A causa del repentino peggioramento della situazione pandemica, l’evento, purtroppo, si è potuto tenere soltanto in streaming. Se da un lato siamo dispiaciuti di non aver potuto svolgere la conferenza in presenza, soprattutto considerato che quest’anno ricorre il 100° Anniversario dell’ABT, rimaniamo comunque contenti del forte interesse mostrato per l’evento, un interesse che ha resistito ai tanti cambiamenti imposti dalla situazione. Il picco di 500 persone collegate e l’importante copertura mediatica dimostrano che il futuro della piazza finanziaria rimane un tema prioritario per il Ticino.

Il simposio di quest’anno è stato impostato con l’idea di non concentrarsi su un tema specifico ma ampliare la discussione toccando molteplici tematiche attuali per la piazza. Un approccio concretizzatosi con la scelta dei relatori del panel, tutti di primissimo piano: il Consigliere federale Ignazio Cassis, il CEO di UBS Group Sergio P. Ermotti, il Presidente della Banca nazionale svizzera Thomas J. Jordan, il Consigliere di Stato Christian Vitta e il Presidente ABT Alberto Petruzzella.

L’importanza delle condizioni quadro

Nel suo ruolo di Presidente della Banca nazionale svizzera, Thomas Jordan ha una visione d’insieme dell’economia nazionale e proprio per questo nel suo speech ha più volte ribadito l’importanza di avere delle condizioni quadro ottimali. La Svizzera parte con delle buone basi, in primo luogo una moneta solida: Jordan ha ricordato come dallo scoppio della prima guerra mondiale nessun’altra moneta ha conservato il proprio valore come il franco svizzero. Ovviamente esistono dei lati negativi come l’eccessivo apprezzamento del franco nelle fasi di incertezza, una situazione alla quale la BNS ha dovuto porre rimedio con interventi mirati come l’introduzione dei tassi di interesse negativi.

Anche il contesto politico e istituzionale gioca un ruolo non indifferente. Jordan ha lodato il nostro sistema ma ha lanciato un monito: è necessario evitare di creare ostacoli amministrativi che appesantiscono le attività finanziarie, citando in particolare la tassa di negoziazione e l’imposta preventiva. Il Presidente della BNS si è soffermato anche sull’accesso al mercato, sottolineando come in un contesto globalizzato sia necessario allentare le restrizioni.

Jordan ha concluso il suo discorso affermando che solo la stretta collaborazione tra i diversi attori politici ed economici può garantire un sistema economico efficace, portando come esempio positivo la gestione della crisi economica causata dalla pandemia. La collaborazione tra il Consiglio federale, le banche e la BNS ha permesso un facile accesso al credito, salvaguardando migliaia di imprese che altrimenti avrebbero rischiato una crisi di liquidità.

La situazione è rimasta sotto controllo, ha concluso Jordan, anche perché negli ultimi anni le grandi banche attive a livello globale hanno aumentato sensibilmente la propria dotazione di capitale, ridotto le posizioni di rischio e adottato importanti misure organizzative per la gestione di crisi. Anche le banche orientate al mercato interno hanno dimostrato nel complesso una buona resilienza.

Una fase difficile

I temi affrontati durante il panel sono numerosi: lo spunto per iniziare la discussione è stata la pandemia, che ha portato numerosi cambiamenti nel modo di lavorare. Il Presidente ABT Alberto Petruzzella non ha nascosto le difficoltà che sta affrontando la piazza: gli ultimi dieci anni sono stati complicati, le banche hanno dovuto ridurre i costi e questo purtroppo ha coinvolto anche il personale. Per quanto riguarda la crisi pandemica, il Consigliere federale Ignazio Cassis ed il CEO di UBS Sergio Ermotti hanno sottolineato come i crediti Covid non abbiano avuto soltanto un impatto economico ma siano serviti anche dal punto di vista psicologico. Infatti tanti imprenditori che hanno richiesto questi crediti speciali, nonostante spesso non ne abbiano fatto uso, si sono sentiti più tranquilli nell’affrontare questi mesi di incertezza. Sebbene tutti i relatori abbiano ribadito quanto sia difficile fare previsioni, è chiaro che prima o poi questo momento particolare finirà e bisognerà guardare al futuro. Un futuro che si annuncia ricco di sfide, dalla digitalizzazione ai rapporti con l’Unione Europea. L’accesso al mercato italiano ad esempio, come già sottolineato da Jordan, è di fondamentale importanza per la piazza. Concetto ribadito anche dal Consigliere di Stato Christian Vitta il quale, insieme all’Associazione Bancaria, si sta impegnando a portare avanti il dossier con il Consigliere federale Ueli Maurer e la Segretaria di Stato Daniela Stoffel.

Innovazione come vettore di crescita

Secondo Vitta è inoltre necessario accompagnare il settore bancario nella sua fase di trasformazione, in particolare quella tecnologica. Investire nella digitalizzazione è fondamentale: Sergio Ermotti, CEO di UBS Group, ha fatto presente che una crisi come quella che stiamo vivendo sarebbe stata ingestibile con le tecnologie di dieci anni fa. Questo non vale solo per il settore finanziario, ma per tutta la società in generale (basti pensare all’insegnamento a distanza, agli acquisti online..). L’accelerazione dei processi di digitalizzazione è stato forse l’unico lato positivo della pandemia, che ha portato ad esempio ad un utilizzo importante dell’home working nel settore bancario. Ciononostante, anche questa modalità ha dei limiti poiché, specialmente nel campo della consulenza, il rapporto personale con il cliente è insostituibile. La piazza finanziaria deve puntare quindi sulle nuove tecnologie, ma senza trascurare il capitale umano. Non solo: è anche opportuno individuare gli strumenti giusti da sviluppare: se la blockchain può essere uno strumento utile, sulle criptovalute permangono ancora molti dubbi.  Innovazione vuol dire creazione di nuovi posti di lavoro, ma anche scomparsa di alcune funzioni. Per questo rimane prioritario il ruolo della formazione continua, che permette di rimanere competitivi. La responsabilità, ha spiegato Ermotti, non spetta solo allo Stato e al datore di lavoro ma anche al collaboratore, che deve essere disposto ad investire su se stesso.

Sfide e opportunità

In conclusione, i relatori hanno sottolineato come le sfide che attendono la piazza siano numerose e complesse, spesso legate all’evoluzione del contesto internazionale. I valori svizzeri, incentrati su collaborazione, competenze e serietà, ci permettono di affrontare il futuro con sicurezza. Il Centesimo dell’Associazione bancaria ticinese, nel suo piccolo, è uno stimolo per riflettere su come in questi cento anni sia stato possibile resistere a numerosi scossoni, adattandosi ai mutamenti globali e gestendo situazioni di crisi.