Impossibile non tener conto dell’interruzione causata dalla pandemia da covid-19, se si vuole tracciare un bilancio dell’attività del centro culturale LAC Lugano Arte e Cultura. Il 2020 era tra l’altro già destinato a rappresentare momento cruciale per lo sviluppo futuro, perché dal primo gennaio era stato adottato un nuovo modello gestionale e finanziario, sviluppato in linea con il mandato di prestazioni conferito dalla Città di Lugano per il periodo 2020-2024, che ha definito l’incorporazione di LuganoInScena e delle sue risorse umane e finanziarie dall’amministrazione comunale. “Un nuovo assetto organizzativo e amministrativo – spiegano ora i dirigenti – che si è dimostrato già valido per la sostenibilità finanziaria del centro culturale, permettendo, nonostante la chiusura, di limitare il disavanzo previsto e di svolgere in modo significativo il proprio mandato pubblico a favore della comunità e degli artisti”.
Roberto Badaracco, Presidente del Consiglio direttivo, aggiunge: “Non si può negare che sia stata una stagione difficile, non solo perché la pandemia ha bloccato il percorso di crescita pluriennale, sia artistico che di pubblico in corso, dimezzandone l’affluenza; ma soprattutto perché ha provocato un improvviso stop del LAC e della cultura, l’impossibilità per gli artisti di esibirsi e l’assenza del pubblico. Allo stesso modo sono particolarmente soddisfatto di quanto fatto, della capacità di risposta del LAC e dei Partner artistici, e in modo particolare che in questa situazione difficile si sia riusciti ad introdurre il nuovo modello gestionale amministrativo, limitando l’impatto economico della pandemia. Continuo a pensare che la strada intrapresa sia quella giusta. Ringrazio della fiducia gli Sponsor, i Partner artistici e tutti coloro che continuano a mandare segnali di sostegno”.
Il Direttore generale Michel Gagnon precisa: “L’incorporazione di LuganoInScena, impegnato nella definizione dell’offerta culturale così come nella creazione artistica, trasforma radicalmente il LAC e gli dà ancora maggior senso: da luogo di servizi e ospitalità a realtà produttiva, divenendo un riferimento non solo per il pubblico ma anche per la comunità artistica. Questo ci consente di sviluppare una programmazione artistica autonoma, di svolgere un ruolo attivo nella rete della produzione, di coinvolgere attivamente nuovi profili di pubblico, e, molto importante, di sviluppare una strategia di autofinanziamento. Ringrazio i Partner tutti per la generosa collaborazione e il team per lo spirito di reazione dimostrato”.
La stagione 2019/2020
La stagione 2019/2020 ha visto comunque 461 eventi (più 204 privati), nonostante la pandemia. I luoghi del LAC hanno ospitato 129.581 persone (rispettivamente 113.791 e 15.700), una cifra che corrisponde a circa la metà delle presenze medie delle stagioni precedenti. Questo poiché la sospensione della programmazione ha costretto il LAC e i Partner artistici a rinunciare a spettacoli, festival e mostre di grande richiamo programmati durante la primavera: l’impatto complessivo della pandemia sulla stagione si quantifica nell’annullamento di circa 500 eventi e attività per una stima di 120.000 mancate presenze. Nelle arti visive, il MASI nella sede del LAC e la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati hanno accolto complessivamente 41.140 visite, con il museo che ha dovuto rinunciare alla mostra più importante prevista per la primavera Monet, Cézanne, Van Gogh… Capolavori della Collezione Emil Bührle, per cui si prevedeva un’affluenza di oltre 60’000 visitatori. Le stagioni delle arti sceniche e della musica classica hanno registrato un andamento positivo fino all’interruzione, con rispettivamente 30.113 e 26.653 spettatori, e sono diversi gli eventi di punta nei cartelloni delle stagioni di LuganoInScena, LuganoMusica e dell’Orchestra della Svizzera italiana che sono stati cancellati: tra i quali le nuove produzioni teatrali (e le loro tournée), la danza e gli spettacoli comici, i Concerti di Pasqua con l’Orchestra Mozart, come pure la prima attesa edizione del festival di Pentecoste dell’OSI insieme alla violoncellista Sol Gabetta. Sono 59 gli spettacoli annullati, 11mila i biglietti acquistati in prevendita e rimborsati e 30mila gli spettatori persi se l’occupazione delle sale fosse stata quella media degli anni precedenti. Le attività di mediazione culturale e gli eventi gratuiti negli spazi pubblici hanno totalizzato 31.868 presenze.
Diversi gli eventi autunnali e invernali come il fine settimana di LAC in festa che ha aperto la stagione artistica, l’installazione Alley of Light in Piazza Luini e le varie iniziative legate alla letteratura e ai vari approfondimenti nella Hall con quest’ultime che con 6.385 partecipanti mostrano una crescita rispetto all’anno precedente. Dopo il lockdown, LAC en plein air con circa 5.000 presenze limitate dalle normative sanitarie ha permesso una parziale ripartenza, oltre alla possibilità di lavorare con gli artisti del territorio e farli incontrare nuovamente con il pubblico. Per la mediazione culturale sono oltre 300 le attività sospese del ricco programma previsto da LAC edu, tra i quali la settimana di Concerti OSI per le scuole, per una partecipazione complessiva prevista di circa 19.000 presenze. Infine il settore degli Eventi privati, che sino a febbraio stava vivendo un’ottima annata con già 204 eventi svolti e 15.790 presenze, ha subito la cancellazione di circa 140 eventi prenotati per una presenza stimata in almeno 10mila ospiti. Per quanto concerne la provenienza del pubblico, è cresciuto il tasso di visitatori provenienti da fuori cantone alle mostre del MASI, attestandosi al 74%, come pure quello degli spettatori di spettacoli e concerti, con rispettivamente il 13% e il 15%.
