avv. Rupen NacarogluAvv. Rupen Nacaroglu, con quale spirito ha accettato questa nuova sfida?

«Con grande entusiasmo e con la voglia di mettermi in gioco. Lugano e il suo territorio hanno un potenziale enorme, ma il turismo è un settore che cambia velocemente e richiede un approccio dinamico, capace di valorizzare le eccellenze locali e, al tempo stesso, di guardare avanti con idee fresche anche su scala internazionale.

Sapevo fin dall’inizio che non sarebbe stato un incarico semplice, ma proprio per questo ho deciso di accettarlo. Il turismo non è fatto solo di numeri o strategie, ma di persone, esperienze e percezioni. E questo significa ascoltare, capire cosa funziona e cosa no, sperimentare nuove idee e, quando serve, avere anche il coraggio di cambiare prospettiva.

Ci sono tante cose su cui possiamo lavorare: dall’allungare la stagione turistica a migliorare la qualità dell’accoglienza, fino a creare esperienze che rendano il Luganese più riconoscibile e attraente. La chiave, secondo me, sta nel fare squadra: il turismo è un lavoro collettivo, che coinvolge istituzioni, aziende e cittadini. Se riusciamo a connettere le energie giuste, i risultati arriveranno».

Quali sono i punti di forza di questa organizzazione, i suoi scopi e i suoi valori, e come intende valorizzarli nel corso del suo mandato?

«Il punto di forza di Lugano Region è senza dubbio il nostro territorio: la bellezza naturale, il clima e l’offerta culturale sono risorse preziose. Ma sappiamo bene che non basta avere un bel paesaggio per attirare turisti. La sfida sta nel riuscire a valorizzare queste risorse in modo autentico e coerente, offrendo esperienze che parlino davvero del Luganese.

Un altro aspetto fondamentale è il lavoro delle persone che compongono l’ente. La passione e la dedizione del nostro team sono un valore aggiunto, ma anche qui non ci illudiamo: il settore turistico è in continua evoluzione e richiede un aggiornamento costante. Dobbiamo essere pronti a metterci in discussione e ad adattarci alle nuove esigenze dei visitatori. Non sempre è facile, ma credo che sia proprio questo il bello della sfida.

Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo che il Luganese diventi una destinazione di riferimento per chi cerca esperienze che uniscano natura, sport, cultura ed enogastronomia. Sappiamo che non sarà un percorso immediato, e ci saranno sicuramente ostacoli da superare. Ma proprio per questo, puntiamo a lavorare con gradualità, valorizzando ciò che già funziona e cercando di migliorare passo dopo passo, senza forzature. Credo che il segreto stia nel trovare un equilibrio: tra innovazione e tradizione, tra le aspettative dei turisti e l’autenticità del territorio. E questo richiede tempo, ascolto e tanta collaborazione».

Quali sono i principali progetti, la cui realizzazione la vedrà intensamente impegnato nel corso dei prossimi mesi?

«Abbiamo diversi progetti in cantiere, ma la verità è che non si tratta solo di lanciare iniziative nuove: vogliamo anche migliorare e rendere più efficaci le attività che già esistono. A volte si pensa che basti inventare qualcosa di nuovo per fare la differenza, ma spesso il vero valore sta nel saper ottimizzare e coordinare quello che c’è.

Stiamo lavorando in stretta collaborazione con il Consiglio d’Amministrazione e la Direzione per sviluppare la destinazione in modo più strategico. Abbiamo creato una commissione che si occupa di guardare al lungo termine, non solo per risolvere le esigenze immediate, ma per capire in che direzione vogliamo andare come regione turistica. Questo significa confrontarsi anche con le autorità pubbliche e trovare un equilibrio tra le diverse visioni. Non è un processo sempre semplice, ma è necessario.

Sul fronte promozionale, ci stiamo concentrando su due livelli: da un lato, rafforziamo la nostra presenza nei mercati vicini come Italia e Germania, perché sappiamo che sono bacini importanti e più facilmente raggiungibili. Dall’altro, vogliamo ampliare l’orizzonte verso mercati più lontani, come gli Stati Uniti, i Paesi del Golfo e il Brasile. Sappiamo che non sarà facile conquistare questi mercati, ma vogliamo iniziare a costruire una presenza solida anche lì.

Un progetto a cui teniamo molto riguarda il segmento Sport e Natura, in particolare la messa in rete e la commercializzazione dei percorsi Mountain Bike e Gravel. Sono risorse che possono davvero attrarre un pubblico specifico e appassionato, ma servono infrastrutture adeguate e un’offerta ben strutturata.

Infine, continuiamo a lavorare su temi che per noi sono strategici: la destagionalizzazione, l’ospitalità, la digitalizzazione e la sostenibilità. La destagionalizzazione, in particolare, è una sfida grande: vogliamo rendere il Luganese interessante tutto l’anno, non solo nei mesi estivi. Non sarà immediato, ma ci stiamo muovendo in quella direzione con campagne mirate e nuove collaborazioni».

Avete da qualche tempo avviato l’operatività del Ticino Convention Bureau, all’interno del quale la regione del Luganese rappresenta un punto di riferimento per i settori MICE (Meeting, Incentives, Conference, Exhibitions) e Incoming. È già possibile tracciare un bilancio delle attività svolte e delle prospettive future?

«Il settore MICE è una componente fondamentale del turismo, ma è anche uno dei più competitivi. Il Ticino Convention Bureau (TiCB) è stato avviato da poco, ad aprile 2023, quindi è ancora presto per fare bilanci definitivi. Detto questo, i primi segnali sono incoraggianti: abbiamo visto un interesse crescente, soprattutto dal mercato svizzero, e questo ci conferma che c’è spazio per crescere.

