Un piccolo abitante dei fondali marini irlandesi potrebbe nascondere una grande promessa per la ricerca contro i tumori. La scoperta arriva da una collaborazione tra l’Istituto Oncologico di Ricerca (IOR) di Bellinzona — affiliato all’Università della Svizzera italiana e membro di Bios+ — e l’Università di Galway in Irlanda.
Il team di scienziati ha identificato una molecola naturale estratta da una lumaca di mare, la Antiopella cristata, in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali di una forma particolarmente aggressiva di linfoma, il cosiddetto linfoma diffuso a grandi cellule B attivate (ABC-DLBCL). Un risultato ancora più sorprendente se si considera che la sostanza, un derivato finora sconosciuto della briostatina, non danneggia le cellule sane.
Pubblicata sulla rivista ChemBioChem, la ricerca aggiunge un tassello importante a un campo di studio che da anni guarda agli oceani come fonte di nuove soluzioni terapeutiche.
Il mare come laboratorio naturale
Non è la prima volta che il mondo marino si rivela un alleato prezioso nella lotta contro le malattie. Molti farmaci oggi in uso derivano da sostanze naturali isolate da spugne, alghe e altri organismi acquatici. In questo caso, la lumaca Antiopella cristata, raccolta lungo le coste irlandesi, ha fornito un composto capace di agire selettivamente sulle cellule tumorali del linfoma ABC-DLBCL, una forma particolarmente difficile da trattare con le terapie convenzionali.
«Abbiamo voluto esplorare la biodiversità marina come risorsa per individuare nuove molecole terapeutiche — spiega uno dei ricercatori coinvolti nello studio —. Il mare rimane un laboratorio naturale straordinario, ancora largamente inesplorato».
Un nuovo derivato della briostatina
La molecola individuata appartiene alla famiglia delle briostatine, sostanze note da decenni per la loro attività biologica ma di difficile reperibilità. La variante isolata dagli studiosi — mai descritta prima — mostra una potenza d’azione significativa anche a basse concentrazioni e un profilo di sicurezza incoraggiante.
Secondo i risultati pubblicati, la nuova briostatina non solo inibisce la proliferazione delle cellule tumorali, ma modula anche specifici geni legati alla crescita e alla sopravvivenza del tumore, aprendo la strada a potenziali applicazioni in combinazione con altri farmaci oncologici.
Una collaborazione internazionale
La scoperta è il frutto di anni di collaborazione tra laboratori svizzeri e irlandesi, che hanno messo in comune competenze in chimica naturale, biologia molecolare e oncologia. «Lavorare insieme ci ha permesso di unire l’esperienza nella caratterizzazione di composti marini con la conoscenza dei meccanismi molecolari che regolano i linfomi», sottolineano gli autori.
Lo studio non si limita a descrivere un singolo composto, ma indica un metodo sistematico per individuare nuovi principi attivi da organismi marini, valorizzando il patrimonio biologico dell’Atlantico nordico.
Prospettive future per la ricerca contro i tumori
Sebbene la strada verso un farmaco approvato sia ancora lunga, i risultati offrono un punto di partenza concreto per sviluppare nuove terapie mirate contro i linfomi e altre neoplasie ematologiche. Gli studiosi sottolineano anche l’importanza di preservare la biodiversità marina, vera miniera di molecole ancora sconosciute.
La ricerca è stata sostenuta dal Marine Institute irlandese e da diversi programmi europei, tra cui Horizon Europe e Interreg, che promuovono la cooperazione scientifica internazionale.
In un’epoca in cui la medicina personalizzata e la sostenibilità si intrecciano sempre più, questo studio rappresenta un esempio concreto di come la natura possa continuare a ispirare la scienza, offrendo nuovi strumenti per affrontare una delle sfide più complesse della medicina moderna: la lotta contro il cancro.



