Nel 1959, Fulgencio Batista abbandonò Cuba e Castro entrò all’Havana alla testa dell’esercito. Quell’anno nacque la primissima Barbie e la Volvo inventò la cintura di sicurezza. Sempre nel 1959 si tiene la prima edizione dello Zecchino d’Oro, mentre le Hawaii entrano in una parte lontana degli Stati Uniti. Frank Lloyd Wright, inaugurato lo splendido Guggenheim Museum di New York e Luna 2, fu il primo oggetto costruito dall’uomo a toccare la superficie lunare, schiantandosi dopo il decollo dalla Russia, nel mare della serenità.

Questo è tanto altro accadde quell’anno di cui oggi ci parla dicendo: “fu verso la metà del secolo scorso!”. Fu tanto tempo fa per parlarne devozione ricorrere al passato remoto, una coniugazione verbale che non uso dai tempi dei banchi di scuola. Ebbene si, io naqui il 29 maggio di quell’anno e, pertanto, festeggerò presto il compimento dei miei primi 60 anni di vita.

Normalmente gli anni “rotondi” chiamano a riflessioni e vengono paragonati a boe sul campo di regata della nostra vita o confrontati con altri metodi tra quelli che sono uno della metro che è un teorema davvero tristissimo e funzioni più o meno così. Prendi il metro (quello pieghevole di legno che tieni nella cassetta degli attrezzi) e tieni presente che ogni centimetro contrassegnato su di esso, corrisponde a un anno della tua vita.

Ora chiudi la prima sezione di 10 centimetri, perché tanto dei tuoi primi 10 anni di vita non ti ricordi quasi nulla. ok? Adesso chiudi pure l’ultimo perché il privilegio di vivere oltre i 90 è concesso a pochi. Ti restano quindi in mano 80 centimetri, che mostrano gli anni che vengono mediamente vissuti da un uomo. Bene ora chiudi le sezioni selezionate agli anni già vissuti, così da mostrare gli anni che ti restano da vivere. Nel mio caso, tolgo i primi 60 centimetri e me ne ritrovo in mano solo 30. Mamma mia, che brutta impressione vederla così! A tutto ciò si aggiunge il fatto che quando arrivano a “certe età” tutti quelli che ti conoscono bene ti chiedono quale effetto ti faccia doverli aggiunti.

Ebbene, tanto per cominciare l’alternativa è un peggio della prospettiva di doverli festeggiare e poi ti consoli anche con il fatto che il compimento è di fatto la conclusione di un anno e di riflesso è già dal maggio scorso che sto vivendo il mio sessantesimo anno di età e non mi pare che molto sia poi cambiato da allora.

Quindi ben pagato tutti gli anni che si compiono, perché la vita, ogni singolo giorno o attimo della nostra vita, è un dono e un privilegio che ci viene concesso e che dobbiamo usare al meglio per onorare noi stessi e ancor più quelli che gli anni purtroppo, non può li possiamo usare più.

Io ci arrivo con i miei capelli bianchi, gli occhi celati dalle rughe, con i miei dolori cervicali, qualche acciacco e qualche chilo di troppo, cosciente di essermi combinato e meritato ognuna di queste cose Grazie alle esperienze vissute, ai miei pochi meriti ei molti sbagli, a tutte le gioie vissute ei dolori provati.

Siamo arrivati ​​felici, per avere intorno a me una famiglia straordinaria, una moglie meravigliosa, quattro figli di cui essere orgogliosi, un nipotino che è tutta una luce e pochi ma fantastici amici. Ci sono persone che non possono essere condivise con alcune persone che non ci sono più e mi mancano ogni giorno, ma sono sicure del fatto che gli anni che si trovano non sono importanti quanto quello che riesci a fare ogni giorno di te stesso può provare l’immensa gioia di amare e rispettare e, di riflesso, essere amati e rispettati.

Affronterò dunque senza alcun timore nei prossimi anni, sperando nel dono della salute, grazie alla maturità acquisita che mi offre di guardare da ora in poi alla vita con maggiore esperienza, competenza, un pizzico di saggezza e senza alcun rancore, perché la vita è sempre davanti, quella dietro è già andata, inutile litigarci e perderci tempo.