Quello che abbiamo imparato in questo primo anno è che il settore MICE richiede non solo strutture adeguate, ma anche una forte rete di collaborazioni locali. Non basta avere le sale conferenze o i servizi di qualità, bisogna saper creare un ecosistema che renda il Luganese una scelta naturale per chi organizza eventi. E qui entra in gioco il lavoro di squadra con le istituzioni, le strutture ricettive e i fornitori locali.

Per il 2025 abbiamo già in programma due appuntamenti importanti che ci aiuteranno a consolidare la nostra presenza nel settore: il Ticino Open Doors, un viaggio studio pensato per promuovere la nostra destinazione come meta per il turismo d’affari, e lo SCIB Destination Wedding Round Table, che porterà qui circa 40 professionisti svizzeri del segmento Wedding. Questi eventi non solo ci danno visibilità, ma ci permettono anche di capire meglio cosa cercano i professionisti del settore e come possiamo migliorare la nostra offerta.

Un altro progetto a cui teniamo molto è la campagna Bleisure, che punta a trasformare i viaggi d’affari in esperienze più complete, invitando i partecipanti ai congressi a prolungare il soggiorno per scoprire il territorio. È un modo intelligente per unire business e piacere, e crediamo possa avere un impatto positivo sia sui pernottamenti che sulla percezione complessiva della nostra regione. Il lavoro è appena iniziato, ma siamo sulla strada giusta. L’importante è continuare a investire e a innovare, senza mai dare nulla per scontato».

Un altro tema di grande importanza riguarda gli eventi che Lugano e la sua regione intendono ospitare. A che punto siamo e quali novità possiamo già annunciare?

«Gli eventi sono una leva fondamentale per il turismo, ma anche qui la sfida è trovare il giusto equilibrio. Non si tratta solo di organizzare manifestazioni, ma di capire quali eventi possono davvero avere un impatto positivo sul territorio, sia in termini di visibilità che di ricadute economiche.

Da anni, l’Ente Turistico del Luganese offre un sostegno finanziario a eventi pubblici e privati, ma non lo facciamo in modo automatico. Ogni richiesta viene valutata con attenzione: ci chiediamo se l’evento ha una vera valenza turistica, se è in grado di generare pernottamenti o attrarre visitatori da fuori regione. Non tutti gli eventi hanno questo potenziale, e credo sia importante essere selettivi per garantire che le risorse siano investite dove possono fare la differenza.

Un altro aspetto che consideriamo è la coerenza con la nostra strategia. Gli eventi che scegliamo di supportare devono rispecchiare i nostri segmenti chiave: Sport e Natura, Arte e Cultura, ed Enogastronomia. Non si tratta solo di una questione di contenuti, ma anche di visione: vogliamo che ogni evento contribuisca a rafforzare l’identità turistica del Luganese e sia in linea con i nostri assi strategici, come la destagionalizzazione e la sostenibilità.

Guardando al futuro, stiamo lavorando per attrarre eventi che possano diventare appuntamenti fissi e riconoscibili a livello nazionale e internazionale. Non è semplice, e siamo consapevoli che la concorrenza con altre città svizzere è forte. Ma crediamo che il Luganese abbia tutte le carte in regola per distinguersi, soprattutto se riusciamo a creare un’offerta che combini eventi di qualità con l’unicità del nostro territorio. Non voglio svelare troppo in anticipo, ma posso dire che ci sono progetti in fase avanzata che puntano proprio in questa direzione. E sono fiducioso che nei prossimi mesi avremo delle belle novità da condividere».

In che misura e in che modo ritiene che le sue precedenti attività professionali e politiche possano costituire una significativa esperienza per far fronte agli impegni che l’attendono?

«Il turismo è un settore affascinante e in continua evoluzione, e affrontarlo richiede curiosità, apertura e la capacità di mettere insieme competenze diverse. Nel mio percorso professionale, personale e politico ho avuto modo di toccare con mano molte delle sfide che oggi ritrovo in questo ruolo, il che mi aiuta ad affrontarlo con maggiore concretezza.

Dalla mia professione emerge il mio lato più “quadrato”: sono avvocato e socio di una fiduciaria; quindi, so bene cosa significa gestire strutture complesse, prendere decisioni strategiche e far funzionare un consiglio di amministrazione senza perdersi nei tecnicismi. Certo, i regolamenti e gli aspetti amministrativi sono fondamentali, ma non devono mai diventare un freno all’innovazione. La sfida è proprio questa: trovare il giusto equilibrio tra visione e struttura, tra creatività e gestione solida.

Come imprenditore e Presidente della Società dei Commercianti di Lugano, ho imparato cosa significa creare esperienze che sappiano coinvolgere le persone e lasciare il segno. Nella ristorazione, nel commercio e nell’ospitalità, ogni dettaglio conta: dall’accoglienza alla qualità dell’offerta, fino alla capacità di innovare senza perdere autenticità. Credo che questi stessi principi si applichino al turismo di un’intera regione.

Sul piano politico, gli anni trascorsi in Consiglio Comunale mi hanno insegnato che nessuna buona idea si realizza da sola: servono confronto, collaborazione e una buona dose di pragmatismo. Credo che il turismo di Lugano possa crescere proprio attraverso una maggiore collaborazione tra pubblico e privato, ed è con questo spirito che affronto il mio ruolo in Lugano Region: ascoltando, cercando di capire le esigenze del settore e lavorando per trovare soluzioni concrete.

So che ci saranno sfide da affrontare, ma è proprio questo che mi motiva. E so anche che il turismo è fatto di emozioni, esperienze e, perché no, anche di qualche sorpresa. Il mio obiettivo è contribuire affinché Lugano sappia sorprendere chi la visita, ma anche chi la vive ogni giorno».