Il 13 marzo il MASI Lugano apre la stagione espositiva a Palazzo Reali con la più ampia ed esaustiva retrospettiva mai dedicata al fotografo ghanese James Barnor (Accra, 1929), visitabile fino al 31 luglio. Realizzata dalle Serpentine Galleries di Londra, la mostra documenta la lunga carriera nel corso della quale Barnor si è cimentato con ogni genere fotografico: dai ritratti in studio ai reportages giornalistici, dagli editoriali di moda alla fotografia di strada. Attraverso le sue immagini, contraddistinte da uno sguardo schietto e un approccio spontaneo, Barnor racconta i cambiamenti sociali e politici che hanno segnato la storia recente del suo paese così come quella della comunità africana londinese. Con un’attenzione particolare dedicata ai decenni 1950-1980, in mostra sono presentate opere provenienti dall’archivio personale dell’artista, tra cui numerose immagini inedite. Dopo la tappa luganese, la mostra sarà presentata al Detroit Institute of Arts.
Sempre a Palazzo Reali, il MASI, grazie alla collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, presenta dal 22 maggio al 29 gennaio, significativi capolavori d’arte italiana realizzati tra le due guerre da alcuni tra i più importanti artisti dell’epoca: Carlo Carrà, Massimo Campigli, Giacomo Manzù, Ottone Rosai, Scipione e Mario Sironi. Le opere, originariamente provenienti da importanti e storiche collezioni d’arte italiana e oggi in deposito a lungo termine presso Ca’ Pesaro a Venezia, sono accomunate dalla sintesi e dall’essenzialità formale che contraddistinsero la pittura non solo in Italia ma in tutta Europea nei decenni 1920-1950. Fa eccezione l’opera di Scipione, le cui accese cromie e le audaci prospettive anticipano il secondo Novecento. I suoi lavori trovano un dialogo, nel percorso espositivo, con il nucleo di dipinti, sculture e opere su carta di Giacomo Manzù, uno dei maggiori rappresentanti della scultura figurativa del XX secolo.
Infine, dal 23 ottobre al 29 gennaio, la sede di Palazzo Reali ospita una mostra delle opere del vincitore del Premio Manor Ticino 2022. Attribuito a partire dal 2005, il Premio si iscrive nell’ambito delle numerose iniziative messe in atto o sostenute dal Museo per incoraggiare e promuovere la scena artistica locale. Nel corso delle passate edizioni, il Premio è stato assegnato ai seguenti artisti: Andrea Crociani (2005), Davide Cascio (2007), Matteo Terzaghi e Marco Zürcher (2009), Pascal Schwaighofer (2012), Samoa Rémy (2014), Marco Scorti (2016), Vera Trachsel (2018) e Marta Margnetti (2020).
Grande varietà di proposta anche nella sede espostiva del MASI Lugano al LAC, con l’apertura incentrata sulla mostra fotografica significativamente intitolata “Dal vero”. La fotografia fu proclamata invenzione francese a Parigi nel 1839 e in breve tempo conquistò l’intera Europa. Se la corsa alle innovazioni tecniche ebbe inizio nei capoluoghi, i principali centri culturali, ben presto le prime pesanti macchine fotografiche raggiunsero anche villaggi, campagne, valli sperdute e montagne, dove i fotografi facevano scalpore con le loro immagini realizzate “dal vero”. Come è stato possibile per la fotografia diffondersi così rapidamente? Chi sono stati i pionieri svizzeri a scoprire ambiti di applicazione sempre nuovi, dai ritratti di rappresentanza alle foto segnaletiche, dagli studi sulla natura e sul paesaggio alla documentazione dello sviluppo industriale e tecnologico, dagli ingrandimenti scientifici alla cronaca di eventi? “Dal vero” è la prima panoramica esaustiva dedicata ai primi cinquant’anni di diffusione del medium fotografico in Svizzera. La mostra, aperta dal 3 aprile al 3 luglio 2022, presenta un’eccezionale selezione di opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private in grado di testimoniare il ruolo artistico, sociale ed economico di questa rivoluzionaria invenzione.
