Per due giorni Lugano è stata davvero al centro di qualificati incontri con esperti di livello internazionale…
«La Global Commodities Conference, organizzata da LCTA e dall’associazione Conoscere Eurasia ha visto riuniti ospiti di fama mondiale, esperti del commercio internazionale, traders di materie prime, istituzioni bancarie e fornitori di servizi. Si è confermata una piattaforma unica nella parte italiana della Svizzera per il networking e l’approfondimento delle tematiche legate a questo settore. In particolare, grazie anche al contributo di illustri ospiti provenienti dalla Federazione Russa e dall’Asia abbiamo cercato di mettere a fuoco i numerosi problemi legati al commercio delle materie prime all’interno spazio eurasiatico, con riferimento anche alle opportunità e alle sfide connesse alla realizzazione del progetto “One Belt One Road”. Ospite speciale è stato Mark Entin, professore presso l’Istituto Statale di Mosca per le relazioni internazionali (Università MGIMO), membro del Consiglio russo per la politica estera e di difesa, già ambasciatore russo della Federazione russa a Lussemburgo (2012-2016)».
Questo incontro è stato anche l’occasione per fare il punto su un settore, quello del commercio delle materie prime, che a Lugano e in Ticino riveste una crescente importanza…
«Un settore direi divenuto fondamentale, considerato l’ammontare del suo gettito, ma non solo. Genera impieghi qualificati ed un indotto importante, oltre a veicolare il ‘brand’ Lugano in tutto il mondo. Il settore vanta presenze storiche e nuovi arrivi, dall’Italia, dall’Est europeo e dall’Asia, con attività nei metalli preziosi e non, carbone, petrolio e gas naturale, minerali diversi, oltre al settore shipping tradizionalmente ben rappresentato».
Nel corso del dibattito sono emerse le grandi trasformazioni con cui il commodity trading è chiamato a confrontarsi, in termini operativi, finanziari e legali…
«Uno degli elementi su cui molti interventi si sono soffermati riguarda la crescente rilevanza dei fattori geopolitici, che vanno continuamente monitorati, ad iniziare dalla Cina, che da sola assorbe oltre il 50% dell’intero flusso di materie prime, ma anche altri Paesi euroasiatici e in generale tutti i Paesi produttori di materie prime. Questi fattori geopolitici si riflettono su prezzi sempre più volatili, tali da richiedere sofisticate strategie di hedging affidate a strumenti finanziari quali opzioni e futures. La componente di investimento finanziario assume sovente dimensioni ampie rispetto a quella commerciale ed industriale. I rischi fanno certamente parte del gioco e le variabili sono complesse, dalle condizioni di estrazione al trasporto, dalle possibili avarie alle incertezze finanziarie».
Come si colloca questa vostra conferenza nel quadro delle attività svolte da LCTA?
«LCTA svolge un’intensa attività di formazione, lobbying, promozione e networking, ma Lugano si trova in sana competizione, a livello nazionale, con le altre due piazze storiche del trading di materie prime, Ginevra e Zugo e, a livello globale, con colossi quali Londra, Singapore, i centri texani o Dubai. Diventa dunque fondamentale ogni possibile azione tesa alla protezione e alla valorizzazione, della piazza luganese a livello economico, politico, dei media e dell’opinione pubblica. La sinergia con le strutture bancarie e gli altri fornitori di servizi avanzati è essenziale ma, anche in questo caso, il ridimensionamento del private banking che Lugano ha conosciuto, ha portato alla delocalizzazione di centri decisionali e di desk specializzati nel trade financing. Molti di essi hanno lasciato la piazza concentrandosi a Zurigo o Ginevra, alcuni sono rimasti, come nel caso di UBS e di Cornèr Banca, ed altri si sono addirittura indirizzati al comparto con successo, come nel caso di Banca Stato, molto attiva ormai da alcuni anni, o della nuova arrivata Banca Zarattini».
Da ultimo, quali ricadute si augura che questa conferenza possa avere sullo crescita della piazza ticinese?
«È stata un’occasione importante per confermare la forza di un settore che per sua natura inserisce Lugano in un circuito di scambi internazionali di livello mondiale. Occorre intervenire non solamente sulla pressione fiscale che colpisce il comparto, ma anche sulla comunicazione, per contrastare forze politiche pregiudizievolmente avverse a questa attività. Dunque un lavoro anche sull’immagine del settore, cui LCTA reca da anni contributi positivi, nell’interessa della crescita economica di tutto il Cantone».