Un aspetto particolare legato al periodo pandemico, concorre a questo risultato, cioè il turismo interno che dalla tarda primavera fino a fine estate ha portato in Ticino molti confederati che hanno visitato il LAC per la prima volta. Digitale Durante la sospensione dell’attività artistica, il LAC ha mantenuto il rapporto con il pubblico grazie al dinamismo dei suoi canali digitali, divenuti palcoscenico di una variegata offerta culturale, che ha generato oltre 610mila visite uniche, confermando il ruolo di porta principale d’accesso del centro culturale, malgrado la perdita del traffico dovuto alla ricerca degli spettacoli in vendita e all’acquisto dei biglietti. I contenuti proposti durante la primavera hanno spaziato dalla rassegna digitale di spettacoli teatrali ad applicazioni didattiche come LAC orchestra; dalla visita guidata della struttura attraverso un applicativo di realtà aumentata, fino alle proposte di lettura suggerite dal LAC shop e gli streaming dei concerti dell’OSI grazie alla collaborazione con RSI. Iniziative online apprezzate, tanto che sono cresciuti gli utenti raggiunti attraverso i social e i minuti di video visualizzati, con tassi di interazione che si mantengono elevati. Investimenti Altro fronte sul quale si è operato con impegno durante i mesi di chiusura è quello degli interventi di riqualifica volti a migliorare qualitativamente la fruizione complessiva dei visitatori e delle aziende, in base all’esperienza maturata e ai feedback ricevuti durante le prime quattro stagioni.
Gli interventi hanno interessato la Hall con una nuova biglietteria, una libreria rinnovata e valorizzata, un’area in grado di accogliere diverse tipologie di eventi e il nuovo ristorante. Mentre all’ultimo piano, la sala principale per gli eventi aziendali è stata ampliata e perfezionata a livello tecnico. Investimenti importanti che partecipano al consolidamento del progetto sociale che il LAC sta portando avanti con determinazione sin dall’inaugurazione e che permettono di mettere le basi per sviluppare ulteriormente l’accoglienza di eventi privati, altro ramo che alimenta le entrate dell’ente. Cambio del modello gestionale e finanziario Prima dell’adozione del nuovo assetto gestionale e finanziario, il LAC a fianco del sostegno pubblico e degli sponsor, generava entrate soprattutto attraverso i proventi degli affitti delle sue sale, versati principalmente per l’occupazione della Sala Teatro da parte dei Partner artistici LuganoInScena (che garantiva l’80% delle prenotazioni), LuganoMusica, Orchestra della Svizzera italiana e altre istituzioni terze. Con il nuovo modello, il centro culturale si assume maggiori responsabilità, rinunciando agli affitti assicurati da LuganoInScena e partecipando direttamente ai costi e ai ricavi delle arti sceniche, gestendo direttamente i ricavi della vendita di biglietti e i costi di ospitalità e produzione. Un modello che aumenta i rischi ma assicura allo stesso tempo una maggiore flessibilità di azione, aspetto già sperimentato in modo importante durante la primavera 2020, ottimizzando le risorse, controllando i costi e compensando le mancate entrate dalla biglietteria. Se la chiusura forzata dovuta dalla pandemia fosse avvenuta prima della sua entrata in vigore, l’assenza di ricavi da affitti della Sala Teatro avrebbe sicuramente costituito un disavanzo difficilmente colmabile, mentre con il nuovo assetto la sospensione degli spettacoli non ha generato ricavi ma nemmeno costi elevati, garantendo una maggiore libertà e migliore sostenibilità finanziaria per l’Ente.
In particolare, il periodo contabile dal primo gennaio al 31 agosto 2020 chiude con un utile di 186.340 franchi. Il risultato è di fatto la conseguenza della chiusura forzata dell’edificio e delle attività culturali, così come dei servizi ad essi correlati. Un dato significativo in tal senso è che per il settore “Programmazione” si rilevano minori ricavi per circa 1.370.000 franchi, ma allo stesso tempo anche minori costi legati alle spese di quasi 1.200.000 franchi. La chiusura forzata del centro culturale con il conseguente l’annullamento della stagione artistica e di tutte le attività di mediazione, ha azzerato le entrate provenienti dalla biglietteria e dalla locazione e diminuito in modo importante quelle dell’autosilo, ma allo stesso tempo ha causato una riduzione importante di costi per cachet, tecnica e promozione che si è sommata ad una oculata revisione delle spese previste, limitando le uscite a poco più di 1.700.000 franchi. Questo ha consentito non solo di limitare la perdita prevista ma di chiudere comunque con un risultato positivo, mantenendo lo stipendio a tutti i dipendenti senza ricorrere alle misure finanziarie di contenimento come il lavoro ridotto. Un risultato a cui ha contribuito anche parte del pubblico che ha deciso di rinunciare al rimborso dei biglietti acquistati per donarlo a favore di progetti futuri con artisti del territorio (486 donazioni per un totale di oltre 70mila franchi).
La nuova stagione: la riapertura del LAC
In attesa di conoscere le prossime riaperture autorizzate dal Consiglio federale, il centro culturale apre le sue porte, secondo le restrizioni in vigore, a partire dal 25 aprile per accogliere i visitatori della mostra del MASI dedicata alla straordinaria raccolta fotografica del collezionista Thomas Walther, acquisita nel 2001 dal Museum of Modern Art di New York, dal titolo Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La speranza del LAC è quella di poter riprendere presto anche l’attività performativa e concertistica accogliendo di nuovo il pubblico, soprattutto questa estate con una nuova rassegna di LAC en plein air alla quale si sta già lavorando insieme ai Partner artistici.