Con quali principali caratteristiche si presenta il programma di LuganoMusica?
«Direi che le novità e le conferme sono numerose e tutte in grado di soddisfare le aspettative di un pubblico che ci segue sempre con grande competenza e partecipazione. Un primo elemento che vorrei sottolineare è il fatto che nel mondo della musica è in atto un vero e proprio rinnovamento generazionale che riguarda la direzione d’orchestra, con l’affermazione di nuovi talenti destinati ad una brillante carriera alla guida delle più prestigiose orchestre di tutto il mondo. E di questo rinnovamento LuganoMusica vuole offrire una puntuale testimonianza avendo invitato Emmanuel Tjeknavorian, violinista eccelso e direttore di soli 24 anni a dirigere i Wiener Symphoniker nel concerto d’apertura del 25 settembre, con musiche di Johannes Brahms, Josef Strauss e Johann Strauss figlio. Un altro straordinario talento sarà poi presente il 27 ottobre con l’Orchestre de Chambre de Lausanne: Renaud Capuçon, violino e direzione, che già il pubblico luganese ha avuto modo più volte di ascoltare e apprezzare. Quindi il 2 dicembre la Rotterdam Philharmonic Orchestra sarà diretta da Lahav Shani; ad aprile Santtu-Matias Rouvali dirigerà la Philharmonia Orchestra e a maggio ci sarà l’Orchestre de Paris con Klaus Mäkelä che propone uno spettacolare programma molto vicino alla sua sensibilità artistica e incentrato su musiche di Sergej Rachmaninov e Dmitrij Šostakovič. Di Klaus Mäkelä si parla come di uno dei giovani direttori in assoluto più promettente e destinato ad un sicuro avvenire».
Accanto a questi giovani che sarebbe riduttivo definire “emergenti” tenuto conto dei grandi successi che hanno già riscosso, si può in ogni caso parlare di una conferma per alcune orchestre e direttori che rappresentano un tradizionale appuntamento a LuganoMusica…
«Assolutamente sì. Basti pensare alla presenza il 13 novembre dell’Orchestra reale del Concertgebouw diretta da Daniel Harding, con un programma tutto incentrato sulla Sinfonia n. 9 in re maggiore di Gustav Mahler. Oppure il 20 marzo la Budapest Festival Orchestra con la direzione di Iván Fischer, e il 13 aprile 2023 dell’Orchestra Mozart, con la direzione di Daniele Gatti che rappresenta ormai una presenza costante a LuganoMusica. Fra le orchestre sinfoniche meritano di essere segnalati anche l’Ensemble Claudiana con Luca Pianca che torna ancora una volta sul podio del teatro del LAC con un programma tutto incentrato su Monteverdi e il Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini»
Scorrendo il programma della prossima stagione balza subito all’occhio la rilevante presenza del pianoforte con alcuni dei suoi più prestigiosi interpreti…
«È una osservazione corretta che riflette una specifica volontà di dare spazio ad alcuni virtuosi solisti di questo strumento: Seong-Jin Cho, Yefim Bronfman, Alexandre Tharaud, Francesco Piemontesi, Arkadij Volodos’ sono tutti nomi di grande rilievo ben noti agli appassionati estimatori del pianoforte, senza naturalmente dimenticare il concerto, previsto per il 15 marzo, di cui sarà assoluto protagonista il maestro Maurizio Pollini».
In che modo LuganoMusica torna quest’anno ad una programmazione che segna il definitivo superamento delle difficoltà legate alla pandemia?
«Il terzo pilastro su cui si basano tutta l’attività e il programma 2022-2023 si chiama educazione. Da sempre infatti LuganoMusica ha individuato nella formazione e diffusione di una cultura musicale, ai diversi livelli, uno dei compiti più importanti legati alla sua missione. Ma i diversi progetti che negli anni eravamo riusciti a mettere in piedi avevano ricevuto una sospensione a causa della pandemia: ora finalmente si riprende a tutto campo con interessanti conferme e novità che dimostrano appieno tutta la vitalità della nostra proposta culturale. Mi piace dunque parlare di iniziative come Ascoltare due volte, le Introduzioni ai concerti, il ciclo Musica Immagine, EAR oppure il concerto di Superar al LAC, progetto musicale originale per bambini e ragazzi, che prevede l’apprendimento creativo di gruppo. Vorrei poi sottolineare il fatto che nel 2023 ricorre il centenario della nascita del musicista ungherese György Ligeti cui saranno dedicate conferenze e momenti di approfondimento musicale».
Anche la musica da camera avrà uno spazio di rilievo…
«Certamente. Nella sezione Weekend Quartetti si succederanno il Quartetto Belcea, il Quatuor Diotima e il Quartetto d’archi della Scala che torna quest’anno con musiche di Franz Joseph Haydn, Ludwig van Beethoven e Johannes Brahms. Per la Nuova Generazione avremo il violino Johan Dalene con il pianoforte di Christian Ihle Hadland; il violoncello di Nadège Rochat con la chitarra di Rafael Aguirre, ma anche il pianoforte di Nicolas Namoradze e quello di Filippo Gorini. Infine, per il Salotto Musicale tornano i complessi I Barocchisti e LuganoMusica Ensemble».
Infine, per concludere, ci vuole indicare una proposta che costituisce una novità assoluta e un progetto cui state lavorando per il futuro?
«Vorrei segnalare come novità inedita ma di grandissimo interesse il recital dei King’s Singers, un noto gruppo vocale a cappella, molto conosciuto a livello mondiale. Un progetto a cui stiamo lavorando insieme a Carmelo Rifici e Tobia Bezzola riguarda invece il “mondo degli anni Sessanta”, con proposte in vari campi della musica, dell’arte, del teatro e della cultura, che ben riflettono l’anima multidisciplinare del LAC».