Successivamente, dal 1. maggio al 13 novembre, sarà di scena Marcel Broodthaers (Saint-Gilles, 1924 – Colonia, 1976), uno dei maggiori rappresentanti dell’arte concettuale, conosciuto in particolare per aver unito l’arte surrealista alle nuove tendenze degli anni Sessanta e Settanta. Ispirandosi ai cartelli stradali, alla fine degli anni Sessanta componeva enigmatiche poesie visive su insegne di plastica, con simboli, immagini, lettere, parole e segni di punteggiatura, ma senza voler esprimere un significato diretto o universale. Realizzate tramite un processo di produzione industriale, queste placche sono contraddistinte dai contorni morbidi dei caratteri e degli elementi grafici che conferiscono una qualità tangibile al linguaggio. Broodthaers dichiara che in queste opere “l’immagine diventa parola e la parola immagine”, esprimendo una sottile critica sull’uso utilitaristico dell’arte concettuale e prediligendo invece la sua dimensione poetica. La mostra elaborata dal museo WIELS di Bruxelles, in stretta collaborazione con gli eredi di Marcel Broodthaers presenta i principali 36 motivi della serie d’insegne realizzata da Broodthaers. Il percorso espositivo include inoltre alcune versioni e variazioni meno conosciute, che rivelano il particolare approccio che l’artista aveva con il concetto di serialità e riproducibilità dell’immagine e dell’opera d’arte. Oggi queste opere continuano a testimoniare il contributo di Broodthaers all’estetica contemporanea: attraverso la manipolazione giocosa e poetica del linguaggio e della realtà e continue variazioni di percezione, lettura e significazione che vanno controcorrente rispetto ai segni universali, trasparenti e standardizzati della tecnologia e dell’informatica.
Per concludere, in autunno, dal 4 settembre al 8 gennaio, il MASI presenta sempre negli ampi e moderni spazi del LAC una straordinaria raccolta di disegni originali e incisioni di Paul Klee (Münchenbuchsee 1879 – Muralto 1940) provenienti da una collezione privata, realizzati tra gli anni dieci e gli anni trenta del Novecento. Attraverso le opere esposte in mostra viene messo in luce un elemento significativo del suo lavoro, ossia l’importanza attribuita all’uso del disegno e della linea come fondamentale punto di partenza per la trasposizione visiva di un’idea. Particolarmente interessati alla valorizzazione di questo aspetto nella produzione artistica di Klee, i collezionisti hanno raccolto negli anni circa settanta opere tra disegni a matita, a penna e a pastello, acquerelli, acqueforti e litografie che oggi compongo un insieme di straordinaria coerenza. La collezione, creata a partire dagli anni settanta del secolo scorso, viene esposta in questa occasione per la prima volta nel suo insieme in un contesto museale.
Nel 2022, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, partner del circuito MASI, si rivolge invece al proprio pubblico per mostrare una parte della sua raccolta che prevede, tra le altre, moltissime opere fino ad ora mai esposte. Rosso è il colore della passione, la passione per l’arte che non è mai venuta meno ai collezionisti nell’intero arco della loro vita. Rosso è il colore che nelle sue varie espressioni e declinazioni è al centro del progetto espositivo, che mette a confronto opere di diverse avanguardie storiche e contemporanee in un ritmo sempre più incalzante e suggestivo. L’allestimento è visitabile dal dal 25 marzo al 12 giugno.
Dopo l’estate, dal 18 settembre al 18 dicembre, la Collezione Olgiati presenta un’interessante mostra personale, la prima in un’istituzione svizzera, dell’artista italiano Pietro Roccasalva (1970, vive e lavora a Milano). Il progetto nasce con l’idea di presentare e ricostruire alcuni nuclei fondanti della produzione recente dell’artista attraverso un percorso espositivo in cui lavori appositamente concepiti in occasione della mostra si affiancano a una selezione che attinge a varie serie di opere esistenti. Il lavoro di Roccasalva ha a che fare con la pittura come campo di azione specifico, anche quando contempla l’utilizzo di altri media come scultura, istallazione, video e tableau vivant, che sono sempre parte integrante del processo che precede e segue la realizzazione di un’immagine pittorica. Attraverso una pluralità di riferimenti che spaziano dal quotidiano alla storia dell’arte, Roccasalva ha ideato un variegato repertorio iconografico popolato di personaggi, oggetti, architetture che convivono in un universo visionario e immaginifico. Nel ripercorrere diversi aspetti della produzione dell’artista, la mostra sottolinea i legami e i continui rimandi tra temi, tecniche e linguaggi, restituendo la complessità e la coerenza di una ricerca che rimette in discussione e sfida il linguaggio della pittura attraverso un vocabolario molto personale in cui la tecnica pittorica più tradizionale incontra le recenti pratiche digitali.
Il calendario delle mostre
James Barnor. Accra/London – A Retrospective
MASI – Palazzo Reali
13 Marzo – 31 Luglio 2022
Vedo rosso
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
25 Marzo – 12 Giugno 2022
Dal vero – Fotografia svizzera del XIX secolo
MASI – LAC
3 Aprile – 3 Luglio 2022
Marcel Broodthaers – Industrial Poems
MASI – LAC
1 Maggio – 13 Novembre 2022
Arte moderna italiana – Carrà, Sironi, Campigli, Rosai, Manzù, Scipione
MASI – Palazzo Reali
22 Maggio 2022 – 29 Gennaio 2023
Paul Klee
MASI – LAC
4 Settembre 2022 – 8 Gennaio 2023
Pietro Roccasalva
Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
18 Settembre – 18 Dicembre 2022
Premio Manor Ticino 2020
MASI Lugano – Palazzo Reali
23 Ottobre 2022 – 29 Gennaio 2023