Raccontare la storia personale di Cristina Bowerman è indispensabile per comprendere il percorso tortuoso che l’ha portata ad essere una chef molto apprezzata nel panorama internazionale e non solo italiano. Insignita di 1 stella Michelin dal 2010, è nata a Cerignola, piccolo paese pugliese. Dopo la laurea in Giurisprudenza, si trasferisce a San Francisco con l’idea di continuare gli studi legali, ma cambia direzione e intraprende studi nel settore della grafica, scoprendo la sua indole creativa, che già appartiene alla mamma artista e dalla sorella architetto. Non prende un diploma in grafica, ma lavora invece nei weekend presso la coffee house Higher Grounds. Nel frattempo vede esplodere la sua passione per la cucina che le permette ancora oggi di continuare a dare spazio alla sua creatività; nel periodo in cui è residente ad Austin, in Texas, consegue la laurea in Culinary Arts, perfezionando la propria disciplina e lavorando in particolare sulla concentrazione dei sapori.

Nel 2005 si trasferisce a Roma e dopo una prima esperienza al Convivio Troiani, arriva al Glass Hostaria, ristorante a Trastevere, che è uno spazio contemporaneo e innovativo sia nella filosofia che nella proposta gastronomica, controcorrente rispetto alla scena romana: esattamente come la sua cucina, frutto di esperienze, viaggi, incontri, formazione culinaria e studi che non smetteranno mai di essere la sua fonte primaria di ispirazione.

Nel 2017 Cristina Bowerman apre un secondo locale a Roma, Romeo Chef & Baker, dove propone sempre la sua cucina “senza confini”, in viaggio tra il repertorio romano e i sapori del mondo, fatta di tecnica, rigore e creatività: «La creatività per uno chef è tutto e per me questo progetto è stato soprattutto uno sfogo creativo. A volte avere un solo ristorante può essere limitante: negli anni mi sono venuti in mente progetti, idee, piatti da sperimentare che però non potevano in alcun modo incontrarsi con Glass Hostaria. Romeo Chef & Baker è stata per me l’occasione di lavorare ad uno standard qualitativamente sempre molto alto ma su una realtà accessibile e comprensibile ad un pubblico più ampio». A queste esperienze ne aggiunge altre con collaborazioni stabili in Giappone e in Turchia.

All’impegno per la valorizzazione della gastronomia italiana, Cristina Boweman affianca anche quello a favore delle donne: «Nel febbraio 2018 sono stata nominata Ambasciatrice dall’Associazione Telefono Rosa, ho sempre sentito viva dentro di me la causa delle donne, anche perché arrivando dal Sud Italia ho avuto modo di confrontarmi spesso con una sorta di discriminazione della donna, considerata diversa. Sono fermamente convinta che per affermarsi sul lavoro, nella ristorazione e non solo, le parole chiave debbano essere indipendenza e meritocrazia. Bisogna concentrarsi sul proprio obiettivo, saper lavorare in autonomia, saper parlare e sapersi porre correttamente in ogni occasione. La carriera di una donna in un mondo come la cucina di un ristorante, che si regge su criteri fondamentalmente maschili, è un’impresa difficile ma non impossibile se si hanno delle competenze». Parlando delle caratteristiche della sua cucina, asserisce: «La mia cucina è definita contaminata ma in senso positivo, dalle culture, dai viaggi, dal fatto che ho vissuto all’estero per tanti anni. Mi sento più barocca che spartana, amo i sapori decisi che mi ricordano la mia terra, la Puglia e poi adoro sperimentare. Ho sempre amato inventare anche cibi vegani e vegetariani, anche se alla base seguo la dieta mediterranea, caratterizzata dalla rotondità dei sapori».

Al St.Moritz Gourmet Festival 2020 ha proposto un menu particolare: «Volevo che gli ospiti al Carlton Hotel provassero un’esperienza unica e assaggiassero dei piatti mai provati prima. Ad esempio il primo piatto è stato il gambero rosso con tapioca al curry verde (quest’ultimo ho imparato ad usarlo quando ero in Thailandia) e il distillato di pollo (che ho imparato a fare in Cina), arricchito da un caviale imperiale; il secondo piatto è tra i miei preferiti, uova di coregone (pesce di lago che tra l’altro andrebbe valorizzato) cotte nel dashi con salsa di pistacchio e funghi; risotto con cacio e pepe e ricci di mare; carne di cervo con frutti di bosco, carote e miso di rapa rossa; per concludere crema di wasabi con una maionese di cioccolato bianco».

Tra i numerosi riconoscimenti che le sono stati assegnati a pieno merito, “Chef Donna dell’Anno” a Identità Golose 2013, “Chef Ambassador” ad Expo Milano 2015 e “Best Female Italian Chef in Europe 2018” di Love Italian Life.