Facilmente raggiungibile da Lugano attraverso l’autostrada Milano-Novara-Ivrea in circa 3 ore di auto, Aosta è il capoluogo della Valle D’Aosta. Conosciuta come la “Roma delle Alpi” per la sua ricca storia in età classica, offre un’affascinante combinazione di resti archeologici e monumenti medievali.
Il nostro percorso conoscitivo parte dal Castello di Aymavilles, all’imbocco della valle di Cogne, posizionato su un promontorio ben esposto, con una forma particolare che coniuga le morbide linee delle quattro torri alle bianche facciate lineari. L’aspetto odierno è il risultato degli interventi settecenteschi voluti dal proprietario, Joseph-Félix de Challant, il quale ha deciso di fondere Medioevo e Barocco in un’unica, eclettica struttura. Oggi il castello racconta al suo interno due storie di collezionismo ottocentesco, quella di Vittorio Cacherano Osasco della Rocca, ultimo discendente della nobile famiglia Challant, e quella, nata quasi in contemporanea, dell’Accademia di Sant’Anselmo.
Transitando da Aymavilles, si segnala per una sosta la Vinosteria Antirouille, ristorante che si trova nel cuore del paese, in una struttura di recente costruzione e che propone specialità enogastronomiche tipiche della Valle d’Aosta.
Ci spostiamo poi allo straordinario ponte-acquedotto romano di Pont-d’Ael, una grandiosa opera idraulica realizzata da un ricco e intraprendente padovano più di 2000 anni fa. Un capolavoro d’ingegneria romana che si presenta suddiviso su due livelli: un percorso scoperto superiore, oggi percorribile a piedi, ma che in origine costituiva il canale idrico dove scorreva l’acqua e un altro sottostante, coperto, utile al transito di uomini e animali.
A seguire, una visista approfondita della città, fatta di resti archeologici, viuzze strette, chiese antiche: fondata dai Romani nel 25 a.C. con il nome di Augusta Praetoria Salassorum, Aosta conserva importanti vestigia dell’epoca, come il Teatro Romano (attualmente in fase di restaurazione), la Porta Pretoria, l’Arco di Augusto e il Criptoportico forense.
La città vanta anche testimonianze medievali, tra cui la Collegiata di Sant’Orso con il suo famoso chiostro romanico, e la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Aosta sorge in una posizione strategica, al centro della Valle d’Aosta, circondata da montagne imponenti e crocevia di importanti vie di comunicazione; è un punto di partenza ideale per esplorare la regione, sia per gli amanti della storia e della cultura che per gli appassionati di sport estivi, invernali ed escursioni in montagna.
Per una cena gourmet in centro città, in un’atmosfera sospesa tra l’antico e il contemporaneo, lo Chef Marco Stefenelli del ristorante Stefanelli Desk propone una cucina che miscela gusti e culture diverse: non a caso Stefanelli ha vissuto a Bonn e poi sul lago di Costanza, passando anche per l’Irlanda, e i suoi piatti sono ricchi di sapori e di tradizioni, senza mai eccedere nelle proposte di abbinamento di ingredienti diversi. Per chi desidera un consiglio, non mi farei mancare la Scaloppa di fois-gras con capesante scottate, purea di mango, cipollotto sauté, tartufo nero o il Salmone marinato all’aneto e agrumi con carpaccio di ananas, tamarillo, sorbetto al lime e basilico.
Per il pernottamento, per coloro che desiderano scroprire il fascino dei paesi circostanti, a Doues, nella zona Valpelline a nord di Aosta, il Relais De La Grandze è un albergo semplice di montagna, le camere sono arredate in stile rustico con finiture in pietra e legno e offrono spazi accoglienti.
L’indomani ci attende una uscita in e-bike in Valpelline con un bravo e giovane istruttore della società Biking Alps, specializzata in tour guidati, con una tappa al rifugio Champillon: inaugurato nel giugno del 2005, è una meta affascinante anche per per gli appassionati di astronomia e gli amanti delle stelle, e i suoi gestori organizzano serate di osservazione della Via Lattea con l’ausilio di potenti cannocchiali. Immerso nella bellezza naturale della Valle d’Aosta, il rifugio offre anche il pernottamento.
Non manca poi una visita al Museo della Fontina (Centro visitatori) che ne illustra la storia e la produzione di questo formaggio DOP. La visita comprende anche i magazzini di stagionatura delle fontine scavati nella roccia, uno dei quali ricavato all’interno dell’antica miniera di rame e dove la Fontina DOP rimane per 80 giorni e prende il suo gusto dolce e inimitabile.
La giornata si conclude alla Maison Rosset a Nus, di proprietà della famiglia Rosset, nobile casato che risale ai primi del XVIII secolo. La casa un tempo padronale e l’azienda agricola sono state riconvertite in agriturismo, l’ambiente nel suo complesso è molto grazioso e ricorda un po’ i borghi della Provenza; non mancano una piccola spa e un ristorante che nelle serate di bel tempo viene apparecchiato all’aperto tra le mure del casale. L’atmosfera è molto conviviale e i prodotti proposti arrivano per la maggior parte dell’azienda agricola situata a pochi minuti a piedi.
L’indomani ci attende il Castello di Fénis, uno tra i più famosi della Valle d’Aosta. Si tratta infatti di un complesso di torri e strutture merlate in stile gotico. Diversamente dagli altri castelli, costruiti per scopi bellici e di protezione, non è situato sulla sommità di un promontorio. Fu infatti una residenza signorile, sede di rappresentanza dei maggiori esponenti della famiglia Challant, che lo dotarono dell’imponente apparato difensivo, nonché di eleganti decorazioni pittoriche, simboli di potenza e di prestigio. Nel 1716 fu ceduto al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana e le vicende che segnarono la storia di questa famiglia condussero il maniero a un lento degrado, preludio dell’abbandono che lo vide trasformato in abitazione rurale: le sale del pianterreno furono adibite a stalle, mentre il primo piano fu usato come fienile.
Il recupero del monumento si deve ad Alfredo d’Andrade, che acquistò il castello di Fénis nel 1895 e, dopo averne restaurato le parti più rovinate, lo donò allo Stato. Oggi l’edificio è di proprietà della Regione autonoma Valle d’Aosta.
Per concludere non manca una visita ad una cantina vinicola, La Crotta di Vegneron a Chambave, che nasce come coopertiva nel 1980 con circa 25 soci. Oggi ne vanta più di 50 ed è arrivata a produrre 200.000 bottiglie. I vini Valle d’Aosta DOC di produzione dell’Azienda nascono in un ambiente montano con forti pendenze e vigneti molto frammentati, la cui esposizione è prevalentemente a sud. La filosofia di La Crotta di Vegneron è marcatamente votata alla valorizzazione dei vitigni autoctoni come Petit Rouge, Fumin, Vien de Nus oltre, a quelli tradizionali come Muscat de Chambave e Nus Malvoisie. La produzione dell’azienda verte anche su vitigni dai nomi più internazionali come Pinot Noir, Gamay e Müller Thurgau che perfettamente si adattano ai terreni ed al clima.
Rientrando verso Lugano, sulla strada si incontra il Forte di Bard, che rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento ed è parte della rete di castelli della Valle d’Aosta, ma per una visita approfondita ci riserviamo un altro viaggio.