L’Engadina costituisce senza dubbio una delle regioni turistiche più note al mondo. Quale politica è necessario portare avanti per mantenere questa posizione di assoluto prestigio?
«In veste di Senior Sales Manager di St. Moritz, più che di politica preferirei parlare di una strategia aziendale (essendo diventati dal 1 gennaio 2018 una SA) che mira alla “gestione” del marchio inteso come Brand Management. L’obiettivo è quello di estendere e/o rafforzare la conoscenza del marchio a livello internazionale negli 8 mercati dove comunichiamo e vendiamo il marchio St. Moritz (Italia, USA, UK, Russia, Cina, Giappone, India e Brasile) e nei 3 mercati dove siamo presenti con il marchio Engadina (Svizzera, Germania e Scandinavia). Ulteriore “politica” che il marchio St. Moritz deve portare avanti per mantenere la posizione di prestigio, è quella di sensibilizzare gli stakeholders affinché ciò che l’Ente del turismo comunica attraverso il brand St. Moritz nei mercati, rispetti ciò che i nostri clienti ricevono in termini di prodotti e servizi una volta arrivati nella nostra destinazione».
Quali sono le strategie promozionali programmate per i prossimi anni?
«Più che di strategia promozionale abbiamo messo a punto una strategia del marchio a lungo termine. Abbiamo a questo proposito creato due team (un team St. Moritz ed un team Engadina) con 2 Brand Manager e l’obiettivo di Marijana Jakic, Brand Manager St. Moritz, di implementare esclusivamente attività che trasferiscono il DNA del marchio: tradizione, qualità e stravaganza. Nella nuova “Marke Strategie”, ogni promozione che facciamo deve tenere in considerazione questi 3 elementi. Sono gli stessi elementi che comunichiamo quando andiamo all’estero ed organizziamo eventi B2B e B2C per promuovere la destinazione o quando invitiamo giornalisti e tour operators da tutto il mondo per conoscerla e farla conoscere».
In che modo si sono andate modificando nel corso degli anni le richieste e le attese della clientela svizzera e di quella internazionale?
«Oggi il lusso non viene solo percepito attraverso cose tangibili; al contrario, per lusso si intendono anche le esperienze che una destinazione riesce ad offrire alla propria clientela sia in termini di attività che in termini di momenti di relax: lusso è oggigiorno avere del tempo libero a propria disposizione. Infatti uno dei termini utilizzati per disegnare la strategia del marchio Engadina è proprio il tedesco “Entschleunigung” che tradotto letteralmente significa rallentamento. In questo senso anche la nostra clientela si differenzia a seconda del marchio. Coloro che prediligono St. Moritz sono alla ricerca di una vacanza all’insegna del lusso ma anche della stravaganza, dell’urbanità a 1800 metri con lo shopping, le galleria d’arte, i ristoranti gourmet e gli eventi che la caratterizzano tutto l’anno (Jazz Festival, Polo, White Turf, Gourmet Festival, ecc.), mentre coloro che amano l’Engadina sono alla ricerca di un luogo magico, rilassante, a volte quasi nostalgico dove poter trascorrere giorni quieti in famiglia, con gli amici, dove lavorare e meditare in piena tranquillità. St. Moritz rappresenta quindi un lifestyle urbano e stravagante a 1800 metri, mentre l’Engadina costituisce un luogo dove rallentare i ritmi frenetici della vita urbana. Entrambi i brand vengono scelti dalla nostra clientela per una vasta offerta in ambito sportivo e di svago».
Dunque St. Moritz bene interpreta il concetto contemporaneo di lusso…
«Oggi non si compete solo con altre destinazioni ma anche con altri prodotti nell’ambito del lusso. Il tempo libero viene anch’esso considerato come un bene di lusso e la nostra clientela si reca a St. Moritz anche per soggiorni più brevi di quanto faceva in passato. La qualità deve a maggior ragione essere eccellente, in quanto l’ospite concentra il suo tempo libero visitandoci anche per pochi giorni. La clientela odierna cerca in St. Moritz e in Engadina un luogo dove sentirsi a casa, a proprio agio, tanto che uno dei global trends dei quali abbiamo tenuto conto nell’implementazione della nuova strategia è proprio quello del senso di appartenenza. Oggi ci si reca in un luogo poiché si vuole appartenere ad un luogo dove ci si muove con estrema facilità, dove i rapporti con gli stakeholders assumono una forma cordiale e quasi famigliare».
Quali rischi corre una destinazione come l’Engadina a fronte dei processi di globalizzazione che coinvolgono ormai il turismo a livello mondiale?
«L’Engadina non deve assolutamente correre nessuno dei rischi a fronte dei processi di globalizzazione mondiale. Dobbiamo offrire un prodotto per tutti i gusti e tutte le tasche, ma dobbiamo stare al di fuori dei canali di vendita e degli intermediari che offrono prodotti di turismo di massa. Abbiamo una vasta concentrazione di hotel in una superficie limitata, che dobbiamo riempire sia nella stagione invernale che in quella estiva, ma al tempo stesso dobbiamo come Ente del turismo aiutare i nostri stakeholders a lavorare con una clientela che cerca la qualità piuttosto che la quantità».
Quali interventi, a suo giudizio, il mondo politico dovrebbe adottare per favorire la competitività dell’Engadina sul mercato interno ed estero?
«Mi occupo di turismo e non di politica e lascio ai politici decidere cosa sia il meglio per la nostra bellissima Engadina. Quello che cerco di trasmettere ai giovani che lavorano nel nostro team è il messaggio: “we have to make the best out of it” e cioè che l’Engadina e St. Moritz sono talmente belle che dobbiamo concentrarci nel comunicare e vendere al meglio ciò che di stupendo madre natura ci ha regalato. Se poi la politica migliorerà le infrastrutture ed i servizi, significherà avere novità da comunicare nei nostri mercati».
Lei vanta una importante trascorsa esperienza manageriale. Con la sua formazione quali difficoltà, o vantaggi, ha dovuto affrontare in veste di Senior Sales Manager del marchio St. Moritz?
«I vantaggi di lavorare in un Ente del turismo piccolo ma con un marchio così conosciuto e prestigioso sono molteplici. Uno dei più importanti è indubbiamente la facilità nel lavorare con gli stakeholders locali conoscendoli tutti. Rispetto ad esperienze passate dove ho lavorato per enti del turismo o compagnie aeree di dimensioni maggiori, l’Engadina è un luogo dove ci conosciamo tutti e dove vendere la destinazione ai tour operator o al consumatore finale diventa un’esperienza professionale dove possiamo occuparci della clientela a 360 gradi, dal momento della prenotazione al momento del check out. Lavorando inoltre in un contesto di circa 30 persone bisogna sviluppare la propria creatività, individuando continuamente attività per vendere con successo la destinazione in mercati che hanno abitudini di consumo diversi tra di loro poiché dettati da culture differenti. Una sfida appassionante che mi entusiasma ogni giorno quando mi reco in ufficio. Le difficoltà, se non ci si cura troppo della politica che spesso e volentieri assume una presenza un po’ ingombrante nel mondo del turismo, sono pressoché inesistenti ed io vi invito a venirmi a trovare in uno di quelli che, dopo 20 anni di esperienza nel turismo e di viaggi in giro per il mondo, reputo uno dei posti più belli dove trascorrere le proprie vacanze».