Dal suono vigoroso delle grandi orchestre alle sperimentazioni della musica elettronica, LuganoMusica offre ad ogni stagione una ricchissima possibilità di ascolto per gli appassionati. Ma con i concerti di musica da camera, che sia un récital solistico o un quartetto d’archi, i musicisti stringono con il pubblico un rapporto più diretto e intimo, a contatto con la voce e le sfumature più sottili degli strumenti, in uno scambio di sguardi e di respiri brano dopo brano. Non a caso i musicisti ritengono da sempre la musica da camera il modo più emozionante di fare musica.

Due grandi pianisti

Il 2023 al LAC – LuganoMusica – inizia con i concerti di due grandi pianisti del nostro tempo. Martedì 31 gennaio la stagione ospita Francesco Piemontesi, pianista svizzero (nato a Locarno nel 1983) affermatosi a livello internazionale per il suo pianismo elegante e raffinato, grazie al quale restituisce esecuzioni cristalline dei capolavori del classicismo – Mozart in particolare – del primo romanticismo e dei compositori francesi di inizio Novecento. Il programma che ha scelto trabocca di colori sfumanti e cangianti con il secondo libro dei Preludi di Claude Debussy e l’ultima Sonata di Franz Schubert in si bemolle maggiore, supremo viaggio del compositore romantico tra atmosfere emotive sempre nuove.

L’appuntamento di venerdì 17 febbraio è invece con Arkadij Volodos’, interprete dalla tecnica pianistica prodigiosa si è esibito in tutto il mondo in centinaia di concerti e attrae sempre un pubblico entusiasta. Tra virtuosismo a una straordinaria sensibilità è in grado di raccontare come pochi le emozioni dell’animo umano in musica, dal primo romanticismo, e in particolare Schumann e Schubert, a Brahms, Beethoven, Skrjabin e Rachmaninov’. Volodos’ ci accompagna in un viaggio interiore, prima attraverso i diciotto pezzi di Robert Schumann Davidsbündlertänze, ciascuno un diverso moto dell’animo, e poi con una selezione di Preludi e Sonate di Aleksandr Skrjabin, compositore russo noto per la sua impetuosità emotiva.

Weekend di quartetti a LuganoMusica

Dalla metà del ‘700 violinisti, violisti e violoncellisti si riuniscono nella formazione del quartetto d’archi, capace come nessun’altra di ispirare coesione e affiatamento tra gli interpreti, di spronarli a ricercare nuovi suoni e nuovi modi di esprimersi. Non a caso LuganoMusica dedica ogni anno tre giorni di programmazione a questa formazione, invitando alcuni tra i più importanti ensemble al mondo.

Si inizia venerdì 10 febbraio con il Belcea Quartet, fondato nel 1994 al Royal College of Music di Londra. La violinista Corina Belcea è originaria della Romania, il violista Krzysztof Chorzelski della Polonia, mentre il violinista Axel Schacher e il violoncellista Antoine Lederlin sono francesi. «Io e Corina abbiamo il temperamento focoso degli est-europei, il nostro modo di suonare è guidato dalla nostra intensità. Penso che i nostri colleghi francesi abbiano aggiunto una palette di colori e sfumature a ciò che sarebbe stata un’interpretazione molto espressiva, ma monocolore» ha detto Krzysztof Chorzelski in un’intervista. Un insieme unico di influenze europee, una grande versatilità che porta il Quartetto Belcea ad affrontare con lo stesso slancio ogni repertorio. La loro cifra stilistica sta nella straordinaria capacità di fare tesoro delle proprie differenze, di cogliere tutte le opportunità di confronto e di crescita.

Il giorno successivo, sabato 11 febbraio, la Sala Teatro del LAC ospita il Quatuor Diotima, quartetto tra i più famosi al mondo fondato da quattro laureandi del Conservatoire de Paris nel 1996. Diotima è il nome dell’amata del grande poeta romantico Friederich Hölderlin nel romanzo Hyperion, ma è anche il titolo di uno dei più grandi capolavori del Novecento, il quartetto Fragmente Stille, an Diotima di Luigi Nono. Romanticismo e nuova musica, studio del grande repertorio e ricerca di nuovi linguaggi. Yun-Peng Zhao (violino), Léo Marillier (violino), Franck Chevalier (viola) e Pierre Morlet (violoncello) sanno coniugare queste esigenze artistiche ugualmente importanti e hanno lavorato a stretto contatto con alcuni dei più grandi compositori del nostro tempo.

Domenica 12 febbraio il ciclo si conclude con il Quartetto d’archi della Scala. Questa formazione risale al 1953, quando le prime parti dell’orchestra del Teatro d’opera più famoso al mondo vollero approfondire il repertorio da camera per questa formazione. Dopo qualche anno di pausa, nel 2001 Francesco Manara (violino), Daniele Pascoletti (violino), Simonide Braconi (viola) e Massimo Polidori (violoncello) decidono di ridar vita a questa prestigiosa formazione. Le loro emozionanti interpretazioni raccolgono tutta l’esperienza che i quattro musicisti hanno maturato, creando ogni giorno il mondo sonoro in cui duettano le più grandi voci dell’opera.

György Ligeti: ascoltare due volte

Non poteva mancare la musica contemporanea. LuganoMusica dedica l’approfondimento di questa stagione a György Ligeti, vero spirito libero della musica d’avanguardia, da sempre riconosciuto per il suo approccio libero e personale, al fianco di autori come Herbert Eimert, Bruno Maderna e Karlheinz Stockhausen. Se il nome a molti può sembrare sconosciuto in realtà la sua musica appartiene al nostro immaginario cinematografico grazie al capolavoro 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. Con la sua straordinaria musica Ligeti ha saputo toccare tutti i generi, dalla sperimentazione alla cultura di massa.

L’appuntamento del ciclo “Ascoltare due volte” di sabato 11 febbraio, prima del concerto del Quatuor Diotima, si concentra sull’ascolto del quartetto di György Ligeti Métamorphoses nocturnes, con una presentazione da parte del direttore di LuganoMusica Etienne Reymond. Per ascoltare una, due, tre volte, incantanti nello scoprire sempre qualcosa di nuovo.
L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria sul sito di Luganomusica.