Forse non tutti sanno – a differenza che in Foldcast – che l’edilizia nel suo complesso è il settore industriale responsabile della maggiore quota di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera e che tra le varie lavorazioni quella più inquinante risulta essere la preparazione del calcestruzzo e del cemento. Ed è proprio partendo da questa considerazione che Fabio Amicarelli, dottorando all’Accademia USI di Architettura di Mendrisio, insieme alla docente Ena Lloret-Fritschi, ha focalizzato la sua attenzione su un elemento che nel processo costruttivo in edilizia risulta essere particolarmente “ingombrante” e non facile da smaltire e riciclare.

«I casseri – spiega Fabio – chiamati anche “casseforme” o “stampi”, sono quelle strutture temporanee utilizzate per contenere il calcestruzzo fresco fino a quando non si è indurito abbastanza da mantenere la forma desiderata. La loro funzione è fondamentale per la costruzione di elementi strutturali, per lo più in calcestruzzo, come pareti, colonne, travi, pilastri e altre componenti architettoniche. Solitamente vengono realizzati in legno, metallo o plastica, ma, come è facile comprendere si tratta in tutti i casi di materiali rigidi, non facili da modellare in base a specifiche esigenze progettuali. La soluzione da noi proposta prevede invece l’utilizzo di carta e cartoncino, materiale completamente riciclabile che consente di produrre casseri ad un costo decisamente inferiore. Finora esistevano casseri in cartone usati solo per le colonne cilindriche. Il punto di forza della nostra soluzione nasce invece dalla disponibilità della tecnologia digitale e di un software, di cui siamo proprietari esclusivi, che ci consente di progettare e poi realizzare delle forme molto più articolate, utili anche per solette e altre strutture complesse, con il grande vantaggio di un risparmio di calcestruzzo che può arrivare fino al 50%».

L’interesse riguarda ovviamente il fatto che un materiale leggero come il cartone possa essere in grado di sostenere un peso importante quale quello del calcestruzzo e subito Fabio Amicarelli ci spiega che «il valore dell’innovazione deriva innanzitutto dalla progettazione digitale e dalla disponibilità di macchine per ottenere un taglio di assoluta precisione. Quando lavora a compressione, il cartone può raggiungere una resistenza anche molto elevata, ma ciò richiede evidentemente calcoli appositamente eseguiti che permettono di volta in volta di modellare il calcestruzzo, arrivando a costruire quasi una “pelle” su misura».

La storia di questa startup è emblematica di un percorso che iniziato nel 2022 in ambito accademico è proseguito poi con il supporto dell’USI Startup Centre che sostiene gli imprenditori negli stadi iniziali di realizzazione delle loro idee. La Fondazione Agire e la vittoriosa partecipazione a Boldbrain 2023 hanno quindi rappresentato la chiave d’accesso alla comunità di imprenditori, business coach, e investitori, creando la rete di relazioni indispensabili per muovere i primi passi verso l’elaborazione di un vero e proprio progetto imprenditoriale. Il successo a Boldbrain ha garantito tra l’altro, oltre a premi in denaro per un ammontare complessivo di 50.000 franchi, una borsa di studio per l’Executive Master in Business Administration dell’Università della Svizzera italiana e buoni per consulenze da parte di partner che potranno supportare in maniera significativa lo sviluppo del progetto.

Racconta ancora Fabio Amicarelli, che dopo essersi laureato all’Accademia di Architettura di Mendrisio, ha lavorato per qualche tempo presso studi di architettura di Zurigo e ha scelto di svolgere il suo dottorato occupandosi del trattamento dei materiali da costruzione proprio in base alla sua precedenza esperienza sui cantieri: «Il nostro team, di cui fanno parte oltre alla prof.ssa Ena Lloret-Fritschi, anche Andrea Realini ed Elia Quadranti, costituirà a breve la società, Feldcast appunto, attraverso la quale porteremo avanti il nostro progetto. Sinora abbiamo realizzato dei prototipi in scala per verificare e risolvere tutte le problematiche connesse alla soluzione da noi studiata e proposta. Adesso siamo nella fase di messa a punto di una struttura-campione da sperimentare direttamente sul cantiere. Molto importante è risultato essere in questa fase il contributo di Andrea Realini, per la sua conoscenza del mondo delle costruzioni in Ticino e non solo. Ci sono imprese che hanno accolto con interesse la nostra soluzione e con esse stiamo studiando le modalità più idonee per portare avanti la sperimentazione».

A una domanda conclusiva relativa alle prospettive di sviluppo della soluzione ideata da  , Fabio Amicarelli non ha dubbi e risponde senza esitazione: «Vogliamo arrivare alla realizzazione di un software professionale che possa mettere in grado tutte le aziende del settore che ne faranno richiesta di elaborare in proprio un prodotto con le caratteristiche e le forme che meglio si adattano alle proprie esigenze costruttive, consentendo in tal modo un significativo risparmio economico e al tempo stesso favorendo la riduzione di emissioni nocive per una maggiore tutela dell’ambiente».