Dopo avere presieduto la STRP Società Ticinese di Relazioni Pubbliche, nel 2020 Alberto Stival è stato eletto Presidente di PR Suisse, la società mantello. Parallelamente con un amico ha fondato ALMA Impact: l’idea è di promuovere nelle aziende il concetto delle 3 P – profit, people, planet – e quindi sostenere le imprese che cercano di essere virtuose a livello finanziario, sociale e ambientale.
Dal suo osservatorio privilegiato a capo di PR Suisse ci vuole dire cosa rappresentano per lei oggi le PR?
«Sempre di più sono sinonimo di stakeholder management. Chi se ne occupa è spesso confrontato con la questione del riposizionamento strategico e della responsabilità sociale di un’azienda. Dovrebbe allora lavorare a stretto contatto con il/la CEO o il Consiglio d’amministrazione, essere coinvolto fin dal momento in cui si definisce la strategia dell’azienda, presenziare in tutto il processo per collaborare nella messa a punto di obiettivi e prodotti. Insomma, dovrebbe accompagnare lo sviluppo dell’azienda e non essere interpellato solo alla fine. Possiamo e dobbiamo poter dare degli input ad alto valore aggiunto perché siamo in contatto con i vari stakeholder. Questa visione è relativamente nuova: dà alle PR un peso maggiore rispetto al passato, anche a livello gerarchico».
CdA e PR vanno quindi a braccetto?
«Oggi la comunicazione è una competenza fortemente richiesta a chi ricopre certi ruoli, sia per l’esposizione mediatica sia per poter dialogare in maniera efficace con chi gestisce professionalmente le PR. Con ALMA Impact e il Centro competenze tributarie della SUPSI abbiamo ideato la prima edizione del corso Certified Board Member per fornire competenze e strumenti decisionali a chi fa parte di un Consiglio d’amministrazione. Non è un caso se in questo percorso è previsto anche un modulo sulla comunicazione».
Il tema della reputazione delle imprese come si intreccia con le PR?
«Ogni azienda si preoccupa del rischio, anche reputazionale. Non è un valore semplice da quantificare, ma è diventato importante: il valore di tante aziende dipende ormai principalmente dal valore del proprio brand. Se in un’impresa c’è chi gestisce le risorse umane, la principale risorsa di un’azienda moderna, dall’altra parte dobbiamo comprendere che la reputazione è connessa con il valore dell’azienda stessa e va quindi anch’essa gestita professionalmente».
Con PR Suisse cosa state facendo nell’ambito della formazione?
«Vogliamo riproporre dall’anno prossimo il diploma federale di specialista in PR, decaduto per parecchio tempo. Ogni anno, in effetti, una sessantina di persone ottengono l’attestato federale che può poi sfociare nel diploma federale. Al momento in Svizzera vengono comunque già dispensati centinaia di corsi sulla comunicazione, l’offerta aumenta quasi giornalmente. La formazione è determinante per lo sviluppo di una professione, ma a volte è difficile capire cosa ha realmente valore e cosa no. Con PR Suisse stiamo pensando di fare un po’ d’ordine in quest’offerta attraverso un portale web dove trovare facilmente quello che interessa di più».
Cosa possono portare le giovani leve alla professione?
«Mi aspetto che prendano in mano la comunicazione digitale in maniera propositiva nelle aziende. Hanno la possibilità di occuparsi da subito di lavori interessanti, ma l’iniziativa deve anche venire da loro, perché a volte i loro superiori non riescono a riconoscere il potenziale della comunicazione digitale e quindi hanno difficoltà a stimolarli a svilupparla. Così facendo possono davvero portare un grande valore aggiunto all’azienda».