Vitruvius SICAV, gestita da Ceresio Investors, ha ricevuto il Refinitiv Lipper Fund Awards Switzerland 2021 – Winner Award – per Vitruvius Greater China. Quali sono le motivazioni di questo riconoscimento?
«Vitruvius Greater China è stato riconosciuto come il miglior fondo azionario della Greater China su un orizzonte temporale di 5 anni. Questo risultato, rappresenta una significativa conferma dell’approccio di Ceresio Investors, che continua a produrre ottimi risultati nell’identificazione di talenti di investimento superiori anche in Asia, come dimostra il nostro rapporto di lunga data con Greenwoods Asset Management, Advisor per il portafoglio Vitruvius Greater China Equity. I premi Refinitiv Lipper Fund si basano sul rating Lipper Leader for Consistent Return, che è una misura della performance aggiustata per il rischio calcolata su 36, 60 e 120 mesi. Il fondo con il valore Lipper Leader for Consistent Return (Effective Return) più alto in ciascuna classificazione ammissibile, vince il premio Refinitiv Lipper Fund».
In generale, qual è l’approccio di Ceresio Investors nell’identificazione di talenti di investimento?
«La domanda da cui partire è: esistono i talenti? Noi pensiamo di sì, anche se, per definizione, oltre che per nostra diretta esperienza, sono pochi ed è difficile trovarli. Anche nel mondo della gestione patrimoniale, esistono infatti professionisti dotati di talento, che ottengono risultati ben superiori alla media. Il primo passo, e mi riferisco al modello di business di Ceresio Investors, è quello di essere disponibili a fare un atto di umiltà, per andare a scovarli in giro per il mondo. La nostra esperienza indica che il talento si esprime al meglio, in un modello di gestione attiva, all’interno di strutture indipendenti con una elevata propensione imprenditoriale e senza conflitti di interesse. I talenti cui ci rivolgiamo, seppur nella loro eterogeneità, che rappresenta un valore aggiunto, hanno generalmente alcune caratteristiche in comune: sono persone di successo, esperte e con sicure referenze; hanno un allineamento di interessi con il nostro Gruppo, secondo una logica di co-investimento dei nostri assets e dei loro patrimoni personali; sono dei decison makers e dei risk takers che investono prettamente nella componente azionaria (quotata e liquida) e garantiscono una elevata trasparenza. Con queste premesse abbiamo costruito negli anni un rapporto consolidato con gestori in grado di avere una visione privilegiata sugli scenari futuri dei mercati e intercettare in anticipo i fenomeni che guidano i trend di lungo periodo».
Che peso riveste l’Asia nelle vostre strategie d’investimento e quale prospettive avanzate circa le prospettive di sviluppo di quell’area geografica?
«Le ottime performances dei nostri fondi Vitruvius Greater China e Vitruvius Asian Equity sono il risultato di oltre 40 anni di ricerca e investimenti sui mercati asiatici. Il primo mandato ad un gestore giapponese risale al 1975, mentre il primo portafoglio di talenti asiatici è relativo al 1994, inizialmente per mezzo di persone che investivano in Asia da uffici basati a New York, Londra e Tokyo. Gradualmente, ed in modo aggiungerei naturale, abbiamo accompagnato la crescita dei gestori locali sempre più integrati nei loro mercati ed economie di riferimento. Mercati sempre più rilevanti su scala mondiale, sia a livello micro che macroeconomico, caratterizzati da una elevata dinamicità e innovazione, senza dimenticare il diverso contesto politico e sociale. Il nostro baricentro dei viaggi si è pertanto spostato su Hong Kong, Singapore e Shanghai e la Cina è diventata il paese di riferimento nell’area. Su circa 4 miliardi di CHF di mandati discrezionali, i nostri investimenti in Asia valgono circa il 25% del totale, quota che sale al 30% se si aggiunge l’allocazione indiretta da parte dei nostri gestori globali. La ripartizione ottimale del rischio per un nostro portafoglio globale diversificato prevede infatti circa 1/3 in Europa, 1/3 in Asia e 1/3 in Nord America».
Quali sono i settori e le caratteristiche delle imprese verso cui in prevalenza rivolgete la vostra attenzione?
«La selezione degli investimenti singoli, dei settori, dei temi ed anche dei paesi in taluni casi sono interamente delegati ai talenti. L’universo delle aziende cinesi quotate, oltre 5mila e in maggioranza non coperte da ricerca, è un insieme molto interessante da cui attingere. Le imprese statali sono tipicamente inefficienti e vengono escluse. Di conseguenza sono tipicamente sotto rappresentati settori quali finanziari, utilities, residenziale, energia e materie di base. Vengono per contro privilegiati quei segmenti del mercato che offrono un maggiore potenziale di crescita in ottica di lungo termine. Oltre alle compagnie leader in ambito tecnologico, si evidenziano opportunità nel settore della sanità e recentemente sempre più nel settore industriale e nelle compagnie cicliche legate al consumatore locale».
Infine, sotto quali auspici è iniziato il 2021 e quali previsioni d’investimento avanzate per il 2021?
«La Cina ha chiuso il 2020 con una crescita positiva, un unicum, ed è parecchio avanti nel ciclo economico post pandemico. Vive pertanto una fase di stabilità e di normalizzazione sul fronte monetario e fiscale, tra l’altro nell’anno del centenario del Partito Comunista Cinese. Dopo un brillante 2020, il mercato azionario locale attraversa una fase di volatilità ed assestamento, anche a causa di una regolamentazione crescente nei settori a forte crescita. L’America sta iniziando nuovamente a correre, anche in funzione dell’ingente piano di sostegni all’economia previsti dalla nuova amministrazione al governo del Paese. L’Europa è in ritardo ma in fase di ripresa e di possibile accelerazione nella seconda parte dell’anno. In un panorama così fluido e diversificato, la selezione attiva delle aziende, dei modelli di business vincenti e dei settori assume quindi un’importanza fondamentale. Motivo per cui la gestione del rischio dei nostri portafogli è affidata in modo preponderante a gestori professionisti e attivi, in grado di adattarsi alle situazioni allo scopo di estrarre valore aggiunto in un’ottica di lungo periodo».