Recentemente Credit Suisse si è ritrovato in una situazione difficile e le sfide per il futuro non mancano. L’annunciata revisione strategica prevede che la banca si focalizzi ora ancora maggiormente sulle attività che in passato si sono rivelate stabili e redditizie, in particolare nel Wealth Management, nelle attività della banca in Svizzera e nell’Asset Management, riducendo notevolmente i rischi nelle attività di Investment Banking.

Marzio Grassi, ci spiega i principali cambiamenti previsti nella nuova strategia di Credit Suisse?

«Vogliamo riconfermarci come banca universale leader in Svizzera e anche in Ticino. Il nuovo modello di business prevede in Svizzera di continuare a focalizzare l’attività sulla nostra clientela privata, facoltosa, aziendale e istituzionale. La riduzione dei rischi nelle attività di Investment Banking non intacca l’offerta in Svizzera e continueremo a fornire ai nostri clienti quei servizi e prodotti su misura legati alla loro attività. Per esempio, i clienti aziendali che vogliono emettere obbligazioni, quotarsi in borsa, cedere attività o acquisirne potranno continuare a fare affidamento sul nostro know-how a livello globale».

Quindi che cosa cambierà per i clienti di Credit Suisse in Ticino in particolare?

«Per i nostri clienti in Ticino non cambia praticamente nulla. A loro continuiamo a offrire lo stesso elevato livello di consulenza. Come banca per la Svizzera con competenze globali, vogliamo infatti continuare a proporre le nostre competenze e consulenze specializzate. Il punto principale di riferimento del cliente continua a essere il suo consulente di fiducia che è supportato dagli esperti nei vari ambiti, come ad esempio quello ipotecario, previdenziale, di pianificazione finanziaria e successoria, sia a livello privato, sia aziendale o istituzionale. Crediamo fermamente che lavorando a fianco dei nostri clienti con l’ampia offerta di prodotti e servizi e l’eccellenza nella consulenza, dimostreremo di essere degni della loro fiducia».

Negli ultimi anni avete puntato molto sulla digitalizzazione della vostra offerta, lanciando anche importanti innovazioni come il conto digitale CSX. Continuerete a investire in questo ambito?

«Certamente! È un processo dettato anche dalle mutate esigenze della clientela, soprattutto quella più giovane, ma non solo. Oggi l’esigenza è di avere tutta la gestione dell’attività bancaria a portata di smartphone e il nostro CSX è la risposta. Recentemente Credit Suisse ha sviluppato nuove prestazioni aggiungendo servizi come investimenti, previdenza, assicurazione di garanzia affitto e la valutazione di una proprietà abitativa, tutto in un’unica app molto competitiva e apprezzata dalla clientela».

Significa che i clienti non vengono più nelle succursali e quindi le chiuderete?

«Continuiamo a investire nel rinnovamento delle nostre succursali per adattarle alle mutate esigenze della clientela. Per esempio, inseriamo ampi spazi di consulenza, postazioni di co-working e aree per eventi in piccoli gruppi come in piazza Riforma a Lugano. Ciò è dettato principalmente dal fatto che gli sportelli – e i soldi in contanti – sono sempre meno utilizzati. Ad Ascona, soprattutto in inverno, ci sono giornate in cui vi sono poche transazioni. Abbiamo quindi deciso di chiudere gli sportelli di Ascona, lasciando a disposizione della clientela il bancomat e continuando a offrire la consulenza al primo piano. Infatti, i nostri clienti apprezzano di poter effettuare online le transazioni quotidiane, mentre preferiscono incontrare di persona il proprio consulente quando necessitano di una consulenza approfondita. È solo parlando apertamente con il cliente che scopriamo tutte le sue esigenze e possiamo proporgli quei prodotti e servizi adatti alla sua situazione personale».

Lei è anche responsabile della clientela commerciale in Ticino, ossia soprattutto le piccole e medie aziende. Quali sono le principali sfide per questo segmento di clientela e che cosa cambierà in seguito alla riorganizzazione?

«La sfida principale con cui si trova confrontata una PMI su tre è la successione aziendale. Molte aziende sono ancora in mano al titolare fondatore che spesso supera i 65 anni di età. Il processo di successione richiede parecchio tempo, cinque e più anni. Per questo motivo va pianificato accuratamente. Come Banca per gli imprenditori e le imprenditrici abbiamo preparato una pratica guida pratica alla successione aziendale in cinque passi: impostazione, analisi della situazione attuale, valutazione, preparazione, trasferimento e conclusione. Per ciascuna fase siamo a fianco dell’imprenditore e delle persone coinvolte nella successione, come il consiglio d’amministrazione, gli eredi e gli eventuali consulenti esterni. L’aspetto più importante è quello emozionale: è difficile lasciare andare il progetto di una vita intera e ritrovarsi da un giorno all’altro senza la propria azienda. Per questo motivo ci prendiamo tutto il tempo necessario per accompagnare gli imprenditori e le imprenditrici in ogni fase della successione e anche in seguito. Sono i servizi che abbiamo proposto finora e che i clienti hanno particolarmente apprezzato. Sono i servizi che continueremo a offrire alla nostra clientela anche in futuro».

Quale impatto avrà sul Ticino l’annunciata riduzione di posti lavoro?

«È ancora presto per esprimersi in merito e probabilmente qualche posto di lavoro sarà eliminato anche nella nostra regione. Sono fiducioso che insieme ai miei colleghi del Management Team regionale riusciremo a fare il possibile per ridurre l’impatto, sostenendo attivamente i collaboratori toccati da un’eventuale riduzione nella ricerca di una nuova posizione all’interno o all’esterno della banca. Inoltre, vi è anche la fluttuazione naturale per cui si liberano delle posizioni che possiamo di nuovo occupare, riducendo l’impatto al minimo».