è dunque improbabile che la moneta di Facebook possa sostituirsi al franco. Senza contare che, per rispettare le tante norme legate all’antiriciclaggio, a Libra converrebbe appoggiarsi ad istituti bancari autorizzati piuttosto che ottenere una licenza bancaria in ogni Paese dove è presente, procedura lunga e costosa.

 Una collaborazione di successo potrebbe quindi rappresentare un’opportunità per il settore finanziario svizzero, ovviamente garantendo che la criptomoneta rispetti tutti gli standard di sicurezza. Un compito che la Svizzera deve svolgere con la massima professionalità visto che, in caso di problemi, gli occhi della politica internazionale verrebbero subito puntati sul nostro Paese.