Anche nell’anno appena trascorso il Coronavirus ha dettato le regole della vita sociale e dell’economia a livello globale. Le imprese svizzere hanno inevitabilmente dovuto adattarsi alla nuova realtà. In molte aziende, la pandemia è diventata il catalizzatore di una trasformazione sostenibile. I processi interni, ma anche i modelli di business e di lavoro, sono stati radicalmente riorganizzati e, dove possibile, digitalizzati. Al tempo stesso, nel corso dell’anno diversi settori hanno potuto beneficiare del connubio tra allentamenti delle restrizioni e progressiva ripresa dei consumi di molte famiglie svizzere. A oscurare l’orizzonte sono invece stati i problemi logistici globali che hanno reso difficile il traffico delle merci per quasi tutto il 2021, con conseguenti limitazioni nelle forniture. In particolare le aziende produttrici e il settore industriale si sono trovati ad affrontare enormi sfide. A preoccupare è anche l’incremento dei tassi d’inflazione e, con esso, l’incertezza sulle possibili reazioni delle grandi banche centrali. Questo aspetto emerge in modo evidente dal sondaggio sulle aspettative relative all’andamento dell’economia e dei cambi valutari nel 2022. In molte delle imprese intervistate si respira un clima di incertezza circa gli sviluppi negli Stati Uniti e nell’area UE. Se le banche centrali di questi Paesi dovessero effettivamente aumentare i tassi durante il quest’anno, i corsi delle divise potrebbero reagire di conseguenza.
Alla luce del fatto che l’euro e il dollaro USA continuano a essere le valute estere di gran lunga più importanti per le imprese svizzere, la copertura dei rischi valutari rimarrà un tema importante anche nel 2022. La volatilità del contesto economico degli ultimi due anni ha dimostrato che l’agilità e una rapida capacità di reazione sono pilastri fondamentali di un’attività d’impresa efficace, in particolare nell’ambito della copertura valutaria. Gli specialisti del FX Trading Strategy Team globale di Credit Suisse forniscono sostegno alle aziende a questo riguardo, con analisi affidabili e previsioni sugli sviluppi di mercato a breve termine. Inoltre, nella nuova FX Academy che sarà proposta per la prima volta nel 2022, gli esperti condivideranno le proprie conoscenze specialistiche direttamente con i collaboratori della clientela.
Per quanto riguarda le previsioni per l’anno in corso occorre rilevare che, nonostante le battute d’arresto, la ripresa economica nell’eurozona continuerà anche nel 2022. La crescita rimane tuttavia inferiore rispetto a quella che si registra negli Stati Uniti. La produzione industriale risente attualmente dei problemi nelle catene di fornitura, ma una volta risolti, dovrebbe aumentare nettamente. Per il momento, i ritardi nelle consegne causano un incremento insolitamente forte dell’inflazione complessiva e di fondo. La Banca centrale europea (BCE) dovrebbe ridurre ulteriormente il suo programma di acquisto di titoli nei prossimi mesi.
Negli Stati Uniti, grazie all’elevato reddito delle economie domestiche dovuto ai pagamenti statali, la crescita economica dovrebbe rimanere superiore alla media ancora per un certo periodo, anche se lo stentato recupero del settore dei servizi e i persistenti problemi della catena di fornitura causano alcune difficoltà nell’attuale fase di ripresa dalla pandemia. Dopo il brusco incremento all’inizio del 2021, quest’anno l’inflazione dovrebbe tornare a scendere leggermente, anche se il rischio di ulteriori forti aumenti dei prezzi non è ancora scongiurato. La banca centrale statunitense (Fed) sta gradualmente limitando la sua politica monetaria espansiva e nel 2022 dovrebbe aumentare a più riprese il tasso guida.
Recentemente la crescita economica in Cina ha subito un ulteriore rallentamento. Ciò è dovuto alle difficoltà nel settore immobiliare, alle modifiche normative e alle riforme politiche. Le autorità puntano alla sorveglianza e al controllo delle società più preziose nei principali settori di crescita. Tra i settori interessati rientra anche il mercato immobiliare, dove non ci aspettiamo una crisi generale, ma un periodo prolungato di pressione al ribasso. Contemporaneamente, la ripresa dei consumi dovrebbe rimanere contenuta, e quindi per il momento mancano forti impulsi di crescita.
Nel 3° trimestre 2021 l’economia svizzera ha già superato nettamente i livelli pre-crisi. In questo senso, la Svizzera si trova in una posizione economicamente migliore rispetto alla maggior parte degli altri Paesi. Le prospettive per l’anno in corso, tuttavia, sono offuscate dall’aumento dei casi di Covid e delle misure per fronteggiare la pandemia, come pure dai problemi delle catene di fornitura globali. Comunque, la pandemia dovrebbe frenare la ripresa solo a breve termine e la situazione delle forniture dovrebbe migliorare nel corso dell’anno. Si prevede che la ripresa nel complesso continuerà anche nel 2022.