Lei ha cominciato a giocare a golf da giovanissimo. Quali sono state le tappe che l’hanno portato a diventare un professionista di questo sport?
«Ho iniziato a giocare a 10 anni con i miei genitori. Poi ho preso parte dapprima alle gare di circolo, quindi a quelle di livello nazionale per poi decidere, grazie anche ad un libro che mi diede mio padre, di intraprendere la carriera da professionista. Inizialmente come Maestro e poi a 30 anni da giocatore».
Che cosa significa entrare a fare parte dei più importanti circuiti golfistici europei?
«Riuscire a raggiungerlo è motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Io ho potuto in questi anni partecipare solo a pochissime tappe del circuito maggiore (EuropeanTour) e sicuramente l’obiettivo è quello di giocare in pianta stabile quel tipo di gare».
Quali sono stati i più prestigiosi risultati conseguiti in carriera?
«Sicuramente ricordo con piacere il taglio passato all’Omega Masters svoltosi a Crans nel 2017. È stata un’esperienza stupenda dove ho avuto la fortuna di confrontarmi con grandissimi campioni e poter capire dove migliorarmi. Poi i due Omnium (Campionati Assoluti Svizzeri) vinti per due anni di fila nel 2018 e nel 2019».
Fortuna e talento. Quanto contano questi elementi nel successo di uno sportivo?
«Sono due aspetti che sicuramente contano quando si fa sport ma poi sta all’atleta sfruttarli. Se non sei pronto o non ti sacrifichi abbastanza, quando arriverà il momento non basteranno a portarti in alto».
Come si allena per mantenersi in forma ed essere pronto ad affrontare le competizioni?
«Questo è un aspetto importantissimo e sono contento della domanda. Non è stato facile ma negli anni mi sono costruito un Team del quale mi fido cecamente poiché sono un’eccellenza nel loro campo. Io mi avvalgo di un preparatore atletico (Enzo Di Costanza) che ormai mi segue da quando sono ragazzo e mi conosce benissimo e con il quale ho un rapporto speciale. Devo molto a lui. Poi di un coach sulla tecnica (Gianluca Patuzzo) e un coach per l’allenamento (Roberto Francioni) con i quali sto lavorando da più di un anno e di cui sono veramente molto contento».
Come giudica lo stato organizzativo delle sport golfistico in Svizzera e in Ticino?
«Negli ultimi anni c’è stato un deciso cambio di passo in federazione e questo va dato merito a chi ha lavorato e sta lavorando. Per quanto riguarda l’aspetto professionistico c’è molta voglia di fare e ci sentiamo messi al centro del progetto e questo fa molto piacere perché ti senti considerato e ti da quella spinta necessaria poi per dare il 110% per ottenere i risultati. Sicuramente si potrebbe parlare molto più di questo splendido sport per poter avvicinare tanti giovani. È uno sport che insegna molto e soprattutto è uno sport anche per ragazzi! Si possono creare dei bellissimi rapporti di amicizie, provare per credere».
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