Lei è un personaggio molto noto e apprezzato dal pubblico non solo televisivo. Quali sono state le principali tappe di questa brillante carriera?

«Ho fatto un’esperienza molto importante, dal 1979 al 1984, in veste di animatrice, giornalista e conduttrice presso Radio 24 a Zurigo insieme a Roger Schawinski, il pioniere della radio privata svizzera. Un’emittente che all’epoca rappresentava un elemento di rottura nel panorama dei media e dove ho avuto modo di imparare a padroneggiare il mezzo e conoscere tutti gli aspetti del lavoro in una redazione giornalistica. Il passo successivo è stato l’ingresso in RSI/SRG SSR dove negli anni mi sono occupata di programmi radiofonici e televisivi di animazione, divulgativi, di approfondimento dell’attualità, in ambito news e di inchiesta, dibattiti e confronti, serate tematiche, e tanto altro ancora…».

All’interno della RSI ha ricoperto numerosi incarichi di grande responsabilità…

«Posso ben dire di conoscere un po’ tutto di questa azienda, di cui ho avuto modo di apprezzare la grande professionalità e di seguire le sue trasformazioni che sono andate di pari passo con l’evoluzione della società svizzera e ticinese. Ho avuto la fortuna di poter condurre diverse trasmissioni, prime serate, domeniche pomeriggio… ma non ho mai voluto lasciare l’attività “sul campo”, parlo de Il Quotidiano, la trasmissione che propone la cronaca regionale in un’ottica nazionale, cercando di scavare a fondo nella realtà del Paese con inviati, interviste, e collegamenti in diretta. Va in onda tra le 19.00 e le 19.40 dal 7 gennaio 1985, quando il vecchio Regionale, che aveva accompagnato i telespettatori della Svizzera italiana sin dal 1961, cedette il passo a una nuova trasmissione, più lunga e a cadenza quotidiana, ideata da Michele Fazioli e da un’équipe di cui facevano parte, tra gli altri, Eugenio Jelmini ed Enrico Moresi».

Senza naturalmente dimenticare le trasmissioni di approfondimento…

«Questo è sempre stato uno dei punti di forza delle RSI. Mi piace citare Superalbum, il programma che conduco il sabato sera su La2 dall’aprire del 2017, quando ho raccolto il testimone da Gianni delli Ponti, e che continua a proporre il meglio della documentaristica negli archivi RSI. Grazie ad una nuova formula, abbiamo deciso di introdurre un ospite in ogni puntata, che possa contestualizzare i documentari proposti, ma al contempo offrire una lettura attuale di tematiche e argomenti che l’azienda ha proposto negli scorsi decenni: i più bei documentari legati al nostro territorio, ma anche inchieste e ritratti che hanno fatto la storia della nostra televisione. Ma vorrei ricordare anche le Passeggiate urbane, tra l’altro riproposte in una video-mostra presso la Limonaia di Villa Saroli. Si trattava di una striscia andata in onda tra il 2014 e il 2015 all’interno de Il Quotidiano che proponeva un viaggio attraverso la Svizzera italiana, per scoprirne l’evoluzione e leggerne le trasformazioni, individuando nei progetti e nelle opere realizzate visioni per il futuro destinate a cambiare il modo in cui si vive il territorio».

Ma com’è cambiata nel corso degli anni la RSI?

«Direi che se penso alla fase pionieristica vissuta a partire dalla metà degli anni ’80 è cambiato praticamente tutto. Allora, e per un lungo periodo, eravamo soprattutto degli sperimentatori che avevano delle intuizioni e delle idee, alcune molto valide e interessanti, e che si applicavano per metterle in pratica, utilizzando tutte le proprie capacità e le risorse tecnologiche che il mezzo televisivo metteva a disposizione. Oggi lavoriamo in un contesto produttivo molto più strutturato e ci avvaliamo delle più avanzate soluzioni offerte dalla digitalizzazione. L’ultimo esempio di questo processo di rinnovamento è dato dalla recente inaugurazione del nuovo Studio -la Casa dell’Informazione RSI- dal quale, ogni giorno, vengono trasmessi il Telegiornale, Il Quotidiano, Info Notte, la Meteo. Un’evoluzione necessaria per mantenerci al passo con le tecnologie più attuali, adeguarci ai nuovi linguaggi televisivi e concentrare la produzione di tutti gli appuntamenti informativi quotidiani, ottimizzando la pianificazione delle risorse e i costi di produzione».


La versione completa di questo articolo la potrete trovare all’interno dell’edizione cartacea di Ticino Welcome oppure su Issu a pagina 8