Nel 2021 in Ticino sono nati 2556 bambini, un numero legato alla maternità in crescita rispetto al dato del 2020 ma inserito in una fase calante in atto dal 2015, che non basta a controbilanciare il numero dei decessi, cosicché il saldo naturale risulta negativo. 807 di loro sono nati presso la clinica Sant’Anna, una assoluta eccellenza in ostetricia e ginecologia. Qui opera il ginecologo Paolo Sommaruga, che ci spiega come «in 12 anni non ho riscontrato alcun cambiamento significativo nella media dell‘età materna, nella condizione sociale media e nel numero. Probabilmente sono eventi che si osservano maggiormente in altre realtà e non in un Paese come il nostro che è soggetto a mutamenti sociali più lenti rispetto ad altri».
Paolo Sommaruga vede un aumento del numero di coppie che ricorrono alla fecondazione assistita a causa dell’età avanzata ma una stabilità delle grandi patologie ostetricie. «In Ticino ritengo vi sia un buon livello di cure sanitarie e i dati epidemiologici lo confermano. L’evoluzione maggiore concerne le conoscenze fisiopatologiche di alcune patologie ostetriche che ci permettono di prevenire e/o trattare meglio queste condizioni cliniche; si consideri che in pochi decenni la mortalità e la morbidità materne e fetali sono crollate arrivando attualmente ad una incidenza estremamente bassa».
Non solo le madri, anche i bimbi stanno tendenzialmente bene, fa notare la sua collega, la pediatra Cristina Delcò Volontè. «Come ogni anno assistiamo anche a tendenze stagionali con malattie, soprattutto infettive, più frequenti in certi periodi dell’anno: tipicamente in questo periodo stiamo attraversando per esempio un ondata di bronchioliti».
Per quanto concerne gravidanza e sviluppo fetale, ci sono sempre più informazioni, dai social ai libri sino alle consulenti, ma la cosiddetta matrescenza costituisce sempre un periodo unico nella vita di una famiglia. «Dal punto di vista scientifico ci si interessa sempre di più agli aspetti correlati al benessere dei più piccoli e all’influenza che tutti questi ambiti hanno sullo sviluppo del bambino fin da piccolissimo (addirittura dal periodo fetale). Poi grazie alla tecnologia queste nozioni ora sono facilmente accessibili a tutti e soprattutto ai genitori», sottolinea la pediatra. «Sicuramente questo da una parte è un bene: un genitore “formato” e preparato è anche più consapevole del benessere e dei bisogni del suo bambino, e saprà anticipare certe problematiche e affrontarle in modo magari più sereno».
Per le mamme ci sono diversi servizi, per sostenerle prima, dopo e durante il parto. Uno di essi è l’assistenza di una levatrice, che, come spiega Veronica Grandi di Levatrici Ticino: «Oltre al buon sviluppo del neonato, nel post parto si assicura della ripresa fisica ed emotiva della madre e svolge anche un counselling in diversi ambiti della salute della madre e del neonato, collaborando con altre figure professionali del ramo socio-sanitario. Inoltre accompagna autonomamente la donna (e la coppia) durante il travaglio e la nascita, sostenendo emotivamente ed empaticamente i futuri genitori, assicurando una presenza discreta ma puntuale, favorendo la fisiologia dell’evento in corso e collaborando con il medico qualora la situazione dovesse richiederne l’intervento».
Nel 2021 ci sono stati anche 23 bimbi nati nella casa maternità e nascita lediecilune, dove si partorisce in modo naturale, seguendo la fisiologia, senza interventi medici. Si tratta di un approccio diverso al processo del venire al mondo, con maggiore attenzione alla naturalità dell’evento.
Angela Notari, mamma di Furio e Clino, entrambi nati a lediecilune, dopo la nascita del primo figlio ha deciso di divulgare argomenti relativi alla maternità grazie a un libro e sui social, sostenendo l’importanza della sorellanza, «per fare il tifo le une per le altre, rispettandosi e ascoltandosi.
