Superata la fase acuta della pandemia, quali sono le prospettive a breve-medio termine per il turismo in Svizzera?
«Solo tra marzo e giugno l’industria turistica svizzera ha perso 8,7 miliardi. Tuttavia, durante le vacanze estive abbiamo assistito a una vera e propria corsa, soprattutto per quanto riguarda le classiche destinazioni di vacanza più amate dagli ospiti svizzeri. E i primi turisti europei sono tornati a soggiornare in Svizzera. Di questa positiva situazione non beneficiano ancora le città, soprattutto le grandi città, dove gli alberghi sono ancora in parte vuoti e molti esercizi chiusi. Anche alcune destinazioni alpine, grandi impianti di risalita o attrazioni che di solito sono visitate da ospiti stranieri, soffrono molto e non possono compensare il loro deficit con i soli turisti domestici. Secondo le informazioni attuali del settore, il turismo svizzero ha perso un totale di 3,2 milioni di soggiorni in hotel da giugno ad agosto, pari a circa il 27% in meno rispetto all’anno precedente. E non sappiamo che tipo di turismo si potrà avere nella regione alpina dopo le vacanze scolastiche svizzere, cioè dopo l’alta stagione estiva. Difficile anche fare previsioni per l’autunno viste le incertezze causate dalla pandemia. Quindi supponiamo che il 2020 sarà un vero anno di crisi. Non tutti i fornitori di servizi turistici escono indenni dalla situazione. Ci vorranno anni per rimediare ai danni subiti e ricostruire condizioni un po’ più stabili».
Si parla spesso della cultura come veicolo per la promozione del turismo, ma quali nuove problematiche si pongono in seguito al blocco pressoché totale, in questi mesi, di eventi e di manifestazioni?
«La quasi totale cancellazione di molti eventi, festival e mostre colpisce duramente le città svizzere e, naturalmente, il turismo congressuale. I tipici eventi estivi come il Locarno Film Festival, la Zurich Street Parade o il Montreux Jazz Festival, ma anche Art Basel sono vere e proprie icone della stagione estiva e di solito significano un enorme numero di visitatori per le destinazioni. Una realizzazione virtuale di questi eventi, se possibile, non può ovviamente mai sostituire l’evento “reale” e, soprattutto, l’esperienza della destinazione. Alcuni eventi possono ora essere riprogrammati, anche se spesso in condizioni molto diverse in termini di dimensioni, infrastruttura ed esperienza. Dovremo aspettare e vedere quali condizioni saranno possibili nei prossimi mesi e se le persone sono mentalmente pronte a concentrarsi in grandi folle. Anche in questo caso le incertezze causate dalla pandemia rimangono immense».
Che ruolo potrà avere nell’elaborazione dei progetti per i prossimi mesi il tema dell’enogastronomia?
«L’autunno svizzero è sempre stato la stagione del divertimento in tutti i sensi. Anche l’arte culinaria con le feste della vendemmia e delle castagne e il vino con tutte le offerte enoturistiche sono da diversi anni al centro dell’interesse della comunicazione turistica svizzera per l’autunno. La Svizzera ha un’offerta particolarmente varia e ricca in campo enogastronomico. La viticoltura e l’alta qualità dei vini locali, prodotti nella regione del Lago di Ginevra, in Ticino fino alla Bündner Herrschaft, riscuotono l’apprezzamento degli esperti in tutto il mondo. In quest’ottica, dall’autunno scorso Svizzera Turismo (ST) gestisce una piattaforma per il turismo del vino su scala svizzera».
Se durante l’estate si impongono le attività a contatto con la natura e all’aria aperta, che cosa possiamo invece attenderci per la prossima stagione invernale?
«Anche nell’inverno svizzero l’attenzione si concentra sulle attività e la vita all’aria aperta e nella natura, sulle piste per lo sci, lo snowboard o lo sci di fondo, o su quelle per le escursioni invernali o le ciaspolate. Ma anche qui dobbiamo aspettare e vedere come sarà possibile la stagione invernale quest’anno. Anche qui le incertezze sono molto grandi».
Dopo la pandemia avete lanciato la campagna “Clean & Safe”. Successivamente a questa fase di ripresa, in che modo sarà diversificata l’offerta turistica?
«La Svizzera è ancora nella fase di transizione, dal blocco al graduale allentamento, a partire dall’inizio dell’estate. E a questo punto non sappiamo esattamente cosa ci porterà il futuro. La necessità di sicurezza e pulizia rimane alta. Per rafforzare la fiducia degli interni e dall’estero accreditando la Svizzera come destinazione di viaggio sicura e pulita, le associazioni dell’industria del turismo hanno creato il marchio “Clean & Safe”. La campagna è stata avviata da Svizzera Turismo come parte del “Piano di recupero”. L’etichetta indica agli ospiti che stanno visitando un’azienda che si è impegnata consapevolmente a rispettare il concetto di protezione. La grande importanza dell’etichetta “Clean & Safe” è particolarmente evidente nei mercati esteri più lontani: un team televisivo della Corea del Sud ha recentemente illustrato in dettaglio gli sforzi dell’industria turistica svizzera per comunicare chiaramente la sicurezza e la pulizia delle imprese nel settore turistico svizzero. Gli ospiti provenienti da paesi lontani in particolare – non appena potranno di nuovo viaggiare – devono conoscere le situazioni e come affrontare la pandemia in Europa. In questo senso il nostro brand ha un effetto rassicurante e crea fiducia».