“Crediamo che prendere del tempo per te stesso in un luogo sacro sia essenziale”. (Wouter & Wildrik, fondatori di Mandali, Centro per Ritiri sul Lago d’Aorta).
Negli anni ‘60, chi era alla ricerca di nuove dimensioni interiori partiva per gli ashram dell’India. Erano i tempi di “On the road to Rishikesh”, canzone con cui i Beatles raccontavano i loro pellegrinaggi mistici da Maharishi. Da allora occidente ed oriente si sono sempre più avvicinati ed oggi, chi cerca un senso più profondo del vivere, un cammino spirituale o semplicemente una pausa dal rumore del mondo non deve per forza volare lontano. In tutto il mondo sono nati centri dedicati all’universo dello yoga, della meditazione e del benessere a 360°. Anche la Svizzera, il Ticino e la vicina Italia hanno risposto ai bisogni di una popolazione – da un lato sempre più viziata e materialista, dall’altro sempre più stressata e sconnessa – con vere e proprie oasi che permettono di ritrovare una connessione più profonda e autentica con se stessi. Si tratta di alcove curate nel minimo dettaglio. Luoghi dove l’estetica, vista come un riflesso della presenza interiore, occupa un posto importante Scelte architettoniche minimaliste incontrano il profumo mistico dell’incenso e la luce soffusa delle candele. La cucina è strettamente salutista, solitamente vegetariana o vegana, a base di prodotti biologici e spesso locali, spesso provenienti dal giardino della proprietà. Oltre ad offrire percorsi detox a livello corporeo, queste oasi invitano a lasciare da parte la tecnologia e rinunciare all’iperconnessione per poter tornare a sentire il momento presente nella sua intima essenza.
«Sono nata in Ticino e a 19 anni l’ho lasciato per gli studi. Ho avuto l’immensa fortuna di poter viaggiare, per studio e lavoro, e di assorbire molte esperienze belle e intense. Ho vissuto a 360° gradi imparando tante cose, anche in campi molto diversi: dall’alberghiero alla fotografia, dal giornalismo all’immobiliare. A 42 anni, una forza intangibile mi ha riportata in Ticino, a essere più precisi nel Malcantone, dove sono tornata con gioia portando con me un grande bagaglio e un’immensa voglia di condividere. Oggi sono insegnante di yoga e meditazione, offro diversi corsi, workshop, ritiri e formazioni e mi occupo di Casa Corvo, che è quasi un lavoro a tempo pieno».
Casa Corvo è…
«Una sala per Yoga e pratiche affini e un salone comunitario dove si possono fare due chiacchiere o condividere un pasto. Qui offro lezioni di Yoga settimanali mirate a chiunque voglia venire, dal Malcantone o da più lontano. Vicino alla sala ho ristrutturato con cura tre appartamenti per 11-12 ospiti. L’ampio giardino, la magica corte interna e la nuova sauna completano l’esperienza benefica. Casa Corvo è così diventata uno spazio intimo per piccoli gruppi di yoga, meditazione o danza. Chi viene qui si sente subito “a casa”. È anche uno spazio di condivisione, ci si incontra nei corridoi, nella corte interna, nella loggia o nel giardino, e si sta insieme. Il cuore è la sala yoga, progettata nei minimi dettagli per condividere le diverse pratiche: pavimento in rovere, riscaldamento a serpentine, luce naturale e camino».
Com’è nato questo spazio unico?
«È nato un pezzo dopo l’altro. Arrivando da Zurigo, con diversi anni di esperienza di insegnamento alle spalle, l’intenzione era quella di creare la mia sala per condividere lo yoga. Questa bellissima casa antica nel nucleo di Novaggio, con la sua corte interna e il giardino, era lo spazio perfetto per creare una piccola oasi. Essendo molto grande, oltre alla mia abitazione, ho allestito un appartamento per vacanze. Dopo qualche anno, ho capito che chi veniva alla Casa Corvo non lo faceva solo per un’oretta di yoga, ma voleva anche dell’altro. Da lì nasce l’idea di accogliere gruppi anche per due o tre giorni. Dal giugno 2020, ho potuto affiancare un altro edificio, che ho chiamato Casa Volpe e posso ospitare in loco anche gruppi più numerosi».
Che tipo di atmosfera estetica e energetica avete voluto creare?
«La casa è stata riattata nel 2017 con tanto amore. Ho cercato di mantenere il più possibile le strutture e i materiali presenti, apportando cambiamenti rispettosi e in sintonia con il preesistente. Vi sono poi accenti molto moderni, come le lampade o il piano della cucina in cemento. Le stanze sono luminose e arredate in modo spartano, l’idea è stata quella di creare spazio. Ne risulta una struttura semplice e nel contempo sofisticata, i materiali a vista come le travi in antico legno di castagno e le parti in granito e la scelta dei colori chiari trasmettono un senso di calma, quasi zen, a chi arriva. Non ho dati storici certi, ma può essere che in passato la casa fosse un piccolo convento: ecco questa energia la sentiamo ancora oggi».
Nutrire l’anima ed il corpo, cosa trova nel piatto chi viene a visitarvi?
«Lavoriamo con servizio catering facendo capo a diversi cuochi della regione. I cibi sono vegetariani o vegani e usiamo prodotti stagionali e locali. Nel giardino di Casa Corvo vi è anche un piccolo orto, di cui usiamo il più possibile i prodotti».
Visioni per il futuro e programmazione per i prossimi mesi?
«Per i prossimi mesi abbiamo diversi gruppi che verranno a trascorrere qui qualche giorno, principalmente dalla Svizzera tedesca. In genere i gruppi restano per tre-quattro notti. A novembre inizia la mia nuova formazione per insegnanti di yoga, alcuni dei partecipanti dormiranno sul posto».
In che modo questo luogo giova all’uomo di oggi?
«Il luogo invita a staccarsi dalla frenesia, dallo stress ed a radicarsi nella semplicità dell’essere. Camminare a piedi nudi nel giardino, meditare attorno al fuoco, assaporare con lentezza cibi sani e nutrienti. Qui non ci sono televisioni e internet funziona poco. I nostri ospiti hanno tempo per riconnettersi con loro stessi e con il ritmo della natura. Siamo in un paradiso, a pochi passi dalla casa si possono scoprire castagneti, fiumi, rovine abbandonate e montagne con viste incredibili. Credo fermamente nel potere curativo della semplicità e della natura e questo è il segreto di Casa Corvo e di altri spazi di questo tipo».