Nei giorni scorsi, all’Hotel Splendide Royal di Lugano, in occasione della sua Assemblea Generale Annuale del 2024, la Lugano Commodity Trading Association (LCTA) ha organizzato anche una «Commodity Roundtable».
La masterclass, introdotta dal Presidente Matteo Somaini, ha sottolineato le difficoltà affrontate dal settore nell’anno in corso, segnato da una crescente presenza di tensioni politiche nelle dinamiche economiche mondiali.
Somaini ha tuttavia riconosciuto che i professionisti nel trading di materie prime comunque riescono a confermare la loro resilienza e capacità di adattamento alle complicazioni segnalate dalle breaking news internazionali.
L’Ambasciatrice Monika Schmutz Kirgöz, attuale capo missione a Roma e prossima responsabile della Divisione Medio Oriente e Nord Africa del Dipartimento Federale degli Affari Esteri (DFAE), ha quindi proseguito con un esame dell’attuale scenario geopolitico.
In particolare, nel suo intervento ha ricordato il crescente ruolo dell’intelligenza artificiale come forza trasformativa e, soprattutto, la transizione verso la multipolarità politica, elementi che anche in futuro imporranno aggiornamenti continui alle strategie aziendali.
La discussione, moderata dal Vicepresidente della LCTA Roberto Grassi, è proseguita con il contributo di esperti del settore: Costanza Eufemi, co-fondatrice di Lyra Commodities SA; Mattia Giussani, Responsabile Power Origination di Sirius Energy SA; e Roger Hughes, COO e Risk Manager di DITH.
Tra i temi principali vi sono stati il declino tecnologico e produttivo dell’Unione Europea-UE, la sua tendenza a profilarsi come amministrazione “regolatrice”, e gli effetti della “guerra delle sanzioni” sul commercio internazionale.
Queste premesse hanno talvolta penalizzato specifiche aree del commercio di materie prime, mentre ne hanno favorito altre, in particolare nel settore della transizione energetica e nello sviluppo delle energie rinnovabili.
Uno dei punti centrali della «Commodity Roundtable» è comunque stato il ruolo strategico della Cina, ormai attore chiave nelle catene di approvvigionamento internazionali.
In particolare, hanno sottolineato dai presenti, grazie a investimenti strategici in Africa e Sud America e al controllo di porti fondamentali come il Pireo, Gwadar e Chancay, il paese del Celeste Impero sta consolidando una propria influenza globale.
Tale espansione, oltre a avviare riflessioni commerciali e geopolitiche, potrebbe anche preludere a una revisione dei tradizionali equilibri economici internazionali.
I relatori hanno quindi approfondito gli effetti della deglobalizzazione e del protezionismo commerciale, ricordando che si tratta di fenomeni che ormai impongono alle aziende di diversificare le catene di approvvigionamento per aumentarne la resilienza.
In conclusione di serata, è emerso un quadro che, oltre a riconoscere la vitalità e il dinamismo dei professionisti, ha ricordato che il Ticino e la Svizzera, continuano a garantire un contesto normativo complessivamente favorevole alle attività di trading, confermando in tal modo il nostro paese come location strategica per il commercio di materie prime malgrado le complicazioni dello scacchiere geopolitico mondiale.