Si parla sempre dei social media come una minaccia o perdita di tempo, ma non si parla del fatto che anni fa le mamme erano ognuna in casa sua, da sola, a farsi la stessa domanda. Oggi, anche grazie a queste piattaforme, le mamme possono informarsi, mettersi in rete, aiutarsi e sostenersi. Dall’allattamento fino alle disposizioni legali e ai consultori in caso di violenza, dall’infertilità a molto altro, informarsi e condividere possono permettere a ognuna di trovare la propria soluzione e di diventare ancora di più libera nonché agente attivo della propria vita».
Non per tutte le donne questo modello, seppur desiderato, è applicato: i giudizi sono sovente taglienti, si nota una spinta verso l’allattamento, tralasciandone le difficoltà, si parla in modo nozionistico di problematiche come aborto spontaneo (che accade, fa notare Sommaruga, tra il 15% e il 25% delle gravidanze, la stessa Notari ne è stata purtroppo protagonista) e depressione post parto.
Ma il Ticino è un Cantone per bambini? Le madri hanno una reale scelta se lavorare o rimanere a caso o sono gli stereotipi e la situazione economica a decidere? I dati dicono che spesso servono due redditi e più ancora della disponibilità di asili nido a fare la differenza tra restare coppia o diventare famiglia è proprio lo stipendio della mamma. L’età media dei genitori al primo figlio è di 32,8 anni per la mamma e 36,0 per i papà, in costante crescita negli ultimi 15 anni. Nel Cantone, il 25,1% delle persone è sposata con figli, il 19,0% è sposato ma non ha figli, il 2,3% convive e ha bambini mentre le famiglie monoparentali sono l’8,2%. Il modello prevalente nelle coppie è quello dell’uomo occupato a tempo pieno e della donna che lavora part time (nel 31,3% dei casi). «Nel 2021, il 24% delle tematiche trattate nell’ambito del servizio di consulenza individuale riguardava il licenziamento, di cui il 6% al rientro dal congedo maternità», riporta Marialuisa Parodi, condirettrice di Equilab, centro di competenze per la conciliabilità vita lavoro e la valorizzazione delle differenze di genere in Ticino. «Molte sono anche le donne tra i 45 e i 55 anni che si rivolgono a noi per orientarsi in vista di un rientro nel mondo del lavoro dopo essersi dedicate ai figli. Il sistema svizzero (anche sul piano fiscale) favorisce un modello familiare in via d’estinzione: papà impiegato al 100%, mamma casalinga; un sistema obsoleto, che rischia di acuire il calo demografico e lo spreco di capitale umano femminile, ormai prezioso anche sul piano economico, oltre che frustrare le ambizioni e i desideri delle nuove generazioni», sottolinea Parodi. «Ci sono alcuni segnali positivi: a Equilab, incontriamo sempre più aziende interessate ad adottare processi inclusivi e anche il Consiglio Federale ha recentemente espresso l’urgenza di strutturare una rete di consulenza che favorisca il rientro delle donne nel mondo del lavoro dopo la maternità, promuovendo un approccio sistematico che coinvolga pubblico e privato».Per le famiglie ci sono vari aiuti, a partire dagli assegni parentali, di prima infanzia (369 erogati nel 2021, a 221 persone sole con figli e 148 coppie sposate con prole) e integrativi (2287 lo scorso anno, di cui 1174 a famiglie monoparentali e 1’113 a famiglie con entrambi i genitori sotto lo stesso tetto).
Per Angela Notari, «la verità è che oggi scegliere di avere figli richiede ancora tanto coraggio: sul lavoro si pretende tanto, le condizioni quadro per i genitori stanno lentissimamente migliorando ma molto resta da fare, e rimane grande incertezza sociale e economica. Inoltre possiamo informarci e prepararci ma una mamma (e anche un papà) difficilmente sarà davvero pronta a ciò che attende in questo ruolo: come per il parto, è un viaggio che ti stupisce e ti apre porte difficilmente anticipabili: devi lanciarti. Però è il viaggio più pazzesco della vita, e se ti lanci facendoti accompagnare, scegliendo e rimanendo protagonista del tuo percorso nel modo più sereno possibile può essere meraviglioso. Se per me è così è certamente anche grazie alla condivisione e alla sorellanza». Per Grandi anche nel campo delle nascite, si può fare ancora molto, a partire dalle camere famiglia che non sempre ci sono.