digitalizzazione Organizzato dall’ESG Center of Excellence, think tank accademica coordinata da Marco Casanova, Aditya Singh della Athena School of Management di Mumbai, insieme  a Giacomo Poretti del Dipartimento Scienze Innovative della SUPSI, il convegno luganese ha richiamato al campus SUPSI-USI di Viganello alcuni fra i maggiori opinion leaders della geopolitica digitale.

Tra questi: il professore Francis Fukuyama, politologo di fama internazionale e docente alla Stanford University of California; Daron Acemoglu del Massachusetts Institute of Technology di Boston, Nobel per l’Economia 2024, che in videoconferenza ha confermato la sua partecipazione alla prossima edizione; una delegazione della monarchia del Bhutan e, per l’occasione, guidata a Lugano da Tenzin Rondel Wangchuk, Ambasciatore di questo stato asiatico presso le Nazioni Unite di Ginevra.

Ricordiamo che il Bhutan è uno dei primi stati al mondo ad usare le applicazioni informatiche per migliorare la qualità della vita della sua popolazione, preservarne la cultura e garantire uno sviluppo equilibrato, sostenibile ed inclusivo.

Ed è proprio questa l’evoluzione innovativa che gli esperti riuniti a Lugano hanno ricordato alla coscienza del mondo: le piattaforme digitali oggi finalmente permettono di analizzare i fenomeni sociali in modo globale, unitario e coordinato.

Questo permette di superare le attuali limitazioni causate dalla frammentazione dei dati, e apre nuove prospettive alla loro interpretazione.

digitalizzazione In particolare, secondo le ricerche della studiosa Elena Panaritis, il modello economico avviato dopo il secondo dopoguerra, orientato alla ricostruzione ed alla crescita economica, ha tuttavia innescato anche disuguaglianze e sfiducia verso le istituzioni, perché ha collocato in secondo piano non solo il ruolo delle persone, ma anche le loro aspettative socio-culturali.

Questi elementi apparentemente secondari, in realtà hanno generato effetti contrapposti.

Da un lato, hanno ostacolato le riforme istituzionali necessarie ad una concreta inclusione sociale.

Al medesimo tempo, hanno marginalizzato le complicazioni del rapporto tra regole e realtà ad una problematica intrinseca, probabilmente fisiologica, della cronaca quotidiana.

La Reality Check Analysis-RCA, presentata da Panaritis agli opinion leaders riuniti a Lugano, ha invece proposto soluzioni concrete.

Ricordiamone le principali.

Una revisione delle relazioni pubblico-privato coordinata ma rispettosa dei diritti sociali acquisiti, accompagnata da una semplificazione delle procedure amministrative che coinvolga gli stakeholders, i promotori degli interessi della società.

Questo approccio, già adottato in diversi Paesi, oltre a ridurre la distanza tra cittadini e istituzioni, ha anche favorito una crescita più inclusiva perché, in particolare all’interno di una nazione, è sufficiente a mobilitare gli interessi delle parti coinvolte.

Ma resta un ostacolo da superare: la sua applicazione nel rapporto tra i singoli paesi e le organizzazioni sovranazionali.

In questo ambito, ricorda Panaritis, la soglia minima di intervento potrebbe iniziare da una stabilità macroeconomica, accompagnata da un rafforzamento delle istituzioni bancarie e agevolazioni per l’accesso al credito.

Sarebbero queste, secondo la esperta, le premesse di base che potrebbero rinnovare lo sviluppo del rapporto tra pubblico e privato.

Al medesimo tempo, queste teorie anticipano anche una evoluzione della sensibilità sociale, e probabilmente anche politica, con la quale a breve ci dovremo confrontare.

Infatti la digitalizzazione si appresta a democratizzare, a livello globale, l’analisi e la soluzione anche delle questioni sociali più complesse, superando i limiti delle interpretazioni dei singoli.

Prepariamoci: è solo questione di tempo.

Ma a guadagnarne, prevede Panaritis, sarà la nuova socialità globalizzata di cui tutti, proprio grazie alle capacità informatiche a nostra disposizione, inevitabilmente saremo chiamati a partecipare.